Federico Scotti

Art-tech

CONDIVIDI

La tecnologia al servizio dell’arte per conservarla, restaurarla o anche per crearla, conoscerla e capirla

L’arte e la tecnologia hanno spesso progredito in modo asincrono. La prima ha bisogno dell’altra per conservare o restaurare le sue opere realizzate secoli prima. Quando un autore crea, raramente pensa a come la sua opera reagirà al passare degli anni e spetterà poi ai pazienti restauratori riportare lo spirito originale alle creazioni artistiche e lo faranno usando tecnologie sconosciute all’autore dell’opera. Mentre la seconda viene usata dagli artisti in modi che poi il mondo dell’arte riconsidererà dopo molto tempo. Esempi lampanti sono la fotografia o il cinema, all’inizio considerati come strumenti di mero intrattenimento, ma poi entrati a pieno diritto nella categoria delle arti visive. Da sempre gli artisti hanno sperimentato nuove tecniche per le loro opere. Anche il grande Leonardo da Vinci nella celebre “Ultima cena”, per superare l’opacità della pittura su intonaco e far risplendere la scena, non si è affidato alla classica tecnica dell’affresco ma ha riportato su parete il modo di realizzare le figure tipiche dei miniaturisti: la tempera e i colori a olio. L’intenzione di Leonardo era fare sì che i commensali del refettorio quasi si sentissero nella stessa stanza dove si svolgeva l’ultima cena di Gesù. Come ogni artista, lo scopo di Leonardo era susci

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

09/03/2022