Francesco Sherborne
Una questura... in mostra
I lavori di restauro hanno restituito nuovo splendore all’affresco di Fulvio Pendini che orna una sala della questura di Padova
Padova non è solo la città dei “3 senza”: un santo senza nome (Sant’Antonio), un prato senza erba (piazza Prato della Valle) e un caffè senza porte (Caffè Pedrocchi, storico ritrovo di intellettuali, vero e proprio salotto cittadino, che fino al 1916 rimaneva aperto giorno e notte). È anche una città al vertice della cultura e dell’arte nel mondo, grazie ai preziosi e grandi cicli affrescati del Trecento conservati in molti edifici e complessi monumentali della città: dalla celeberrima Cappella degli Scrovegni alla Chiesa de Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, dal Palazzo della Ragione alla Cappella della Reggia Carrarese, e poi ancora il Battistero della Cattedrale, la Basilica e il Convento di Sant’Antonio per finire con gli Oratori di San Giorgio e di San Michele. Ad affrescare le pareti di questi luoghi sono stati i principali artisti del XIV secolo: Giotto, Guariento di Arpo, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona. Affreschi che rappresentano un complesso di eccezionale valore universale, tanto da avere portato, il 24 luglio 2021, alla proclamazione di Padova quale Urbs Picta e il loro inserimento nel World Heritage List, la lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
In questo straordinario contesto artistico, hanno trovato un significativo spazio i lavori di restauro dell’ affresco, realizzato nel 1966 dall’artista padovano Fulvio Pendini, che decora una sala della questura; i risultati dell’intervento, che hanno donato una rinnovata veste all’ affresco, sono stati presentati lo scorso 9 m