Mauro Valeri

Porte aperte alla pace

CONDIVIDI

Le Istituzioni con sede a L’Aia hanno ospitato i visitatori di tutto il mondo in occasione del “Just peace open day”.

ins 12-22

1. Introduzione
C’è un giorno, il 16 ottobre, nel quale le tante Istituzioni con sede a L’Aia, città della pace, aprono le porte ai visitatori. Ed è un binomio inscindibile quello tra la Pace e la città dei Paesi Bassi, rappresentato dal Vredespaleis, il Palazzo della Pace (foto in apertura), costruito con una donazione, nel 1903, di ben 1,5 milioni di dollari del filantropo americano Andrew Carnegie, magnate dell’acciaio. I Paesi di tutto il mondo donarono poi materiale da costruzione e opere d’arte per completare l’imponente opera: marmi dall’Italia, tappeti dall’Iran, dipinti dalla Francia, orologi dalla Svizzera, legno dall’Indonesia e così via. Il palazzo ospita oggi la Corte internazionale di giustizia, principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, la Corte permanente di arbitrato, organizzazione internazionale per facilitare la risoluzione delle controversie fra gli Stati membri, e una biblioteca che contiene la collezione di testi sul diritto penale internazionale più vasta del Pianeta.
Nelle pagine seguenti analizziamo l’organizzazione, i compiti e le particolarità di tre tra le Istituzioni principali presenti nella città: Europol, Eurojust e la Corte penale internazionale.

2. Europol

Siamo negli Anni 70 quando nasce l’idea di instaurare una collaborazione europea per fronteggiare i crimini transnazionali più gravi. Viene quindi creato il gruppo “Trevi”, composto dai ministri dell’Interno e della Giustizia dei Paesi dell’allora Comunità europea. Da allora molta strada è stata percorsa fino ad arrivare, con specifica previsione contenuta nel Trattato sull’Unione europea firmato a Maastricht nel 1992, all’istituzione di Europol. Si passa poi dall’Edu (Unità antidroga Europol), il cui mandato era limitato alla lotta al traffico di sostanze stupefacenti, al riconoscimento di Europol quale Agenzia europea (2010), fino all’emanazione del Regolamento Ue 2016/794 che segna la nascita dell’attuale Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto. Molte le nuove competenze acquisite che ricomprendono ora praticamente tutte le forme gravi di criminalità che interessano due o più Stati membri. Europol non va considerato un ufficio di polizia europeo con poteri esecutivi in senso stretto, come le forze di polizia nazionali o l’Fbi, e il suo personale non può partecipare all’esecuzione di misure coercitive, ma può fornire sostegno operativo alle autorità competenti degli Stati membri nel corso dell’esecuzione di misure investigative, su loro richiesta e conformemente al diritto nazionale, in particolare facilitando lo scambio transfrontaliero di informazioni, fornendo supporto forense e tecnico ed essendo presente durante l’esecuzione di tali misure investigative; oppure per effettuare i cd. controlli di sicurezza secondari, sempre a supporto e su impulso delle forze di polizia nazionali, volti a contrastare il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e il terrorismo nei Paesi a maggiore pressione migratoria, come in Italia, dove i “guest officers” dell’Agenzia sono stabilmente presenti ed operativi in Sicilia, Calabria e Puglia. Nel caso Europol ritenga che debba essere avviata un’indagine penale su un reato rientrante nell’ambito dei suoi obiettivi, chiede alle autorità competenti degli Stati membri interessati, tramite le unità nazionali, di avviare, svolgere o coordinare tale indagine. Con una recente modifica al Regolamento che disciplina l’attivita’ dell’Agenzia, il suo direttore esecutivo, qualora ritenga che debba essere avviata un’indagine penale su un reato che riguarda solo uno Stato membro, ma incide su un interesse comune oggetto di una politica dell’Unione, può proporre alle autorità competenti dello Stato membro interessato di avviare tale indagine. La modifica del Regolamento ha inoltre introdotto numerose altre novità, come, ad esempio, quella che in materia di ricerca e innovazione, Europol assisterà gli Stati membri nell’utilizzo delle tecnologie emergenti e svilupperà soluzioni tecnologiche comuni, comprese quelle basate sull’intelligenza artificiale.

Il core business dell’Agenzia rimane comunque quanto previsto dall’art. 4 del Regolamento “…raccogliere, conservare, trattare, analizzare e scambiare informazioni…” e “…coordinare, organizzare e svolgere indagini e azioni operative congiuntamente con le autorità competenti degli Stati membri o nel quadro di squadre investigative comuni…”. La partecipazione del personale di Europol, soprattutto alle Squadre investigative comuni, rappresenta il vero e proprio valore aggiunto alle indagini degli Stati membri. I dati elaborati in fase di intelligence e le informazioni disponibili su un determinato caso, infatti, possono essere confrontati con le banche dati Europol, permettendo di far emergere ulteriori collegamenti. Ciò consente agli analisti di Europol di elaborare una panoramica globale del caso, superando quindi il più limitato approccio nazionale.

Per raccogliere e analizzare i dati sono impiegati circa 100 analisti criminali. Il loro lavoro permette anche di produrre valutazioni periodiche come il Socta, il Tesat e lo Iocta. Il primo “fotografa” il livello della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità nell’Ue; il secondo, invece, costituisce una relazione annuale sulla situazione e sulle tendenze del terrorismo nell’Ue; il terzo, è una relazione strategica sulle minacce emergenti e sugli sviluppi della criminalità informatica. 

All’interno dell’Agenzia sono stati creati diversi Dipartimenti, anche con il compito di coordinare le attività di contrasto delle diverse minacce criminali. Tra questi:

  • l’European serious organised crime centre, il centro europeo per le forme gravi di criminalità organizzata, mira a fornire supporto operativo efficace e agile alle indagini degli Stati membri dell’UE legate alla criminalità grave e organizzata e concernenti i cd. High value target, incentrate cioè su individui e reti poli-criminali che rappresentano il rischio criminale più elevato per l’Ue. Ciò comprende, per esempio, l’analisi dell’intelligence criminale, la fornitura di competenze specifiche e lo scambio di informazioni in tempo reale. Sostiene l’attuazione dei Piani d’azione operativi delle priorità Empact relativi - tra l’altro - al traffico di stupefacenti, in particolare droghe sintetiche e nuove sostanze psicoattive, cocaina, eroina e cannabis, nonché al traffico illecito di armi da fuoco, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, al traffico di esseri umani e ai reati ambientali;
  • l’European cybercrime center, Centro europeo sulla criminalità informatica (Ec3), operativo dal 2013 per rafforzare la risposta delle forze dell’ordine alla criminalità informatica in Europa e per aiutarle a proteggere i cittadini,
...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

06/12/2022