Elisa Cozzarini

Fiumi da liberare

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Nel 2022 in Europa sono state rimosse 325 barriere. In accordo con la Strategia per la biodiversità, che pone l’obiettivo di rinaturalizzare 25mila km di corsi d’acqua. Sul podio Spagna, Svezia e Francia. Italia ferma al palo

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Dopo cento anni, il fiume Elwha, Stato di Washington, costa ovest degli Stati Uniti, è di nuovo libero. Ormai delle due dighe, rimosse nel 2011 e 2014, si intuiscono soltanto i contorni, mentre lo scorrere dell’acqua ha finalmente riportato il luogo alla sua naturalità: stanno tornando i salmoni, fonte importante di reddito e di cibo per la tribù di nativi americani Klallam. Le dighe – alte l’una 64 metri, l’altra 33 – sono state abbattute dopo un’attenta analisi socio-economica. Molto banalmente, il confronto tra costi e benefici ha portato alla conclusione che mantenerle non era più conveniente. Per questo motivo negli Stati Uniti, stando ai dati raccolti dalla ong American rivers, dal 1912 a oggi sono state rimosse 2.025 dighe. Nel solo 2021, grazie all’abbattimento di 65 barriere, negli Usa è stata ripristinata la continuità fluviale per circa 700mila chilometri. Si dirà che a consentirlo sono i grandi spazi americani. Ma da alcuni anni anche in Europa si iniziano a realizzare opere simili, come risulta dal monitoraggio realizzato da Dam removal Europe, una coalizione di sette organizzazioni internazionali impegnate nella tutela della natura e degli ambienti acquatici. Nel 2022 nel Vecchio continente sono state rimosse almeno 325 barriere, distribuite in sedici Paesi europei, con un incremento del 36% rispetto all’anno precedente. Sul podio ci sono Spagna, Svezia e Francia, che insieme hanno portat

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11/10/2023