Paola Madonna
Tempi duri per i diportisti francesi
Si fa sempre più pressante il fenomeno dei furti dei motori nautici in Francia. Secondo un bilancio dell’Ufficio centrale per la lotta alla delinquenza itinerante nel 2021 ne sono stati commessi 350, il 20% in più rispetto all’anno precedente. A farne le spese sono soprattutto le zone costiere della Bretagna e i litorali del sud-ovest del paese. Ma i fuoribordo spariscono anche dalle imbarcazioni ormeggiate nelle acque interne o dai magazzini di rimessaggio. Tutt’altro che episodi isolati, si tratta di operazioni seriali, della durata di tre-dieci giorni al massimo, vere e proprie razzie su commissione orchestrate, secondo quanto ricostruito dagli investigatori francesi, da reti criminali organizzate originarie dell’est europeo - Lituania, Romania o Moldavia. Il modus operandi è sempre lo stesso: dopo una prima fase di ricognizione per individuare i propulsori più appetibili, questi ladri di professione entrano in azione a notte fonda, si aggirano indisturbati sulle banchine e, spesso armati solo di cacciavite, in pochi minuti smontano il propulsore fissato allo scafo. Alcune volte i furti avvengono anche in rada e in questi casi a sparire sono i motori più potenti, che possono pesare fino a 350 kg. Una volta portato a riva, il fuoribordo viene smontato e caricato su un furgone o su un TIR con la complicità delle società di trasporto. Le rotte seguite percorrono preferibilmente assi viarie prive di pedaggio, come le autostrade del Belgio, punto di trasbordo privilegiato vista la densità del traffico pesante. Da qui i complici prendono in carico i motori per trasportarli poi nell’Europa dell’est. Secondo gli inquirenti, esiste una logistica per il ricondizionamento dei motori o dei pezzi di ricambio che alimenta un mercato parallelo caratterizzato da una forte domanda, in particolare in Romania, Ucraina e Moldavia. La merce finisce sulle rive del mar Nero per soddisfare le esigenze dei pescatori locali e di tutti quelli che praticano il cabotaggio e il turismo fluviale lungo la costa tra Odessa e il delta del Danubio. In linea con le richieste di un mercato in piena espansione, queste organizzazioni lavorano a pieno ritmo e imperversano in tutta l’Europa occidentale. Considerata la dimensione transnazionale del fenomeno, le autorità francesi, sotto l’egida dell’Ufficio per la lotta alla delinquenza itinerante, hanno avviato una cooperazione con i paesi interessati dal fenomeno, utilizzando le risorse del Fondo per la Sicurezza Interna della Ue.
Le Figaro