Ignazio Marchese*
Le sfide di Palermo
Prevenzione e un’azione multidisciplinare è la ricetta nella lotta alle infiltrazioni mafiose nel capoluogo siciliano e nel suo territorio dove è sempre vivo il ricordo dei caduti nelle stragi di mafia del ’92
Puntare su una presenza più assidua dello Stato nel territorio, utilizzando la tecnologia e un maggiore impiego razionale delle forze dell’ordine. È questo il metodo applicato a Palermo, città metropolitana dai mille problemi e centro di un grosso fenomeno di integrazione multiculturale, che, con il passare degli anni, acquisisce un ruolo sempre più attivo. In prima linea c’è la Polizia di Stato che con il questore di Palermo ha implementato un nuovo sistema operativo denominato Alto Impatto.
«È una modalità operativa del controllo del territorio – afferma il questore di Palermo Leopoldo Laricchia – che si articola in servizi straordinari con una periodicità costante e ravvicinata, almeno 3 servizi a settimana per la durata di un mese, con un impiego importante di uomini e mezzi, dalle 20 alle 30 unità per ogni servizio, e con una durata che copre l’intero turno di servizio, 6 ore continuative. Le operazioni si svolgono nei quartieri ad alta densità criminale, in base ad un’accurata analisi effettuata dai dirigenti dei commissariati di zona, e si svolgono nelle fasce orarie prevalentemente serali e notturne». La peculiarità del successo dell’intervento è rappresentato dalla multidisciplinarità. Infatti, nei controlli vengono impiegati equipaggi specializzati nel controllo del territorio, Volanti e Reparto prevenzione crimine, il cui compito è quello di cinturare completamente il quartiere presidiando tutte le vie di accesso, concentrandosi sui pubblici esercizi segnalati come punto di aggregazione di malavitosi. Il tutto sia sotto il profilo delle autorizzazioni amministrative che sotto quello dell’identificazione degli avventori. La questura di Palermo coordina queste attività a cui partecipano tutte le forze dell’ordine e funzionari delle altre amministrazioni che hanno competenza nel controllo. Una metodologia apprezzata dal ministro dell’Interno e dal capo della Polizia e che dal 13 gennaio 2021, data di inizio del progetto, ad oggi ha consentito di sono stati effettuare 234 servizi che hanno interessato 12 quartieri per periodi di un mese.
Un ruolo sempre più determinante nelle indagini per il controllo del territorio e per la risoluzione dei delitti è giocato dalla tecnologia e dai sistemi di videosorveglianza. È qui che subentra un progetto voluto dal prefetto di Palermo Giuseppe Forlani e dal questore. «Verranno installate 894 nuove telecamere di ultima generazione in città, uno strumento ormai imprescindibile per mantenere sicura Palermo – continua il questore Laricchia – Si tratta di quasi novecento nuovi occhi elettronici che si accenderanno entro il prossimo quadriennio. I bandi per la prima tranche sono già stati pubblicati ed entro l’anno i dispositivi verranno collegati alle centrali operative. Per gli altri serviranno nuovi fondi per la sicurezza. Ci vorranno tempo, soldi e pazienza, ma or