a cura della Direzione centrale per i servizi antidroga editing: Mauro Valeri

Relazione annuale della Dcsa: una sintesi

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Traffici, rotte e sequestri delle sostanze stupefacenti

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1. Introduzione
Anche quest’anno la Direzione centrale per i servizi antidroga ha pubblicato, il 15 giugno, la propria relazione, che rappresenta il quadro riassuntivo delle attività svolte e dei risultati ottenuti dal nostro Paese nella lotta contro il traffico illecito delle sostanze stupefacenti, nel corso dell’anno precedente. Per presentarla è stata realizzata una conferenza stampa, presso la Scuola di perfezionamento per le forze di polizia, che ha visto tra i relatori il prefetto Vittorio Rizzi, vicecapo della Polizia – direttore centrale della polizia criminale, e Antonino Maggiore, direttore centrale per i Servizi antidroga, generale C.A. della Guardia di Finanza. Videocollegati, 3 Esperti per la sicurezza impiegati in aree strategiche per le rotte della droga: Spagna, Perù e Repubblica dominicana. Di seguito, una sintesi del report.

2. Narcotraffico e Covid
La situazione emergente rivela tratti di specificità rispetto alle annualità pregresse.

L’esaurimento, nel corso del 2022, degli effetti della pandemia, dovuta al Covid-19, ha segnato una netta ripresa dei traffici. L’allentamento delle misure restrittive, che erano state adottate dall’autorità sanitaria, per ridurre la propagazione del virus, ha comportato una decisa ripresa delle importazioni di stupefacenti provenienti dai luoghi di produzione. I cartelli del narcotraffico stanno smaltendo, con l’immissione nei flussi di traffico, le eccedenze residue di prodotto, stoccato durante le fasi più aggressive della crisi pandemica, caratterizzata dall’adozione di drastiche limitazioni alla mobilità, con conseguente rallentamento globale delle transazioni commerciali.

Il progressivo ritorno alla normalità ed il sostanziale superamento dei provvedimenti restrittivi per la mobilità delle persone e delle merci, sia alle frontiere, sia all’interno dei Paesi, ha rimesso pienamente in moto il narcotraffico.

Le organizzazioni criminali, capitalizzando l’esperienza maturata nella fase pandemica, trasformatasi in un grande laboratorio per l’individuazione di nuove soluzioni per l’efficientamento del traffico, gestiscono le transazioni illecite, sia utilizzando gli schemi operativi tradizionali, sia le soluzioni innovative messe a punto durante la crisi sanitaria. Alla logistica “rodata” utilizzata negli anni, si affiancano modalità di traffico e di cessione più incentrate sull’utilizzo della rete internet, dei corrieri postali e commerciali e delle piattaforme crittografate.

In definitiva, il dato che emerge, nel 2022, a conclusione, di fatto, della crisi pandemica, è una sostanziale ripresa delle importazioni di stupefacenti, in quantità equiparabili ai periodi precedenti, per alimentare una crescente domanda, connessa al ritorno ad una vita sociale più intensa.

3. Criminalità organizzata e narcotraffico 
L’esame del narcotraffico nella sua dimensione associativa conferma che la produzione e la commercializzazione degli stupefacenti continua a rappresentare, ancora oggi, uno dei principali settori di interesse delle organizzazioni criminali e costituisce un fenomeno transnazionale che opera su un mercato mondiale, grazie soprattutto a una domanda sempre crescente, correlata ad un bacino di consumatori che non mostra segnali di ridimensionamento.

Il mercato degli stupefacenti è diventato sempre più esteso, articolato e complesso, non solo per il proliferare di nuove sostanze psicoattive illecite o per l’apertura di nuovi mercati, ma soprattutto per la varietà delle reti relazionali che legano i gruppi criminali coinvolti nel narcotraffico, alla costante ricerca di solide alleanze, validi asset per la logistica e nuove opportunità per incrementale i profitti. In tale cornice, risulta ragguardevole il numero di indagini, che documenta l’operatività di gruppi misti, costituiti da sodali di diverse etnie, in funzione del rispettivo interesse, così come quelle che hanno documentato le interazioni tra componenti stranieri e gruppi italiani. 

L’osservazione dei fenomeni e l’analisi degli indicatori offerti dalle attività antidroga concluse nel 2022 dalle forze di polizia, sotto il coordinamento della Direzione centrale per i servizi antidroga, consentono di enucleare due aspetti di novità rispetto alle rilevazioni precedenti. Si tratta del crescente impiego della tecnologia crittografica, vero e proprio ostacolo allo sviluppo delle indagini per il contrasto del traffico di stupefacenti e le contiguità che, in ambito portuale, agevolano la movimentazione dei container, nei quali è occultato lo stupefacente. Sul secondo aspetto, è stato dedicato, nella relazione di quest’anno, uno specifico focus, riguardante le modalità di trasferimento dello stupefacente all’esterno del porto. La capacità di controllo degli scali, un’affinata analisi di rischio per l’individuazione dei container contaminati, il monitoraggio delle piattaforme informatizzate per la movimentazione dei contenitori all’interno degli hub, si apprestano a diventare, nel prossimo futuro, la “linea rossa” lungo cui correrà, negli scali nazionali e ancor più nei grandi porti europei, l’azione repressiva del narcotraffico. 

Con riguardo al primo aspetto, invece, i recenti sviluppi della tecnologia telefonica e un ambiente informatico sempre più complesso costituiscono strumenti potenti di cui si avvalgono le organizzazioni criminali per tessere le proprie trame. Le comunicazioni, con cui si perfezionano gli accordi illeciti tra i diversi artefici delle transazioni, corrono, oggi, sui sistemi di criptofonia e sulle piattaforme cyber, che rendono più difficile il contrasto da parte delle forze di polizia. Sarà necessario, in proposito, a cominciare dal profilo normativo per arrivare a quello tecnologico, un upgrade degli strumenti disponibili per le forze di polizia, per aggredire in maniera efficace l’utilizzo delle reti e delle piattaforme criptate per le comunicazioni telefoniche e la connessa messaggistica. In questo complesso scenario, si rafforza il ruolo egemone della ‘Ndrangheta calabrese, che continua a rappresentare l’organizzazione mafiosa italiana più insidiosa e pervasiva, caratterizzata da una pronunciata tendenza all’espansione sia su scala nazionale che internazionale ed una delle più potenti e pericolose organizzazioni criminali al mondo. Grazie alla presenza di propri esponenti e broker operativi, stabilitisi nei luoghi di produzione e nelle aree di stoccaggio temporaneo delle droghe, non solo sul territorio nazionale, ma anche a livello europeo, rappresenta l’organizzazione più influente nel traffico della cocaina proveniente dal Sud America. La disponibilità di ingenti capitali di provenienza illecita ed una spiccata capacità di gestione dei diversi segmenti e snodi del traffico le hanno permesso, nel tempo, di consolidare un ruolo rilevante nel narcotraffico internazionale, a cui altre reti criminali fanno riferimento per l’approvvigionamento dello stupefacente da destinare ai mercati di consumo.

Per quanto riguarda l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”, le indagini, coordinate dalla Direzione, rivelano, anche nell’anno in esame, una sua persistente vitalità, un reiterato interesse al traffico di stupefacenti, una notevole capacità di adattamento ai mutamenti di contesto ed un approccio pragmatico al redditizio business del traffico di droga, che genera enormi profitti, a fronte di minori rischi, rispetto ad altri reati tipicamente mafiosi (quali ad esempio le estorsioni), ed è tornato a rappresentare una voce fondamentale nel bilancio di questa potente organizzazione criminale. È stata proprio l’efficace azione di contrasto svolta dalla forze di polizia verso il fenomeno estorsivo ad aver spinto le principali famiglie a recuperare un ruolo di primaria importanza nel traffico delle sostanze stupefacenti, sebbene in una posizione di subalternità rispetto ad altre organizzazioni di tipo mafioso, calabresi e campane, sia per quanto attiene all’approvvigionamento dai Paesi produttori, che per l’importazione e la distribuzione sul territorio nazionale. Le indagini più recenti lasciano ipotizzare, tuttavia, l’avvio di una nuova fase, nell’individuazione di canali di rifornimento dello stupefacente, da gestire autonomamente e attraverso una propria struttura logistica. Preoccupa, inoltre, la dimensione del fenomeno: è stata, infatti, accertata la presenza, tra le fila dell’organizzazione, di un numero molto consistente di soggetti coinvolti

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11/07/2023