Annalisa Bucchieri

Memorie visive

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On line l’innovativa piattaforma digitale di immagini storiche della Polizia, integrate e commentate dall’Ansa. Uno strumento che guarda ai giovani

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“Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare” - diceva John Belushi nella mitica pellicola The Blues Brothers. L’idea di una piattaforma iconografica digitale nasce nel periodo più duro e nefasto che abbiamo affrontato ultimamente, la pandemia e il conseguente lockdown. Poliziamoderna allora continuò ad uscire ogni mese nonostante le difficoltà di produrre articoli, non potendo andare sul campo come siamo soliti fare per qualsiasi approfondimento, e dovendo gestire le criticità di stampa della tipografia, di distribuzione postale e di mancanza di inserzioni pubblicitarie. è stato allora che la direzione dell’Ufficio relazioni esterne e cerimoniale ha pensato di ottimizzare il tempo che non poteva più essere impiegato in eventi, cerimonie e campagne sociali nella scansione del vasto archivio storico di Poliziamoderna e nella razionalizzazione dell’archiviazione digitale preesistente per items e campi tematici. Un immenso tesoro di immagini che dal gennaio 1949, data della prima uscita della rivista, si è accumulato nel corso di quasi 75 anni e di cui solo l’ultimo ventennio si presenta in formato digitale dall’origine, come file raw o jpeg. Foto stampate, diapositive, provini, negativi finiti nel “retrobottega” di ogni numero in uscita della rivista conservano anche la traccia di ciò che per ristrettezza di spazi tipografici o per modifiche di timone non è stato mai pubblicato ed è stato scartato ma conservato. Più di 50mila scatti che rappresentano la memoria visiva della nostra Istituzione. Ripercorrendole ci siamo resi conto di quanto queste foto raccontino non solo del nostro lavoro ma anche i momenti importanti della vita del Paese e appartengano all’iconografia socio-politica dell’Italia. 

Abbiamo così voluto che questo patrimonio fosse letto, descritto e interpretato da un occhio esterno, per non incorrere nel rischio dell’autoreferenzialità, e anche per permettere a un pubblico più ampio di fruire di queste testimonianze visive. E chi meglio della prestigiosa agenzia giornalistica Ansa? Del resto “Se lo dice l’Ansa è vero”, è uno dei mantra del giornalismo nostrano.  L’Agenzia di via della Dataria ha integrato tra l’altro la carrellata di immagini in possesso della rivista con il suo data base fotografico di grande pregio (che risale al 1945) e con numerosi takes (comunicati, lanci stampa) che hanno annunciato e accompagnato i fatti di cronaca più rilevanti del Paese. 

La piattaforma digitale, nata da questa operazione e intitolata Al Servizio del Paese- Frammenti di storia italiana, rappresenta una summa dei patrimoni di Ansa e Polizia di Stato, circa 500 foto e anche diversi filmati. Didascalie narrative, presentazione dei contesti storici e dei personaggi ritratti, rendono esplicative e “parlanti” le immagini. Per questioni di fruizione e di intellegibilità non abbiamo voluto ingolfare il lettore mettendo esposta “tutta l’argenteria di casa”,  ma abbiamo cercato di dare attraverso gli scatti più intensi e significativi uno stimolo ad andare approfondire anche quello che nella piattaforma non c’è anche perché di molti episodi, personaggi, accadimenti comunque importanti non abbiano trovato traccia di immagini. Lo ribadisce con umiltà il sottotitolo scelto: Frammenti di storia italiana.

 I sette capitoli nei quali è organizzata la piattaforma – L’impegno contro le mafie, La lotta al terrorismo, Gli specialisti al servizio del Paese, La Polizia delle donne, La sicurezza dei cittadini, Manifestazioni ed eventi pubblici, Il valore dello sport – sono  anticipati da una video-introduzione del capo della Polizia, il prefetto Lamberto Giannini, e del direttore dell’Ansa Luigi Contu. Si può navigare liberamente saltando da un capitolo all’altro o andare, grazie ad un indice attivo, direttamente all’argomento cercato. Visibile su varie devices, dall’ipad allo smartphone, ci auguriamo renda il più agevole possibile ai nativi digitali la fruizione della documentazione storica. L’abbiamo pensata principalmente come un ausilio formativo per i giovani, studenti di ogni età, compresi i frequentatori delle scuole di polizia, per poter offrire loro alcuni strumenti di approfondimento sul passato prossimo del Paese, di un periodo nel quale non erano ancora nati o muovevano i primi passi,  e che il programma scolastico copre a stento.

Da qui la scelta di presentare la piattaforma davanti ad una platea di studenti universitari all’interno della sala The Dome dell’Università Luiss Guido Carli di Roma il 23 febbraio scorso è stato il coronamento di questo percorso. Ne è riprova l’accoglienza che ha avuto il progetto tra gli universitari presenti in sala e tra i professori che si propongono di utilizzarla nella didattica. L’evento, moderato da Gianni Riotta, direttore del Master in giornalismo e comunicazione della Luiss (al centro della foto 1), ha visto la partecipazione del capo della Polizia Lamberto Giannini, della vicepresidente Luiss Paola Severino e del direttore generale Luiss Giovanni Lo Storto e del direttore dell’Ansa Luigi Contu (da sinistra a destra, foto 1). 

Nel corso dell’evento di lancio, alcuni degli scatti più significativi sono stati commentati proprio da chi quei momenti li ha vissuti in prima persona. Gli studenti hanno potuto, infatti, ascoltare e rivivere le indagini che hanno consentito di smantellare le Nuove Brigate Rosse direttamente dalla voce del capo della Polizia Giannini, all’epoca dei fatti funzionario della Digos di Roma.

A raccontare, invece, l’indagine che ha portato alla cattura del boss di Cosa nostra Bernardo Provenzano è stato Renato Cortese (foto 3) che nel 2006 era il capo della sezione “Catturandi” della squadra mobile di Palermo. Assieme a lui erano inoltre presenti gli attori e volti noti del piccolo e grande schermo Ficarra e Picone che, con un pizzico di comicità, hanno narrato i difficili anni vissuti dai siciliani negli anni caratterizzati dagli omicidi di mafia (foto 2).

Gaetano Quagliariello, docente di storia contemporanea presso l’Università Luiss, ha illustrato gli importanti cambiamenti culturali che hanno portato la società civile ad apprezzare sempre più il “servizio reso al Paese” dalle donne e dagli uomini della Polizia di Stato. 

Il testimone poi è passato ai giovani studenti rappresentati da Corrado Piedeluca, al secondo anno di Scienze politiche (foto 5),  che con il supporto delle immagini ha ripercorso i passi che hanno portato la Polizia di Stato ad essere la prima forza dell’ordine, nel 1961, ad arruolare le donne, che oggi ricoprono importanti e delicati incarichi di vertice.

Infine, a spiegare l’importanza che riveste lo sport nel veicolare i valori di legalità e rispetto delle regole è stata Valentina Vezzali, ex atleta e responsabile dei settori giovanili della Fiamme oro, nonché l’atleta italiana con il maggior numero di medaglie olimpiche vinte (foto 4).

Ha chiuso l’evento la visita del capo della Polizia, prefetto Giannini, alla mostra allestita nel foyer della sala The Dome, con 50 pannelli espositivi contenenti alcune delle immagini che compongono la piattaforma digitale (foto 6). è stata visitabile fino al 2 marzo ed ora inizierà a viaggiare per le Scuole di polizia e negli istituti d’istruzione di tutta Italia che ne faranno richiesta. 

La piattaforma digitale è consultabile liberamente sull’home page dei siti ansa.it, di poliziadistato.it e poliziamoderna.it.

09/03/2023