a cura di Cristina Di Lucente
L’essenza del servizio
Trieste. Nello scenario di piazza dell’Unità d’Italia, il 16 giugno, hanno giurato fedeltà alla Repubblica 304 allievi agenti del 220° corso insieme ai loro omologhi delle Scuole di polizia di Spoleto (PG), Abbasanta (OR), Brescia e Pescara: 1.385 neo-poliziotti che in questo periodo sono in via di assegnazione a Uffici e Reparti su tutto il territorio nazionale per iniziare il servizio. Nel capoluogo giuliano sono stati trasferiti, per la conclusione del ciclo formativo, gli allievi del Centro addestramento Polizia di Stato (Caps) di Cesena, dopo l’alluvione che ha interessato l’Emilia Romagna. La cerimonia di giuramento si è svolta in contemporanea in tutte le scuole, con la partecipazione, a Trieste, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del capo della Polizia Vittorio Pisani, accolti al loro arrivo dal prefetto Pietro Signoriello, dal questore Pietro Ostuni, dal direttore dell’Ispettorato scuole Tiziana Terribile e dal direttore del Caps Bruno Di Rienzo. Il capo della Polizia, in video collegamento con le altre 5 scuole, si è rivolto così ai neo-agenti: «Sappiate che questo giuramento racchiude in sé l’essenza del nostro servizio, la fedeltà alla Repubblica e l’adempimento di quei doveri che siamo chiamati a compiere per garantire la civile convivenza della nostra comunità». Il prefetto Pisani ha poi sottolineato come il valore del servizio si concretizzi proprio nel rapporto quotidiano con i cittadini, in una dinamica nella quale l’esercizio dei poteri-doveri del poliziotto vanno a incidere sulla libertà personale di questi ultimi e sulla loro sfera più intima, nell’adempimento delle funzioni. «Dovrete avere sempre il massimo rispetto per la dignità umana di chi avrete di fronte, chiunque esso sia; il rispetto dei diritti fondamentali delle persone nei cui confronti eserciterete le vostre funzioni è un dovere assoluto». Nel corso della cerimonia, chiusa con la premiazione dei primi classificati della Scuola di Trieste, sono stati infine ricordati i poliziotti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, uccisi il 4 ottobre del 2019 in questura.
Formazione al femminile
Brescia. La storia della Pol.G.A.I. (Scuola di polizia giudiziaria, amministrativa, investigativa) risale al 1965, quando la sua sede era a Milano, ma è nel 1972 che viene aperta una sezione distaccata nella “leonessa d’Italia” e due anni più tardi le due scuole vengono unificate nella struttura attuale. «La Pol.G.A.I. nasce come istituto di specializzazione per gli operatori destinati agli uffici investigativi: conditio sine qua non per accedere a Digos e Squadre mobili era, negli Anni ’70, l’aver frequentato il corso», ne introduce così la storia il direttore, Francesca Canu, che sottolinea orgogliosamente come nella città di Brescia ci sia una sorta di “cast rosa”: la sua vice è Teresa Perna; ma anche sezione polizia stradale, prefettura e comune hanno una dirigenza al femminile. Tornata in questa sede nel 2021 dopo due anni alla Scuola di Piacenza – era stata vice direttore fino al 2019 – Francesca Canu spiega come alla Pol.G.A.I. si svolgano parallelamente corsi per agenti e per ispettori, e quelli specializzanti per lo Sco e per la Direzione centrale immigrazione e frontiere: le polizie straniere di Libia, Gambia, Nigeria, Emirati Arabi, Egitto, Vietnam, Azerbaijan (solo per citarne alcune) sono passate da qui, come pure 10 poliziotti francesi che ogni anno, in condizione di reciprocità, si formano nell’istituto grazie a una collaborazione avviata nel 2011. «Cerchiamo di coniugare la teoria con la pratica – prosegue Canu – per fare in modo di creare quel mix utile di conoscenze, competenze, e abilità che siano immediatamente spendibili con l’immissione in servizio. Allo stesso tempo cerchiamo di formare i neo-agenti prima come uomini e poi come poliziotti: dignità umana e correttezza nello svolgimento del servizio sono alla base della nostra attività». Dal 2014 al 2021 sono stati 15mila i frequentatori nella Scuola: un dato che rende l’idea dell’impegno richiesto dall’Istituto e negli ultimi anni la frequenza è aumentata. «Dal 2014 sono stati avviati i corsi per la sicurezza sul lavoro, erogati per il personale in servizio presso l’intero Dipartimento di pubblica sicurezza, compresi i reparti interforze». Non mancano poi le occasioni di contatto con la cittadinanza: giuramenti nelle piazze pubbliche, donazioni di sangue, accoglienza alle scolaresche in visita, commemorazioni e corse podistiche. L’ultima in ordine di tempo è stata la maratona dello scorso 21 maggio, la corsa di Maya, organizzata per l’Unicef, alla quale hanno partecipato molti allievi della Scuola. Un’attività particolarmente significativa è stata la realizzazione di un murales nell’androne di accesso all’aula magna da parte degli studenti dell’Accademia di Belle arti di Santa Giulia: il risultato è stato un’affresco che traccia il percorso degli allievi, dall’arrivo in Istituto all’attività che svolgono, culminando nel giuramento con lo sfondo di piazza Loggia, con la leonessa in rappresentanza della città, che abbraccia lo scudetto, simbolo della Scuola. Un’opera che ben rappresenta le dinamiche di apertura alla città da parte dell’Istituto.
Esempi per sempre
Palermo. Quest’anno ricorre il 31° anniversario delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio e il 30° di quelle di Firenze, Roma e Milano: un biennio sanguinoso che causò la morte di 27 persone – di cui 11 poliziotti – e centinaia di feriti. Le vittime di quegli attentati sono state ricordate a Palermo lo scorso 23 maggio, nel giorno in cui la strage di Capaci cambiò per sempre la storia del nostro Paese. Per questa ricorrenza la città si è animata, proseguendo quella rivolta culturale iniziata in quel momento tragico: lo ha fatto attraverso molte iniziative di legalità alle quali ha partecipato il capo della Polizia, Vittorio Pisani, che ha sottolineato come gli 11 servitori dello Stato caduti nelle stragi fossero consapevoli dei rischi che correvano: «Il loro esempio continua a vivere e il nostro dovere è mantenerlo sempre più vivo». La giornata è iniziata con la deposizione della corona d’alloro presso la Stele di Ca