Stefano Rispoli*

Porta verso l’Oriente

CONDIVIDI

Ricca di storia e cultura, Ancona gode di uno sviluppo sociale ed economico anche grazie all’attività della questura

quest 06-22

La tradizione narra che Goethe, nei suoi viaggi in Italia, rimase senza parole alla vista del golfo da Largo Casanova, uno dei punti panoramici più affascinanti del capoluogo marchigiano. «Da qui si ammira il tramonto più bello del mondo», scrisse nei suoi appunti. Come dar torto al celebre filosofo tedesco. Ancona è la città degli scorci mozzafiato che si aprono all’orizzonte dai suoi cinque colli, baciata dai colori del sole che tramonta e risorge nel suo mare.

Al Guasco svetta la cattedrale di San Ciriaco, patrono degli anconetani, con la sua storia millenaria. Meta-simbolo per i turisti, custodisce al suo interno il quadro della Madonna Regina di tutti i Santi. Venne donato al Duomo nel 1615 da un marinaio veneziano, in segno di ringraziamento alla Vergine per aver salvato suo figlio dal mare in tempesta. Leggenda vuole che la sera del 25 giugno 1796 la Madonna dipinta aprì gli occhi, regalando un sorriso consolatorio ad alcuni fedeli raccolti in preghiera: in città si era diffusa la notizia dell’avanzata trionfale dell’esercito francese e dell’armistizio firmato a Bologna, in base al quale Ancona sarebbe passata sotto l’impero di Napoleone e il patrimonio artistico della Chiesa sarebbe stato confiscato. Eppure l’11 gennaio 1797 il generale Bonaparte, arrivato ad Ancona, decise di non appropriarsi dei gioielli e degli ornamenti della cattedrale di San Ciriaco: il quadro della Vergine rimase al suo posto, secondo i credenti per un intervento divino.

L’aneddoto serve a raccontare il carattere fiero di un capoluogo che trasuda storia, ma che ha scoperto troppo tardi la sua vocazione turistica. Fondata dai Dori 2.400 anni fa, Ancona, porta d’Oriente, spazio d’approdo e dialogo tra culture diverse, territorio di passioni e di forti tradizioni sociali e politiche, città dal fascino levantino, discreto e sornione, eternamente sospesa tra passato e presente, ha allacciato un legame indissolubile con il suo mare. Solo di recente la storia ha rivalutato il ruolo della Repubblica marinara di Ancona che nel XII secolo intratteneva rapporti commerciali con il Mediterraneo orientale, sotto la protezione di Bisanzio, coniava una sua moneta e con i suoi affari disturbava gli interessi di Venezia.

Ancona da sempre rivendica con orgoglio la sua libertà, la sua indipendenza. Ma anche la sua bellezza, a volte trascurata o non opportunamente valorizzata, eppure cristallina. La scenografica passeggiata da mare a mare nasce dal porto, si estende sull’isola pedonale di corso Garibaldi e sul boulevard del viale della Vittoria per concludersi al Monumento ai Caduti, altro simbolo della città, dove lo sguardo si perde all’orizzonte: là, sotto la falesia che si tuffa a picco nelle acque turchesi, si apre la spiaggia “tascabile” del Passetto, la più amata dagli anconetani insieme a Portonovo, perla incastonata nel parco naturale del monte Conero, che ha conosciuto un boom eccezionale, divenendo attrazione di respiro internazionale come Marina Dorica, uno dei porti turistici più grandi e moderni d’Italia. Mare, sì. Ma anch

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

14/06/2022