Enrico Ferro*

Straordinaria Padova

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Nucleo nevralgico della zona Nord est del nostro Paese, anche grazie all’attività di prevenzione e di relazione con la società civile

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Lì dove una volta c’era il ghetto di via Anelli, conosciuto in tutta Italia per lo spaccio, la prostituzione e le risse a colpi di machete, tra qualche anno sorgerà la nuova questura di Padova. Basterebbe forse questa istantanea per descrivere il rapporto che la città, centro nevralgico dell’operoso Nordest, ha con la polizia. Un rapporto dal potere rigenerante, che costruisce laddove degrado e microcriminalità demoliscono.

Seminare dove la terra è arida, abbattere i muri, fare squadra, remare tutti nella stessa direzione: sindaco, questore, categorie economiche, prefetto. «Il gioco di squadra tra istituzioni è fondamentale», conferma Antonio Sbordone, al vertice della questura in quella che tutti conoscono come la “città del Santo”, per la Basilica di Sant’Antonio da Padova, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. Sono bastati pochi giorni al nuovo questore per capire che nella città della seconda università più antica d’Italia e medaglia d’oro alla Resistenza, del Caffè Pedrocchi caro a Stendhal, della Cappella degli Scrovegni realizzata da Giotto, la polizia può avanzare tenendosi a braccetto con le Istituzioni cittadine. Ma c’è stata una stagione, verso la fine del 2006, in cui si erigevano muri, proprio lì, nel ghetto di via Anelli dove la convivenza con gli abitanti del quartiere era diventata impossibile. Venne innalzata una barriera per separare questo nucleo di marginalità sociale dal resto delle persone. Fu una stagione triste, di tensioni e proteste. Una stagione che però è stata cancellata con un colpo di penna biro, quella usata per firmare il progetto del nuovo quartier generale della polizia padovana. Lì dove la periferia gridava il suo dolore, fiorirà la sicurezza. «Una grande e nuova questura per Padova, e un presidio in centro storico per proseguire quel rapporto consueto di fiducia e collaborazione tra le forze dell’ordine e la nostra gente. Sono davvero contento che, grazie alla collaborazione istituzionale, questo sarà possibile», ha commentato il sindaco di Padova, Sergio Giordani.

Padova città universitaria, con i suoi circa 60mila studenti da tutto il mondo. Padova meta religiosa mondiale per il Santo. Padova città di Toni Negri e del blitz del 7 aprile 1979 contro Autonomia operaia. Nei locali notturni scorrazzavano Felice Maniero e i suoi scagnozzi della Mala del Brenta. E nell’ateneo con 800 anni di storia c’è stata la prima donna laureata in Italia, Elena Cornaro Piscopia. Padova del primo trapianto di cuore realizzato dal professor Vincenzo Gallucci nel 1985. Padova dei Carabinieri Enea Codotto e Luigi Maronese uccisi dai Nar di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, ma anche dell’attentato alla sede del Msi ad opera delle Brigate Rosse, in cui morirono Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci.

L’attuale questura si trova in piazzetta Palatucci, slargo del centro storico dedicato al commissario di pubblica sicurezza che fece sfuggire alla deportazione nei campi di sterminio tedeschi circa 5mila civili. Mentre un parco tra la stazione e l’ospedale è stat

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06/11/2023