Annalisa Bucchieri
Voci sorelle
La loro numerosa famiglia è una vera e propria azienda del doppiaggio. Le poliedriche figlie di Renato Izzo si mettono a nudo in un libro, scritto a otto mani, che racconta il loro percorso personale e professionale
Non basta dirlo, bisogna saperlo pronunciare. Su questo mantra si basa uno dei più prestigiosi regni di doppiaggio italiano, la Pumais Due. Dietro a questo nome grintoso, simboleggiato da un bellissimo puma in rame che adorna la sede di Forte Bravetta, a Roma, ci sono le altrettanto feline e ferine sorelle Izzo che hanno ereditato dal mitico papà Renato il mestiere e il talento e, al contempo da mamma Liliana, tutta la potenza amorosa e la grazia prodigiosa dell’essere femminile. Oggi la Pumais Due è un vero e proprio matriarcato dove lavorano figli e nipoti e deve il suo successo a una parola entrata solo di recente nel linguaggio di uso comune: sorellanza. Lo si evince bene dal libro di recente pubblicazione, “4 sorelle 8 matrimoni 9 divorzi”, dove Simona e Rossella, gemelle, Fiamma e Giuppy si mettono a nudo nel loro rapporto. Siamo andate a sentire dalla loro “viva voce” cosa ha significato lavorare nel mondo del doppiaggio e farlo in famiglia.
Quanti adattamenti e doppiaggi di serie TV producete in media ogni anno? E a quante persone la Pumais Due dà lavoro?
Risposta corale – Abbiamo una grande potenzialità grazie al nostro studio che ha 10 sale doppiaggio e 5 mix e si avvale della collaborazione dei nostri dipendenti, personale molto selezionato. Ci avvaliamo, inoltre, di un parco attori molto vasto: tra Roma e Milano sono circa 700 i professionisti, fra i quali brillano nomi illustri. La produttività varia di anno in anno, siamo arrivati a circa 600/700 ore che indicativamente corrispondono ad altrettanti episodi. Lavoriamo moltissimo per gli States (hanno doppiato i prodotti Netflix per diversi anni, ndr), grazie anche alla qualità perfetta del suono che riusciamo a riprodurre.
Per la riuscita del doppiaggio, oltre alla tecnologia performante e a una bella voce, serve di più?
Giuppy – Per fare il doppiatore bisogna prima di tutto essere dei bravi attori, e quindi studiare per ricreare l’emozione che c’è nella scena del film, dove si è aiutati dal set, dai costumi, insomma da tutto il contorno. Papà Renato era bravissimo a ricreare l’emozione in sala doppiaggio, abbiamo tutte imparato da lui ad applicare le migliori strategie quando siamo dentro gli studios.
Quali sono le lingue più ostiche per il doppiaggio in italiano?
Fiammetta – Sicuramente sono le asiatiche e le arabe perché la fonetica e i suoni di queste lingue sono molto differenti da quelle latine e di conseguenza lo sono i movimenti labiali che le riproducono. Turco, magrebino e coreano sono tra le imprese più difficili, mentre sui film di animazione concordiamo tutte che ci si diverte moltissimo.
Si può dire che la vostra è un’azienda a conduzione familiare?
Rossella – Assolutamente sì. Attraverso tutti gli insegnamenti di nostro padre, Renato Izzo, grande maestro che è stato “la nostra Accademia”, abbiamo tutte cominciato a cimentarci nel doppiaggio da giovanissime e a entrare in contatto con il mondo del cinema e del teatro. E con il tempo – per esempio Fiammetta è stata in gioventù un’importante soprano – la nostra professione è diventata questa. E devo dire che ne sono orgogliosa. Oggi con le mie sorelle Fiammetta e Giuppy portiamo avanti la società che fondai insieme a mio padre nel 1980. All’interno del gruppo lavorano anche le mie figlie Myriam e Giulia, Francesco Venditti, figlio di Simona e sua figlia Alice, e Rossa la figlia di Fiamma.
Ognuna di voi spiccherà per alcuni aspetti…
Rossella risponde per tutte – Sicuramente Fiamma ha grandi capacità imprenditoriali che oggi sfruttiamo tutte insieme per allargare i confini della nostra società. Io possiedo molto fiuto, non legato solo agli affari, “sento le cose nell’aria”. Giuppy è la nostra consigliera, sempre pervasa da una grande saggezza, molto intuitiva, con grande estro. Simona è una vera artista, non partecipa molto alla vita della società, visti i suoi impegni con il lavoro di regista e sceneggiatrice ma, facendone parte, è sempre accanto a noi nelle decisioni importanti.
Vi siete definite imprenditrici con i tacchi a spillo, come si concilia la responsabilità di un’azienda, la femminilità e la cura dei figli?
Se per Rossella «è una cosa che viene a noi tutte naturale, uno stile di vita, forse per il grande senso del dovere che ci ha tramandato nostro padre», Simona vede nell’impronta di mamma Liliana la capacità di curare bellezza, femminilità e al contempo essere sempre “cangure” con i propri figli.Fiamma confessa di adorare i tacchi e di amare cucinare per tutte le quattro famiglie. E Giuppy invece sorride, comoda nelle sue scarpe da ginnastica: «anche perché il nostro lavoro è molto fisico».
Di solito lavorare in famiglia non è facile e si litiga spesso. Ma nel vostro caso sembra il segreto del vostro successo. O sbaglio?
Fiamma e Giuppy – Dopo aver costruito il nostro studio di doppiaggio questo aspetto si è addirittura rafforzato. Abbiamo tutte lo stesso intento e crediamo in quello che facciamo.
Rossella – Credo che la nostra unione e la grande solidarietà fra noi ci abbia molto aiutate a creare questo nostro mondo professionale. Conclude letterariamente Simona – Mi balzano immediatamente in testa le sorelle Charlotte, Emily e Anne Brontë, tre scrittrici dell’era vittoriana che ci hanno consegnato capolavori come Jane Eyre e Cime tempestose, collaborando tra loro e sostenendosi per tutta la vita. Noi abbiamo la sindrome o forse meglio “La magia delle sorelle Brontë”.
Incontri ravvicinati del terzo tipo con le divise?
Solo di collaborazione professionale! – scoppia a ridere Rossella – L’incontro con la Polizia di Stato avvenne nel 2005 con la prima stagione di Provaci ancora Prof!, serie tv di cui era protagonista Veronica Pivetti e io ne curavo la regia e così chiesi collaborazione all’Ufficio relazioni esterne per ottenere mezzi, arredi, divise e quant’altro e ho trovato un’accoglienza notevole. Da allora il legame è sempre stato forte e si è consolidato nelle sette stagioni successive.
La più bella voce maschile e la più bella voce femminile nel panorama attuale italiano?
Per Rossella, Francesco Pezzulli (voce fra gli altri del grande Leonardo Di Caprio) e Lory Biella. Fiamma onestamente dice che è difficile rispondere a questa domanda senza citare la famiglia: Francesco Venditti in Deadpool e Luca Ward in Il Gladiatore e sicuramente tutte le mie sorelle, soffermandomi su Giuppy che da 20 anni fa sognare tutti gli amanti di Grey’s anatomy e ha fatto ridere il pubblico italiano con la sua proverbiale Bridget Jones. Poi ho diretto mia nipote Myriam Catania in film indimenticabili come Espiazione e mia figlia Rossa Caputo in cult movie come Colpa delle Stelle e nella Cinderella di Amazon. Giuppy non si autocita e nomina invece Riccardo Niseem Onorato e Laura Romano.
Cosa ha significato il libro nelle vostre vite?
Simona per tutte – La miccia che ha fatto scattare in me l’idea di scrivere un libro con le mie tre sorelle è stato durante il periodo del lockdown che ha fatto molto soffrire la nostra grande famiglia. Improvvisamente gli abbracci e i baci che ci davamo in occasione di ogni incontro venivano a mancare come l’ossigeno (considerate che siamo abituate da sempre a riunirci per il pranzo domenicale). È stato allora che ho sentito la necessità di confrontarmi con le altre sulla sorellanza.
Come diceva Antonio Tabucchi: “scrivere è un modo di venire a patti con la mancanza di senso della vita”.