Mauro Valeri

Un’amicizia speciale

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Solide intese sui temi della sicurezza ci legano all’Albania. A Tirana la celebrazione dei 25 anni di cooperazione

estero 07-22

Sette giugno, è questa la data in cui si sono celebrati a Tirana i 25 anni dalla firma del Protocollo d’intesa tra il ministero dell’Interno italiano e quello albanese per la consulenza e l’assistenza nella riorganizzazione delle forze di polizia albanesi. Collaborazione in tema di sicurezza che ha origini ancora più lontane risalendo al primo accordo di cooperazione del 24 agosto 1991 sul traffico illecito di sostanze stupefacenti e sulla criminalità che poneva le basi per le attività di supporto e per la cooperazione, prevedendo altresì lo scambio e reciproco accoglimento di funzionari delle forze di polizia per stabilire il necessario collegamento tra le strutture competenti, fino ad allora distanti. Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, accompagnato dal capo della Polizia, Lamberto Giannini, dal Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi e da quello della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, è stata accolta dall’Ambasciatore d’Italia in Albania, Fabrizio Bucci, e ha incontrato il Presidente del Consiglio dei ministri albanese Edi Rama e il ministro dell’Interno Bledi Cuci, prima di raggiungere Piazza Skanderbeg. Sono stati qui montati, accanto a quello della polizia albanese, gli stand della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Le persone si avvicinano incuriosite anche attirate dalla Lamborghini Gallardo, in dotazione alla polizia stradale ed equipaggiata con defibrillatore semi automatico per il soccorso sanitario di emergenza e dotata, nel bagagliaio anteriore, di un “frigobox” per il trasporto urgente di organi per trapianti. Sono tanti gli albanesi che parlano la nostra lingua e gli operatori presenti negli stand sono oggetto di numerose domande. Una delle attrazioni principali, specialmente per i ragazzi, è il truck della Polizia Postale protagonista della campagna “Una vita da social” che dopo l’incontro in piazza a Tirana parte per un viaggio che tocca Scutari, Valona e Durazzo. Nel truck, con gli operatori della Postale, sono presenti operatori dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad).

I ragazzi si avvicinano e comincia la “chiacchierata” sui pericoli della Rete e sui reati d’odio. Il clima è molto informale e i ragazzi, prima intimiditi dalla vista di adulti in divisa, acquisiscono sempre maggiore sicurezza e si lasciano coinvolgere dalle domande e dai giochi proposti dagli operatori. I genitori sono a pochi passi da loro ma tra questi c’è una mamma che mi colpisce. Ha gli occhi lucidi e trattiene le lacrime a stento. Mi avvicino e mi racconta che il figlio di 7 anni aveva saputo il giorno prima della presenza del truck e che per l’emozione non era riuscito a dormire. Lui capisce l’italiano perché la mamma ha vissuto per anni in Italia e a casa lo parlano spesso. Chiedo alla mamma di indicarmelo ma prima che lo faccia vedo che sul truck, in prima fila, c’è un bambino che ci guarda e sorride felice. Domanda inutile. 

Ma le attrazioni arrivano anche dall’alto dove, partendo dalla cima di un palazzo prospicente al teatro dell’Opera, si calano con delle funi gli operatori del Nucleo operativo centrale sicurezza della Polizia di Stato, accompagnati dai loro colleghi del Renea, reparto speciale della polizia albanese, per srotolare uno striscione celebrativo dell’evento.

Le celebrazioni, presentate dalla cantante e conduttrice televisiva Marsela Cibukaj, proseguono poi all’interno del Teatro nazionale dell’opera dove viene proiettato un filmato che mostra le imprese compiute dagli atleti dei gruppi sportivi delle nostre forze di polizia. A rappresentarli sul palco 2 atleti per ogni gruppo. Per la Polizia di Stato, Stefania Costantini, medaglia d’oro nel curling doppio misto, e Federico Pellegrino, medaglia d’argento nello sprint tecnica libera dello sci di fondo.

«Per i giovani – dice Federico – entrare a far parte del nostro gruppo sportivo è una grandissima opportunità per riuscire a realizzare i propri sogni. Lo sport, oltre all’aspetto agonistico, presenta un forte aspetto sociale perché insegna a bambini e ragazzi a crescere rispettando le regole semplicemente giocando».

Segue l’esibizione della banda musicale interforze, composta da 60 orchestrali e 3 elementi di supporto appartenenti ai tre corpi bandistici. Ognuno dei tre direttori d’orchestra cura l’esecuzione della rispettiva marcia d’ordinanza e di un brano di repertorio. Al termine dell’esibizione, il maestro Maurizio Billi dirige l’esecuzione degli inni nazionali italiano e albanese; la durata dell’applauso finale dei presenti in sala, italiani e albanesi, testimonia quanto sia stata apprezzata. 

Prende poi la parola l’ambasciatore Fabrizio Bucci, impegnato in prima linea fin dal suo insediamento nella ricerca di forme di sempre più stretta collaborazione tra i due Paesi:

«Venni per la prima volta in Albania nel 1992 e, appena arrivato a Tirana, non potevo credere che in un Paese a poche miglia di distanza da noi vi fossero delle condizioni di vita simili a quelle di un Paese appena uscito da un conflitto bellico. Ritornai poi qui nel 2019 e trovai un Paese completamente diverso che a malapena riconoscevo. Tirana era diventata una città diversa, moderna, in una parola europea. Dobbiamo rendere merito a questi notevoli passi in avanti, passi che l’Italia ha sempre sostenuto, incoraggiato e accompagnato». 

L’Ambasciatore sottolinea poi il ruolo di sostegno che il nostro Paese ha svolto e continua a svolgere nel progressivo avvicinamento di Tirana all’Europa, percorso sostenuto anche quando a Bruxelles erano pochi a riconoscere le legittime aspirazioni albanesi. 

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese ha ribadito l’importanza di questi colloqui per lanciare nuovi progetti e concordare forme più strutturate di collaborazione nelle quali sarà sempre garantito ampio spazio allo scambio di esperienze e buone pratiche.

La firma del protocollo del quale si celebrano i 25 anni ha rappresentato infatti solo il primo passo di un lungo percorso di cooperazione tra le autorità italo-albanesi al quale sono seguite numerose intese ed altre ne seguiranno.

«Tra i nostri Paesi – conclude il ministro – vi è un terreno comune, una volontà di guardare nella stessa direzione e di agire per il bene reciproco. L’Albania potrà sempre contare sull’amicizia e sul sostegno del nostro Paese nella consapevolezza che questa unione è fonte di arricchimento per entrambi e ci consente di affrontare al meglio le sfide future».

L’ultimo intervento è del ministro dell’Interno albanese, Bledi Cuci, che dopo aver sottolineato gli eccellenti rapporti tra le polizie dei 2 Paesi, cita un esempio in particolare, quello della collaborazione, ormai quinquiennale, per il rafforzamento della sicurezza nelle località turistiche albanesi: Durazzo, Valona e Saranda. Per questo ogni anno poliziotti italiani arrivano in Albania, per effettuare pattugliamenti congiunti con le forze dell’ordine locali. Il Paese delle aquile, nel 2019, è stato visitato da 450mila nostri connazionali e quest’anno è prevista un’affluenza ancora maggiore.

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Ufficio dell’esperto per la sicurezza  

Con l’accordo del 17 settembre 1997 venne istituita la Missione italiana interforze di Polizia, composta da appartenenti alle nostre forze dell’ordine e suddivisi in un Nucleo centrale a Tirana, dei Nuclei territoriali, successivamente chiamati “antenne” (a Durazzo, Valona e Scutari) e un Nucleo di frontiera marittima a Durazzo e poi a Valona.

Già dal 1998, i rispettivi capi di Governo, nel rafforzare le competenze e l’impegno della Missione italiana, si posero l’obiettivo di creare un Ufficio di collegamento italiano interforze (Uci) che potesse assicurare il necessario raccordo informativo, avviando e supportando le investigazioni di contrasto alla criminalità presente nei due Paesi. 

Nel 2001, a Roma, i due ministri dell’Interno siglarono il Protocollo d’intesa istitutivo dell’ Ufficio di collegamento italiano interforze (Uci), che ereditava il personale e le competenze della Missione sviluppando in modo sistematico la cooperazione investigativa, ma anche addestrativa e di analisi. Seguirono, successivamente, altre intese mentre la forza organica dell’Uci fu progressivamente ridotta e le “antenne” periferiche chiuse, attesi i progressi dimostrati dalle strutture della Polizia di Stato albanese.

L’Ufficio, il 1 novembre 2011, si è trasferito all’interno dell’Ambasciata d’Italia a Tirana e attualmente può contare sulla professionalità dell’Esperto per la Sicurezza, un vice questore aggiunto della Polizia di Stato e di due elementi di supporto appartenenti all’Arma dei Carabinieri ed alla Guardia di Finanza; fa parte dell’estesa rete degli Esperti del Dipartimento della pubblica sicurezza dislocati in più di 50 Paesi nel mondo, la cui gestione è affidata al Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della polizia criminale diretta dal prefetto Vittorio Rizzi.

04/07/2022