Mauro Valeri
Il terrorismo nell’Unione
Un approfondimento sul fenomeno nell’Ue tratto dal report annuale di Europol
S
i chiama Tesat (relazione sulla situazione e sulle tendenze del terrorismo nell’Ue) ed è il documento che ogni anno viene redatto dagli esperti di Europol e che si riferisce all’attività terroristica posta in essere, durante l’anno precedente, nell’Unione europea. Si basa sulle informazioni fornite e verificate dagli Stati membri dell’Ue e dai partner di Europol su attacchi terroristici, arresti e sentenze emesse per reati terroristici, e rappresenta una fonte di dati preziosa per le forze di polizia e gli analisti d’intelligence poiché fornisce non solo i numeri ma anche le tendenze riscontrate durante il periodo preso in esame. Ad aprire il documento di quest’anno, come di consueto, il direttore esecutivo di Europol, Catherine De Bolle: «Il terrorismo rimane una minaccia significativa per la sicurezza interna dell’Unione europea…Gli Stati membri continuano a considerare il terrorismo jihadista come la principale minaccia terroristica per l’Ue nonostante il numero di attacchi jihadisti siano diminuiti rispetto al 2021 e al 2020. La minaccia dei terroristi di destra, attori solitari, radicalizzati on line, rimane significativa. Anche i terroristi di sinistra, anarchici ed estremisti violenti continuano a rappresentare una minaccia per la sicurezza pubblica e l’incolumità nell’Ue. Inoltre, la diffusione della propaganda on line e il suo potenziale nella radicalizzazione restano una delle maggiori preoccupazioni. Isolamento sociale e mancanza di un solido sistema di supporto rimangono le principali vulnerabilità che i terroristi sfruttano per propagare i loro messaggi e reclutare nuovi seguaci. Ciò è particolarmente preoccupante visto il numero crescente di giovani, anche minorenni, esposti alla propaganda terroristica on line…La guerra di aggressione russa contro l’Ucraina porta con sé potenziali ramificazioni nell’ambiente terroristico ed estremista nell’Ue. Europol ha reagito immediatamente alle sfide e alle minacce poste dalla guerra e ha lanciato una serie di azioni coordinate per monitorare gli sviluppi antiterrorismo, per sostenere direttamente i Paesi colpiti e per mitigare le minacce alla sicurezza dell’Ue…». Di seguito alcuni dei punti chiave emersi dall’analisi del Tesat 2023.
Stato della minaccia
Durante lo scorso anno il terrorismo ha continuato a rappresentare una grave minaccia per gli Stati membri dell’Ue, dove si sono registrati 28 attentati tra quelli compiuti, falliti o sventati. Sono stati realizzati 16 attentati, per la maggior parte attribuiti al terrorismo anarchico e di sinistra (13), due al terrorismo jihadista e uno a quello di destra. Nel 2022 si sono registrati quattro decessi: due causati da attentati terroristici jihadisti e due da un attentato terroristico di destra. Il numero complessivo di attentati è aumentato rispetto al 2021 (18), ma è rimasto inferiore a quello del 2020 (56).
Arresti e procedimenti giudiziari
Nel 2022 sono state arrestate dalle autorità di contrasto degli Stati membri dell’Ue, per reati connessi al terrorismo, 380 persone. La maggior parte degli arresti (266) è stata effettuata a seguito di indagini sul terrorismo jihadista in Francia (93), Spagna (46), Germania (30), Belgio (22), Italia (21) e Paesi Bassi (21). Il numero dei sospetti jihadisti arrestati è in linea con quello rilevato nel 2021 (260).
Il numero degli arresti per terrorismo di destra (45) è invece diminuito nel 2022 (64 nel 2021) così come gli arresti per esponenti etno-nazionalisti e terrorismo separatista (18, in calo rispetto ai 26 del 2021). Il numero degli arresti per terrorismo nelle fila dell’estrema sinistra e tra gli anarchici (19) è rimasto lo stesso del 2021.
Sempre nello scorso anno tutti i procedimenti giudiziari per reati di terrorismo di destra e di sinistra si sono conclusi con condanne, mentre il tasso di condanna per quello jihadista è stato dell’84 % e per quello separatista del 68 %. I reati più frequenti nei procedimenti giudiziari conclusi negli Stati membri nel 2022 sono stati quelli di appartenenza a un gruppo terroristico, partecipazione alle sue attività o collaborazione con questo. In alcuni casi, gli imputati hanno svolto un ruolo di primo piano all’interno del gruppo terroristico. Tra gli altri reati commessi: il finanziamento del terrorismo, l’indottrinamento, il reclutamento, l’istigazione o minaccia a commettere atti terroristici, il fornire o ricevere addestramento per scopi terroristici. Alcuni imputati sono stati accusati anche di reati legati alle armi da fuoco, agli esplosivi, alla droga, alla falsificazione di documenti e alla violazione della legislazione finanziaria. Numerosi imputati processati nel 2022 erano stati precedentemente condannati per terrorismo o altri reati nello stesso Stato membro o all’estero. La pena detentiva media per reati terroristici nei procedimenti negli Stati membri nel 2022 è stata di 7 anni di reclusione, valore leggermente superiore a quello del 2021 (6 anni).
Armi utilizzate
Nei 28 attacchi terroristici completati, falliti e sventati segnalati dagli Stati membri nel 2022, le armi utilizzate dagli autori includevano, principalmente, armi da fuoco, esplosivi improvvisati dispositivi incendiari (Ied), dispositivi incendiari improvvisati (Iid) e armi da taglio. Dei 16 attentati terroristici portati a termine, uno è stato effettuato con un pugnale, uno con arma da fuoco, quattro con ordigni esplosivi, uno con Iid e otto con acceleratori di fuoco. Un attacco è stato perpetrato a mani nude. L’uso di Ied e Iid è stato più ricorrente negli attacchi terroristici operati da appartenenti all’estrema destra, all’estrema sinistra e dagli estremisti violenti. Le armi da taglio sono state invece utilizzate nel contesto jihadista. Le armi da fuoco erano presenti sia negli attacchi di destra che di quelli jihadisti.
La scelta principale delle armi negli attacchi jihadisti tentati o portati a termine nel 2022 è ricaduta sulle armi bianche, poiché tale strumento risulta facilmente reperibile, rende il tempo di pianificazione degli attacchi più breve e riduce quindi il rischio di essere intercettati dalle forze dell’ordine. Inoltre, uno dei due attacchi jihadisti portati a termine è stato commesso mediante strangolamento e due degli attacchi sventati sono stati commessi con armi ed esplosivi.
I tre attentati mortali segnalati nel 2022 sono stati perpetrati mediante un’arma bianca e per strangolamento da parte di terroristi jihadisti e con un’arma da fuoco da parte di un terrorista di destra. Sebbene non siano stati realizzati attacchi terroristici con mezzi chimici, biologici, radiologici e materiali nucleari (Cbrn) è stata segnalata la presenza on line di materiale propagandistico sull’utilizzo di tali mezzi per finalità terroristiche.
Forme di finanziamento
Dei 380 arresti segnalati dagli Stati membri nel 2022, 14 erano legati al finanziamento del terrorismo, in particolare di quello jihadista. La maggior parte degli arrestati faceva parte di due gruppi terroristici che raccoglievano fondi per finanziare le attività delle organizzazioni terroristiche con sede al di fuori dell’Ue.
I fondi per finanziare attività terroristiche vengono ottenuti attraverso varie modalità, tra cui strutture commerciali legali, raccolta di donazioni, quote associative e attività criminali. Le donazioni rappresentano una quota importante nel finanziamento del terrorismo e vengono raccolte di persona in occasione di eventi (ad esempio concerti affiliati) e luoghi di ritrovo, ma vengono effettuate anche tramite bonifici bancari.
Lo Stato islamico (IS) riceve donazioni da familiari e sostenitori e il denaro viene poi trasmesso ai combattenti terroristi stranieri e alle loro famiglie che si trovano nei campi di prigionia siriani. Sebbene la maggior parte dei fondi raccolti dagli jihadisti siano diretti alle zone di conflitto, le indagini indicano anche che il denaro viene utilizzato per opere di radicalizzazione e reclutamento tra le comunità jihadiste nell’Ue. Vengono anche utilizzati fondi provenienti da attività criminali e legati al traffico di stupefacenti, all’estorsione, ai rapimenti, alla tratta di esseri umani alla rapina e al furto. Anche i proventi dei reati economici e finanziari, tra cui la frode, l’evasione fiscale e l’utilizzo illegale di fondi pubblici, rappresentano un’importante fonte di finanziamento. Le modalità più comuni per trasferire fondi rimangono il sistema bancario tradizionale, i servizi di trasferimento di denaro e i sistemi informali di trasferimento di valore come Hawala. Tuttavia, il sistema bancario tradizionale è meno utilizzato negli Stati membri in cui i meccanismi di controllo e profilazione del rischio sono più rigorosi o dove è presente una legislazione antiriciclaggio. Le organizzazioni terroristiche utilizzano sempre più valute digitali, poiché garantiscono un livello maggiore di anonimato per donatori e destinatari. Per quanto riguarda il jihadismo, sembra che negli ultimi anni IS, Al-Qaeda e i loro affiliati abbiano intensificato l’utilizzo delle criptovalute, per la raccolta e il movimento di fondi, probabilmente a seguito di una maggiore conoscenza dell’utilizzo di tali servizi. Complessivamente, comunque, l’uso delle valute digitali rimane marginale tra i mezzi del finanziamento del terrorismo.
Propaganda
Internet e la tecnologia digitale sono rimasti strumenti fondamentali di propaganda, unitamente alla radicalizzazione e al reclutamento di soggetti vulnerabili da parte di gruppi terroristici e di estremismo violento. Alle piattaforme dei social, alle applicazioni di messaggistica pubblicamente disponibili, ai forum on line e alle piattaforme di videogiochi si sono aggiunte le piattaforme decentralizzate, che sembrano essere sempre più utilizzate negli ambienti del terrorismo e dell’estremismo violento, rendendo sempre più difficile il monitoraggio e le indagini da parte delle forze dell’ordine. Pur facendo riferimento a ideologie e contesti diversi, i terroristi e gli estremisti violenti hanno delle pratiche in comune: utilizzano gli stessi ambienti digitali e adottano tecniche analoghe per la diffusione di contenuti.
Influenze del conflitto russo-ucraino
Dall’inizio della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina nel febbraio 2022, combattenti stranieri di varie nazionalità sono scesi sul campo di battaglia a sostegno di entrambe le parti coinvolte. Non risultano esserci informazioni confermate su una determinata organizzazione terroristica formalmente coinvolta nel conflitto.
Nel novembre 2022, il Parlamento europeo ha proposto di includere diversi gruppi filo-russi, come l’organizzazione paramilitare russa nota come “Gruppo Wagner”, il 141° Reggimento Speciale Motorizzato, noto come “Kadyroviti”, così come altri gruppi armati, milizie e rappresentanti finanziati dalla Russia, nella lista dei terroristi dell’Ue. Tuttavia, la decisione di includere persone, gruppi o entità in questo elenco può essere presa esclusivamente dal singolo Stato membro.
La guerra ha scatenato reazioni tra gli estremisti violenti, soprattutto nell’area di destra, e in misura minore in quella caratterizzata da altre ideologie. Le reazioni si sono viste soprattutto on line e in gran parte nei primi mesi della guerra. Affiliati di destra hanno espresso il proprio sostegno all’Ucraina o alla Russia, chiesto di mobilitarsi per unirsi alla battaglia, e hanno condiviso informazioni su come raggiungere l’Ucraina. Successivamente l’intensità dei dibattiti on line nei gruppi di destra è gradualmente diminuita rispetto ai primi mesi di guerra, per poi tornare ad argomenti più generali. Alcune persone, la maggior parte delle quali appartenenti all’estrema destra, hanno risposto positivamente alle richieste di mobilitazione diffuse on line all’inizio della guerra. Molte di queste sono già tornate nel Paese d’origine.
Mentre all’inizio della guerra alcuni media vicini agli jihadisti hanno incoraggiato la partecipazione di questi al conflitto, come mezzo per ottenere armi e nuove competenze, nel complesso le reazioni dell’area jihadista sono state meno significative e visibili rispetto a quelle degli estremisti di destra. La narrativa jihadista sulla guerra di aggressione russa contro l’Ucraina ha rafforzato il messaggio d’odio contro l’Occidente evidenziando come questa fosse una punizione divina per non aver ottemperato agli insegnamenti religiosi e sottolineando la differenza di trattamento a cui erano sottoposti i rifugiati provenienti dall’Ucraina ripetto a quelli che venivano dalle aree geografiche dove vi era la presenza di jihadisti.
Gli estremisti di sinistra hanno manifestato minori reazioni on line. Tuttavia, argomenti legati alla guerra e ai suoi effetti, come la battaglia per le risorse, la vittimizzazione di innocenti a beneficio di pochi e i profitti ottenuti dall’industria delle armi, sono diventati parte integrante della loro propaganda.
Il Tesat 2023 è disponibile, in lingua inglese, sul sito dell’Europol (www.europol.europa.eu).
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Centro europeo antiterrorismo
Quello del terrorismo è uno dei terreni dove l’’Agenzia è maggiormente impegnata. Per contrastare questo fenomeno nel nostro Continente, dopo la serie di attacchi terroristici che hanno scosso l’Europa nel 2015, è stato creato, nel 2016, l’European counter terrorism center, Centro europeo antiterrorismo (Ectc). Con una dotazione organica di 84 persone e 13 esperti nazionali distaccati, è stato progettato per essere un hub centrale nell’Ue nella lotta al terrorismo. Tra i suoi compiti vi sono quelli di:
- contrastare il fenomeno dei foreign fighters;
- condividere informazioni e competenze sul finanziamento del terrorismo (attraverso il programma di monitoraggio delle finanze dei terroristi e l’unità di informazione finanziaria);
- contrastare la propaganda terroristica, l’estremismo on line (tramite l’Unità dell’Ue per le segnalazioni su Internet) e il traffico illegale di armi;
- rafforzare la cooperazione internazionale tra le autorità antiterrorismo.
Il compito più importante però è quello di fornire supporto operativo agli Stati membri nelle indagini a seguito di attacchi terroristici. Per farlo effettua un controllo incrociato dei dati operativi, in tempo reale, con quelli già in possesso di Europol, portando rapidamente alla luce eventuali contatti finanziari e analizzando tutti i dettagli investigativi disponibili per aiutare a compilare un quadro strutturato della rete terroristica. In caso di un grave evento terroristico, l’Ectc può infatti contribuire a una risposta coordinata. A tal fine sono disponibili diverse squadre, spesso combinate con esperti di antiterrorismo temporaneamente distaccati dagli Stati membri, a seconda della natura dell’evento.
I team specializzati di analisti ed esperti dell’Ectc raccolgono informazioni operative provenienti dalle forze dell’ordine di tutti gli Stati membri e da terze parti per avere una più ampia prospettiva europea nella lotta al terrorismo.
L’Ectc lavora a stretto contatto con altri centri operativi presso Europol, come il Centro europeo per la criminalità informatica (Ec3) e il Centro europeo contro il traffico di migranti (Emsc).
Poiché l’utilizzo di Internet e dei social media da parte dei terroristi, per lanciare campagne, reclutare seguaci e promuovere o glorificare atti di terrorismo, è aumentato notevolmente nel corso degli anni, all’interno del Centro è stata istituita l’unità di riferimento su Internet dell’Unione (Internet referral unit – Iru). Il suo mandato include la segnalazione di contenuti terroristici ed estremisti ai fornitori di servizi on line e garantisce sostegno agli Stati membri, e a quelli terzi, nelle indagini su Internet. L’obiettivo principale è quello di ridurre l’accessibilità dei contenuti terroristici on line, identificando e perseguendone gli autori.