Mauro Valeri
Indagini balistiche
In occasione dei 120 anni della Scientifica, questo mese esploriamo l’affascinante mondo della balistica ed entriamo nei suoi nuovi laboratori
Analisi residui dello sparo, Balistica forense e Stampa 3D, questi i tre laboratori inaugurati, lo scorso 31 marzo, presso il Polo Tuscolano a Roma. Allestiti dalla Direzione centrale anticrimine, utilizzando le risorse economiche messe a disposizione dalla Commissione europea nell’ambito del “Fondo sicurezza interna”, rappresentano oggi lo stato dell’arte nelle indagini scientifiche. Presenti all’inaugurazione, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il capo della Polizia Lamberto Giannini che, dopo aver visitato i nuovi laboratori, si sono recati nella Sala Palatucci.
«I nuovi laboratori oggi inaugurati – ha detto nel discorso d’apertura il prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine – rappresentano un notevole e tangibile passo in avanti per la polizia scientifica, sempre più protesa alla modernità e alle sfide future». «Iniziative come questa – ha evidenziato poi il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi – sono proiettate verso la modernità, la ricerca, lo studio, il raggiungimento quindi di un’eccellenza scientifica che possa qualificare sempre di più, e meglio, le attività di tutte quelle articolazioni centrali e territoriali che si nutrono di quelle che sono le capacità che la polizia scientifica mette a disposizione».
Tecnologia di importanza primaria, così come le capacità umane e professionali degli operatori che la utilizzano: «È importante il progresso tecnologico per la polizia scientifica – ha sottolineato il capo della Polizia, Lamberto Giannini – ma vedendo come avete padroneggiato e illustrato i nuovi strumenti risulta evidente quanto l’elemento umano sia centrale e richieda una grande professionalità e su questo bisogna investire al pari di quanto si investe sui macchinari».
Balistica e residui dello sparo
La balistica forense permette di ricostruire i fatti relativi a un delitto in cui sia stata utilizzata un’arma da fuoco; per fare questo studia l’arma (balistica interna), il moto dei proiettili ( balistica esterna) e gli effetti di questi quando impattano sul bersaglio (balistica terminale). In ambito forense, con il termine “indagine balistica” ci si riferisce a quel complesso di esami tecnici relativi alle armi da fuoco o ai reperti direttamente connessi al loro impiego.
Alla balistica in senso stretto è legata l’analisi dei residui dello sparo, che permette di individuare la presenza di sostanze derivate dalla combustione delle polveri da sparo, di quelle provenienti dalla miscela dell’innesco e dal proiettile espulso dall’arma. «L’analisi dei residui dello sparo – dice Lorenzo Rinaldi, direttore della IV divisione del Servizio polizia scientifica – facendo parte della balistica in senso lato, correlando le risultanze ai dati investigativi, aiuta a ricostruire la dinamica e può arrivare a definire chi era presente sulla scena del crimine, perché contaminato. L’uso combinato di queste due discipline rappresenta il fondamento delle indagini della Scientifica in una scena del crimine dove si suppone che siano state utilizzate armi da fuoco e permette di rispondere ai numerosi quesiti a noi posti dall’autorità giudiziaria per la corretta ricostruzione della scena del crimin