Chiara Distratis

Sempre i primi

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Martedì 27 settembre 2022 sarà per sempre una data importante per lo sport paralimpico italiano, è infatti il giorno della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana del primo concorso speciale per atleti paralimpici della Polizia di Stato. Il bando prevede l’assunzione di 14 atleti tesserati presso le Federazioni sportive nazionali riconosciute del Comitato italiano paralimpico (Cip), per le discipline di scherma, tiro con l’arco, tiro a segno, nuoto, sci alpino e snowboard. «La nostra collaborazione col Cip – ricorda Francesco Montini presidente dei Gruppi sportivi delle Fiamme oro – nasce nel 2010 e nel 2012 avevamo già tesserato il primo atleta paralimpico che era lo schermitore Alessio Sarri. È stata una storia lunga e anche un po’ travagliata, perché riuscire ad arrivare a un provvedimento normativo che consentisse l’assunzione a tempo indeterminato di questi atleti paralimpici penso sia stato un grandissimo successo, come la conquista di una medaglia olimpica. Con questo concorso verranno assunti gli atleti paralimpici in base ai loro titoli sportivi e saranno atleti che porteranno, e che per la maggior parte hanno già portato e continueranno a farlo, lustro alla Polizia di Stato. Infatti in molti casi si tratterà di sanare situazioni già esistenti, atleti già tesserati con noi da diverso tempo, che finalmente entreranno a far parte a pieno titolo della famiglia della Polizia di Stato. Siamo i primi a bandire un concorso per l’ingresso a tempo indeterminato di questi sportivi perché è importante dare loro delle certezze: è vero che l’attività paralimpica è molto longeva ma non dura tutta la vita. Quando smettono devono avere un lavoro e, in questo modo, quando finirà la loro carriera sportiva verranno inquadrati come agenti tecnici della Polizia di Stato e verranno impiegati nell’ambito delle Fiamme oro come testimonial o come tecnici che invitano altri giovani a intraprendere il loro percorso in linea con il nostro programma di integrazione dei diversamente abili attraverso lo sport. Questa volta abbiamo messo a bando 14 posti ma possiamo arrivare fino al 5% dell’organico delle Fiamme oro e quindi, in futuro, potremo ampliare leggermente il numero. In questo momento sono molto molto soddisfatto – conclude il presidente Montini – perché è stato un progetto lungo, sono tanti anni che ci stiamo dietro e quindi arrivare finalmente a meta è molto importante». Molto soddisfatto anche Luca Pancalli, presidente del Comitato paralimpico italiano, che ha ripercorso con noi la strada che ha portato a questa vittoria: «Il primo passo è stato quello di preparare il terreno per un cambiamento culturale nel nostro Paese. Siamo riusciti a mutare la percezione che la nostra società ha delle persone con disabilità, oggi viste sempre di più come una risorsa e non un problema. In questo processo ha contribuito in maniera determinante lo sport, che ha aiutato a diffondere l’immagine di ragazze e ragazzi non solo vincenti in ambito sportivo ma anche portatori di valori positivi e fonte di ispirazione per le nuove generazioni. Si è trattato, ovviamente, di un processo lungo e spesso tortuoso in cui, però, abbiamo potuto sempre contare sul sostegno delle istituzioni». E per compiere questa “impresa” Pancalli non è stato di certo lasciato solo: «Sono molte le persone che hanno collaborato perché traguardi del genere sono frutto del lavoro di tanti soggetti. Penso, innanzitutto ai capi della Polizia che si sono succeduti in questi anni, ai comandanti generali della Guardia di Finanza, ai capi Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, ai capi di Stato maggiore della Difesa. Insieme a loro non posso non ringraziare l’onorevole Giusy Versace per aver presentato una proposta di legge in questa direzione, tutti i parlamentari che hanno espresso parere favorevole a questa importante Riforma, gli ex ministri Alfonso Bonafede, Roberto Gualtieri, Lorenzo Guerini, Luciana Lamorgese, ciascuno dei quali ha dato un contributo al raggiungimento del risultato. Naturalmente un grande ringraziamento va a Vincenzo Spadafora che, nel ruolo di ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, ha avuto il grande merito di aver promosso questa iniziativa legislativa che ha consentito al nostro Paese di compiere un importante salto di civiltà».

La Polizia di Stato è stata la prima ad aprire le porte dei propri Gruppi sportivi agli atleti paralimpici, e questa lungimiranza alla fine ha portato buoni frutti: «Dieci anni fa Fiamme oro e Cip firmavano un accordo di collaborazione per lo sviluppo tecnico e agonistico delle attività sportive per i disabili. Le forze di polizia hanno giocato sin dal primo momento un ruolo determinante per affermare e promuovere un concetto di sport il più possibile inclusivo. Oggi, un atleta paralimpico che entra nei Corpi civili dello Stato o nel Gruppo paralimpico della Difesa può godere di una straordinaria opportunità lavorativa, fondamentale anche nel suo percorso di sportivo. In questo modo, inoltre, si invia un messaggio importante anche a tutto il mondo del lavoro: una persona disabile, se messa nelle condizioni di esprimersi al meglio, può rappresentare una grande risorsa». L’opportunità di far parte a pieno titolo di un Gruppo sportivo dello Stato sarà un valore aggiunto per un atleta paralimpico e per tutto il movimento nazionale: «D’ora in poi gli atleti paralimpici italiani potranno usufruire di una grandissima opportunità, quella di proseguire l’attività agonistica all’interno di un’eccellenza sportiva come i Gruppi sportivi militari o dei Corpi dello Stato, alla stregua degli atleti olimpici. Vi è un vero e proprio salto di qualità. Fare parte di realtà fortemente competitive come queste, usufruire delle loro competenze e conoscenze e potersi dedicare a tempo pieno alla preparazione significa favorire la crescita dell’atleta sia sotto il profilo tecnico che valoriale». Questo quindi è stato veramente un grande passo per il mondo paralimpico ma i sogni del presidente Pancalli non finiscono certamente qui: «Il mio prossimo desiderio  è quello di poter vedere abbattute, un giorno, tutte quelle barriere culturali ed economiche che ancora oggi dividono l’umanità – e lo stesso mondo dello sport – in categorie distinte dove alcune hanno più rilevanza di altre. Lo sport è un diritto e deve rappresentare sempre più una parte delle politiche pubbliche del Paese per favorire, anche attraverso di esso, quel percorso di riconoscimento dei diritti di cittadinanza di tutti al fine di rappresentare, sempre più e meglio, un efficace strumento di benessere, socialità, inclusione e integrazione. 

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Antonio Fantin campione paralimpico di nuoto

Chiunque di noi ha delle passioni, che queste siano lo sport, la musica, lo spettacolo,
però perché si possano coltivare dobbiamo essere al sicuro. La sicurezza è ciò che ci permette di dedicarci a quello che desideriamo e, spesso, ci dimentichiamo di come questa sia il fondamento di tutto. È questo che mi spinge a indossare con orgoglio la cuffia della polizia dal 2019 e che mi ha fatto partecipare alla selezione.

Un concorso che evidenzia come sempre più, concretamente, si dia forma a quel concetto di “sport unito, uno e uno solo”; un concorso che si concentra sull’atleta e sulla persona senza guardare solamente alla disabilità: guardare agli atleti e alle persone senza filtri, ad esempio quello della disabilità, significa lavorare a una società normale. Sicuramente ha un importantissimo impatto sul mondo dello sport paralimpico, ma credo fortemente lo abbia anche e soprattutto sulla società e la sua cultura. Quindi, grazie! Grazie a tutti coloro che lo hanno reso possibile e a tutti quelli che ogni giorno ci fanno sentire al sicuro e permettono di dedicarci alle nostre passioni.

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Carlotta Gilli campionessa paralimpica di nuoto

Erano anni ormai che aspettavamo questa opportunità e nel mio caso, ma penso anche per i miei compagni, era veramente un sogno nel cassetto. Il primo era quello di andare alle Olimpiadi e di vincerle e subito dopo di essere effettivamente arruolata in polizia. Appena è uscito il concorso non ho avuto assolutamente dubbi e ho raccolto subito tutti i documenti che servivano per poter inviare la mia domanda il prima possibile. Ho iniziato a nuotare quando ero molto piccola e nella mia squadra c’era una ragazza tesserata per le Fiamme oro, per me rappresentava l’esempio di atleta perfettamente realizzata, era riuscita ad andare alle Olimpiadi e a entrare nel gruppo sportivo. Mi ricordo che le prime volte che andavo ai Campionati italiani assoluti mi incantavo a osservarla con la tuta della polizia e mi dicevo che anche io, un giorno, avrei voluto indossarla. Da qualche tempo gareggio con la cuffia dorata delle Fiamme oro e questo porta con sé un’enorme responsabilità ma mi rende altrettanto orgogliosa. Pensare che presto potrei scendere in vasca facendo effettivamente parte della Polizia di Stato è emozionante e eccezionalmente straordinario. Attraverso il nuoto e le mie vittorie voglio regalare alle persone le gioie che questo sport mi dona e quindi in questo modo cercare di aiutare gli altri e credo che questo i poliziotti lo facciano in modo esemplare. Vedermi un giorno poliziotta e potermi mettere al servizio di tutti i cittadini era veramente il mio sogno: ho partecipato al concorso e quindi ora non mi resta che aspettare i risultati con le dita incrociate. 
Fino a oggi si è detto che il mondo paralimpico fosse uguale a quello olimpico, ma non era effettivamente così e posso fare tantissimi esempi per dimostrarlo. Uno di questi era proprio il fatto che gli atleti olimpici erano poliziotti veri mentre quelli paralimpici “finti”. Questo concorso è sicuramente un grandissimo passo in avanti e spero sia veramente l’inizio di una rivoluzione culturale: da adesso il mondo paralimpico inizierà ad essere davvero uguale a quello olimpico, e non solo a parole. 

06/12/2022