a cura di Cristina Di Lucente
Non soltanto il 25 novembre
Verona. Uno degli ultimi femminicidi, quello di cui tutti oggi hanno sentito parlare, è quello di Giulia Cecchettin e giunge proprio alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza che vorremmo venisse cancellata: vorrebbe dire che non ce ne sarebbe più bisogno e che la cultura del rispetto sarebbe una conquista condivisa: i fatti dimostrano che la strada da percorrere è ancora lunga. Varie questure nel nostro Paese, dal Nord al Sud, hanno inaugurato delle “stanze rosa”, le sale per l’ascolto protetto che la Polizia di Stato mette a disposizione delle vittime. L’ultima, in ordine cronologico, è stata aperta il 27 novembre scorso a Verona con l’intenzione di realizzare uno spazio interno dove la polizia giudiziaria abbia la possibilità di dedicarsi alle persone fragili, in un contesto dove vittime di violenza e bambini possano respirare l’aria pulita del rispetto. Un’azione efficace per sradicare la violenza contro le donne deve basarsi sulla prevenzione e sulla diffusione di una cultura del rispetto che investa sulle generazioni più giovani. «Occorre rivedere la grammatica della relazione nel quotidiano tra gli uomini e le donne – ha sottolineato il questore Roberto Massucci – per fare questo bisogna intervenire sui ragazzi per riformulare la terminologia e abbandonare gli stereotipi». Il dovere del poliziotto è sostenere chi ha la forza di denunciare: nella maggior parte dei casi si tratta di donne rassegnate, che provano vergogna, che hanno paura di ritorsioni verso se stesse e i propri figli, si credono colpevoli o temono di non essere credute. Il poliziotto a cui chiedono aiuto deve saper rispondere a questo dolore per evitare che subiscano anche quello dell’indifferenza, o semplicemente, dell’attesa.
Come in famiglia
Spoleto. In origine era un’industria tessile meglio conosciuta come cotonificio: oggi quell’area – che rivive attraverso la vecchia ciminiera, raro esempio di archeologia industriale, e un villino liberty – ospita l’Istituto per sovrintendenti, inaugurato nel 2007 sulla scorta dell’eredità della precedente Scuola allievi agenti. Da qualche anno l’Istituto si occupa della formazione rivolta anche ad altri ruoli, grazie alla sua notevole capienza per poter tenere corsi residenziali: in questo Centro si sono formati migliaia di agenti, operatori tecnici, ispettori, sovrintendenti e revisori tecnici, nonché commissari, medici e orchestrali della Polizia di Stato, inoltre dal 2019 sono presenti due Sezioni giovanili delle Fiamme oro, discipline karate e pugilato. A dirigere l’Istituto da 7 anni è Maria Teresa Panone: «Quando mi venne affidato questo incarico fu una sorta di scommessa: era un momento delicato, si parlava anche di chiuderlo per gli alti costi di gestione – racconta il direttore – si trattava dunque di rilanciarne l’attività. Per di più, poco dopo il mio arrivo ci fu il terremoto dell’Umbria e la Scuola subì dei danni: ripartimmo comunque con grande entusiasmo. Quella della formazione è un’attività che non annoia, anche per la grande varietà dei corsi che si tengono nell’Istituto; ci mettiamo continuamente in gioco, cercando approcci sempre nuovi verso i colleghi che entrano a far parte dell’Amministrazione». Dopo il suo arrivo i corsi si sono susseguiti a ritmo serrato, fino all’attuale 17° per ispettori psicologi. «Arrivando da una lunga esperienza in questura avevo un’idea completamente differente di questa attività – prosegue Panone – in seguito mi sono resa conto di quanto siano importanti le persone che lavorano negli istituti di istruzione, dove i poliziotti ricevono il primo input; è uno step obbligato, da qui passano tutti. Al di là delle lezioni, è essenziale che gli allievi “respirino” l’aria della nostra famiglia, perché quando ci riferiamo al motto “esserci sempre” dobbiamo preoccuparci di riempire di significato questa espressione, onde evitare che tutto rimanga troppo teorico: insieme al quadro permanente lavoriamo molto su questo concetto». Un rapporto di particolare vicinanza è quello che si è venuto a creare con la città, soprattutto dopo il terremoto. Con il venir meno di molte strutture l’auditorium della Scuola è diventato, infatti, un riferimento per le persone, favorendo un interscambio positivo con l’esterno. I frequentatori partecipano anche assiduamente alle iniziative della questura di Perugia, dai concerti organizzati nell’anfiteatro di Gubbio alle commemorazioni, come quella di Emanuele Petri, o alle iniziative collegate all’associazione Libera. Tra i maggiori motivi di soddisfazione, nei feedback degli ex allievi, ce n’è uno in particolare: «Tenendo corsi di diversi livelli, capita di ritrovare persone che hanno già frequentato l’Istituto: è bello constatare la loro felicità, per loro è un po’ un tornare a casa».
Incontri speciali
Roma. Questa storia ha avuto inizio a Paliano (FR) a giugno dello scorso anno, quando Stefania e Alessandro erano in attesa del loro primo figlio. In una notte agitata, la futura mamma si accorge di avere delle perdite ematiche, cosa che mette in allarme la coppia che decide di mettersi in macchina e recarsi in ospedale. La strada per il Policlinico Gemelli di Roma è piuttosto lunga, soprattutto considerata la situazione: è allora che sull’autostrada, all’altezza di Colleferro, Alessandro nota una pattuglia della Stradale; si avvicina lampeggiando nella direzione degli operatori e si risolve a chiedere aiuto. «Dapprima ho letto la perplessità nello sguardo dei due poliziotti, ma una volta spiegata la situazione hanno agito senza perdere un secondo. Mi hanno fatto strada fino in ospedale, consentendoci di arrivare velocemente». I poliziotti di pattuglia quel sabato mattina sono Massimiliano Anfora e Vincenzo Erra: accompagnando Stefania nel Reparto neonatologia del pronto soccorso pediatrico hanno appreso che senza quell’urgenza il parto sarebbe potuto diventare complicato. Subito dopo hanno tranquillizzato Alessandro che, comprensibilmente, aveva accumulato una grande tensione: hanno sbrigato la parte burocratica, scambiato qualche chiacchiera rassicurante per poi proseguire con il servizio. La sera stessa i poliziotti hanno ricevuto il messaggio che li informava della nascita di Niccolò, accompagnato dalla foto del neonato: da quel momento sono rimasti in contatto con la famiglia per scambiarsi i saluti e gli auguri in occasione delle festività. Sono passati 17 mesi e i due genitori hanno voluto far conoscere a Niccolò i suoi “angeli custodi”, come li definisce il neopapà. Così giungiamo alla visita di novembre scorso alla Sottosezione polizia stradale di Roma sud, dove Alessandro, Stefania e Niccolò sono stati accolti dal comandante, Gaetano Agavino, e naturalmente, da Massimiliano e Vincenzo. Un incontro all’insegna della convivialità che ha regalato emozioni a tutti i partecipanti, come mostrano eloquentemente le immagini: il piccolo, subito a proprio agio, è stato felice di vedere dal vivo la macchina con cui è abituato ad avere a che fare nel formato giocattolo, poi la consegna del crest con la dedica sul retro ad majora e la data di nascita di Niccolò, un ricordo simbolico che campeggia nella cameretta del bambino. «Per noi un intervento come quello di giugno rientra nell’attività di routine – sottolinea Massimiliano – ma rimmarrà un ricordo particolarmente piacevole. Siamo riusciti a far sperimentare nelle persone, attraverso il contatto diretto, il senso del nostro servizio».
La Fanfara a “Fieracavalli”
Verona. Quest’anno la Fanfara a cavallo della Polizia di Stato si è esibita tutti i giorni, dall’8 al 12 novembre, nella 125^ edizione della manifestazione Fieracavalli,rassegna di riferimento nel panorama equestre internazionale, durante il prestigioso Gala D’Oro, sia in apertura dello spettacolo che nel corso delle gare. Gli orchestrali a cavallo hanno attirato l’attenzione del pubblico con maestria ed eleganza. Le quattro serate, in questa edizione, sono state dedicate al coinvolgimento e alla responsabilizzazione sul fenomeno della violenza di genere: in questo contesto, proprio nel corso della prima serata, la Polizia di Stato ha dato voce a un messaggio di sensibilizzazione rivolto a tutte le donne vittime di violenza, per spingerle a uscire dalla condizione di paura e silenzio in cui spesso si trovano. È stata Francesca Ciriesi, poliziotta e atleta di equitazione delle Fiamme oro, a leggere il messaggio solidale di fronte al pubblico presente.
In ricordo di Samuele
Comiso (RG). Grande partecipazione è stata registrata per la 2^ edizione del memorial “Samuele Donatoni”: sulla linea di tiro si sono confrontati 60, tra uomini e donne, nella gara di tiro con armi corte e ad aria compressa organizzato dalla Tots Academy presso il poligono di tiro Sniper club Pedalino. L’evento è nato con l’intento di mantenere vivo il ricordo dell’ispettore di polizia Samuele Donatoni appartenente al Nocs (Nucleo operativo centrale di sicurezza), caduto durante un’operazione volta a liberare un ostaggio. La competizione si è articolata su tre stage con diversi livelli di difficoltà; novità di questa edizione la partecipazione di giovanissimi (nella foto, un momento della premiazione).
Musica e valori
Leonessa (RI). Sabato 25 novembre si è tenuto il concerto della Fanfara della Polizia di Stato nella suggestiva chiesa di San Giuseppe da Leonessa. Per l’occasione, i cinquanta musicisti della Fanfara, diretti dal maestro Massimiliano Profili, hanno eseguito brani che hanno toccato diversi generi musicali, sia della tradizione classica che di quella moderna e contemporanea. Giuseppe Verdi, Ennio Morricone, Glenn Miller, questi alcuni autori delle melodie che hanno incantato il folto pubblico presente che ha poi ascoltato con curiosità e piacere un medley composto per omaggiare Raffaella Carrà, per oltre cinquant’anni icona nazional-popolare, non solo del nostro Paese. «Partecipiamo sempre molto volentieri a queste iniziative, la nostra opera è quella di promuovere la diffusione dei valori della legalità attraverso la cultura musicale»; con queste parole il Maestro Massimiliano Profili ha voluto ringraziare la cittadinanza del borgo reatino e le associazioni che si sono prodigate per organizzare gli eventi legati alla giornata contro la violenza sulle donne, di cui il concerto è stato parte.
Bullismo, realisticamente
Rovigo. «Per prima cosa devi sapere che c’è differenza tra scherzo e atto di bullismo. Il primo non è un atteggiamento di prevaricazione, ma uno scambio di battute ironiche che capita di tanto in tanto... Il bullismo, invece, nasce quando qualcuno prende sempre di mira il proprio compagno, assumendo un atteggiamento di prepotenza, non solo con calci e pugni, ma anche con l’uso del telefonino». Con questo estratto dal volume Palloni sgonfiati dello scrittore Alberto Cristini, Fabio Montedoro – commissario capo presso la questura di Rovigo e autore del capitolo “Incontro” – va al cuore della tematica trattata in questo piccolo libro di racconti didattici attraverso un dialogo tra i poliziotti di un equipaggio delle Volanti e un ragazzo che chiede aiuto. I suggerimenti forniti, tra cui l’uso dell’app YouPol, vogliono essere un modo concreto per consigliare ai giovani come comportarsi nel caso si trovino in situazioni simili a quelle raccontate nella storia. Il volume nasce dall’idea dello scrittore di sensibilizzare i ragazzi su queste tematiche di grande attualità, è inoltre oggetto di presentazione nel corso dell’anno scolastico tra le scuole della provincia attraverso il progetto “La questura di Rovigo per scuole”. Il fine è quello di aiutare le vittime a non sentirsi sole, esortandole a uscire dall’isolamento attraverso una doverosa richiesta di aiuto.