Antonella Fabiani

Il volto garbato della tv

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Conduttore e scrittore, Massimiliano Ossini racconta le passioni e i valori della sua vita oltre all’emozione di essere stato nominato poliziotto ad honorem

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Riesce a entrare nelle case di moltissimi italiani con il sorriso e a parlare con garbo delle emergenze che caratterizzano la realtà del nostro Paese. Appassionato di ambiente, scrittore di libri dedicati alla sua amata montagna, è il volto popolare di tanti programmi di successo tra cui Linea bianca, Linea verde, Kalipè-A passo d’uomo. Da metà settembre conduce Unomattina su Rai1 che l’ ha visto subito impegnato a raccontare la cerimonia legata alla scomparsa della regina Elisabetta II e l’alluvione nelle Marche, oltre a parlare di altri temi sempre legati all’attualità. Raggiunto al telefono durante una pausa si concede per una intervista a Poliziamoderna. 

Dopo l’edizione estiva è ripartita la trasmissione Unomattina in onda su Rai1. Puoi anticiparne le novità?
La trasmissione punterà per quanto riguarda i contenuti sul “green”, ma anche sull’attualità italiana ed estera. Il tema dell’ambiente da mia passione personale è entrato anche nel lavoro, e cercherò di portarlo all’interno delle diverse puntate trattandone i diversi aspetti. È un argomento molto ampio che offre l’occasione di fare un servizio pubblico dando consigli su come risparmiare sui consumi dentro la propria abitazione, e come adottare uno stile di vita più green. Nel programma cercherò di dare informazioni riguardo la realtà che viviamo oggi, come il fenomeno pandemico, che potrebbe richiedere la somministrazione di altre dosi di vaccino o la guerra, oppure esaminare fatti di cronaca con l’aiuto di psicologi o sociologi. Continuerò a parlare come nelle altre edizioni di salute e sport, soprattutto perché credo che lo sport sia veicolo di salute fisica e anche un modo per connettersi con gli altri e sviluppare rapporti che possono essere di amicizia, competizione, lealtà. E poi affronteremo il tema del volontariato e dei tanti aspetti che implica, invitando non solo Donatorinati ma anche i volontari del Soccorso alpino, della Croce rossa, verde, bianca e della Protezione civile. Naturalmente con interviste che prenderanno spunto da una storia o da una iniziativa realizzata, in modo da coinvolgere il pubblico che segue da casa. 

Colpisce nella conduzione dei tuoi programmi lo stile garbato con cui tratti tematiche molto diverse. Hai avuto dei modelli di riferimento?
Io ho imparato molto da alcuni conduttori con cui sono cresciuto televisivamente come Corrado, Piero Angela e anche Fabrizio Frizzi, uomini televisivi che sono riusciti a entrare in modo garbato nelle case degli italiani. Inoltre, l’esperienza che ho fatto sui canali dedicati ai ragazzi come Disney Channel è stata molto formativa, perché i bambini non ti guardano se non gli piaci, sono molto attenti e richiedono una comunicazione educata e gentile. Devo dire che in ventidue anni di lavoro il fatto di parlare con persone che svolgono professioni distanti e diverse mi ha insegnato a capire che riuscire a far stare a proprio agio gli ospiti in studio giova al programma e cattura l’attenzione del grande pubblico. 

Sono le giovani generazioni che prenderanno in carico il rapporto con l’ambiente. Tu hai tre figli. In che modo gli hai trasmesso l’attenzione verso la natura? 
Oggi ci sono molte iniziative per rendere i giovani più sensibili rispetto a quello che ci circonda ed è una richiesta che ci fa lo stesso ambiente toccato dalla crisi climatica che stiamo vivendo. Per quanto mi riguarda ho sempre cercato di portare i miei figli, soprattutto quando erano piccoli, al mare, in montagna, in collina o a camminare nei boschi, ora che sono più grandi ci raggiungono con gli amici. Anche in casa ho cercato di essere di esempio non sprecando l’acqua, spegnendo gli interruttori della luce quando non era necessaria, facendo le scale invece di prendere l’ascensore. Sono piccole cose che possono fare tutti e un buon esempio per i propri figli. 

Quali sono secondo te gli ambiti e gli strumenti più adatti a educare i ragazzi? 
L’ideale oggi sarebbe organizzare nelle scuole una volta alla settimana un appuntamento fisso, una lezione all’aperto in cui i ragazzi vengono portati in un bosco, in un parco o in collina per studiare storia , geografia o ambiente. Sarebbe una forma di apprendimento diverso rispetto a quello di quando ci si trova in classe, con una soglia di attenzione più stimolante per i ragazzi. Ovviamente, anche i genitori dovrebbero essere disponibili e sforzarsi di superare le difficoltà che sorgono inevitabilmente ogni volta che si vuole fare qualcosa di diverso. 

Questa estate a Unomattina hai parlato del distacco del ghiacciaio della Marmolada avvenuto lo scorso luglio che ha fatto vittime e dispersi. In generale nel periodo estivo la montagna è stata lo scenario di incidenti mortali. La Polizia di Stato ogni anno diffonde regole per quanto riguarda la sicurezza in montagna e al mare. Quanto è importante seguirle?
Abbiamo parlato di quel disastro per raccontare quello che era successo, ma anche per trasmetterne una giusta visione, perché in genere sui media si tende a dare risalto agli incidenti in montagna ma in realtà quelli al mare  superano le duemila vittime a stagione. Detto questo è molto importante fare prevenzione informando le persone sui rischi del muoversi in zone montuose. Il nostro compito allora è quello di informare le persone che la montagna va affrontata gradualmente, a seconda delle difficoltà che presenta la sua ascesa. Su questo argomento ogni stagione sia Linea Bianca sia Unomattina raccolgono consigli degli esperti del Centro alpino di Moena. Su questa linea pensiamo di preparare consigli in pillole  per spiegare in trasmissione, in collaborazione  con la Stradale, come trasportare i bambini in auto, la bicicletta oppure gli animali domestici.

Da qualche mese sei stato nominato poliziotto ad honorem in occasione dell’VIII raduno nazionale dell’Anps.
Io ho sempre amato la divisa fin da bambino, un sogno che ho realizzato indossandola durante il servizio militare per un anno. Poi ho fatto tutt’altre scelte nella vita ma la divisa mi è rimasta nel cuore, per questo la Polizia di Stato è spesso presente nei miei programmi. Una passione a cui si aggiunge la fiducia e il rispetto per quello che fanno. Ai miei figli dico sempre di non avere paura quando vedono una pattuglia, perché la polizia è lì pronta a dare loro una mano in caso di necessità. Per me oggi è importante riuscire ad essere il comunicatore tra la Polizia di Stato e il cittadino, quando poi è arrivata la nomina sono stato felicissimo perché ho realizzato un altro sogno nel cassetto. 

Questa estate hai partecipato come ospite al concerto della Fanfara della Polizia di Stato al Castello di Santa Severa vicino Roma. In quell’occasione hai donato il sangue tramite l’Associazione Donatori nati che spesso hai invitato a Unomattina
Ho avuto l’occasione di ascoltare sia la Banda musicale sia la Fanfara della Polizia di Stato. Sono riuscito persino a portare la Banda anche in montagna a Pescocostanzo a gennaio in collegamento con Linea Bianca. Mi piace ascoltare la musica e penso che al di là del genere cui appartenga la sia un linguaggio universale, vicino al sentimento amoroso che ci avvicina agli altri. Musica e donazione si sposano benissimo, donare il sangue significa fare del bene a una persona che non conosciamo e un giorno potrebbe servire a noi. Il mio, in occasione del concerto della Fanfara, è stato un piccolo gesto che non costa nulla e che può fare chiunque. Io cerco sempre di seguire l’emoteca di Donatorinati in giro per l’Italia facendo venire anche i ragazzi che non possono donare, ma è fondamentale che siano lì perché vedono i loro genitori farlo. Un esempio di come riuscire ad essere solidali verso gli altri, in una società che si dirige sempre più verso “l’io” e non il “noi”. 

Appari come una persona ricca di valori a cui piace capire oltre la superficie delle cose che accadono. Quanto i tuoi genitori e la famiglia hanno influito sulla tua formazione? 
I miei genitori sono stati sempre presenti, mia madre soprattutto e ora, parlando da genitore, credo non sia stato facile perché come tutti i ragazzi scalpitavo per diventare indipendente. Oggi ringrazio il loro impegno nell’educarmi, i loro sacrifici hanno messo dei semi che sono cresciuti dentro di me e sono diventati la mia ossatura. Permettendo di affrontare la vita e i momenti difficili che può riservarci. La vicinanza dei genitori credo sia la migliore ricetta per fare crescere i bambini, soprattutto dimostrando loro la coerenza tra quello che si insegna e le proprie azioni. Sicuramente il nucleo familliare è l’ambito formativo fondamentale per ogni essere umano. Quando mi è capitato di parlare di baby gang in televisione ho notato che spesso la colpa viene attribuita alla società o alla scuola, ma penso che sia un fenomeno da riportare a un vuoto, lasciato dai genitori in alcune famiglie. 

Hai sempre voluto lavorare in televisione? 
Veramente dopo l’università a Milano ho fatto una tournée teatrale con Patroni Griffi perché volevo fare l’attore, ma poi facendo casualmente un provino ho iniziato come presentatore sul canale satellitare Disney Channel, da lì in poi non mi sono più fermato.  

Nella tua famiglia ci sono animali? 
Avevamo un cane, si chiamava Ramon che purtroppo ci ha lasciato il 6 aprile di quest’anno. È stato come perdere un componente della famiglia, un compagno per i miei figli, tanto che ancora non ce la siamo sentita per il momento di prenderne un altro.

Cosa ti piace fare nel tempo libero?
I miei hobby sono fare sport, andare in montagna e scrivere. Sto preparando un libro sulle catene montuose del Centro Italia e delle isole e quando ho tempo raccolgo le informazioni dei luoghi che ho visitato. Mi piace molto ma richiede molto impegno. Per il resto del tempo vado a fare sport in montagna, anche se in questo periodo di soggiorno a Roma pensavo di andare a nuotare o trovare una palestra per praticare l’arrampicata.

11/10/2022