Antonella Fabiani
I signori del ritmo
All’interno della sezione dei percussionisti della Banda musicale
C i sono tutti in sala prove, a debita distanza per le restrizioni della pandemia. Sono i percussionisti della Banda Musicale (Simone Buttà, Ivan Pennino, Sergio Simone Marangoni, Stefano Zigrossi, Federico Bottero, Giulia Mazzilli, Luigi Luciani) che incontro per parlare di quegli strumenti che da sempre nel linguaggio musicale hanno scandito il ritmo. Ma non solo. Varietà timbrica, potere espressivo, colore sono gli “aggettivi” da loro stessi suggeriti per indicarne le caratteristiche musicali. Parliamo dei timpani, dello xilofono, delle campane tubolari, della marimba, della batteria, dei piatti, del triangolo, solo per citarne alcuni, strumenti capaci di sprigionare una grande energia espressiva attraverso una varietà di timbri e di colori all’interno del linguaggio musicale.
«Le percussioni sono un elemento importante per una formazione come la nostra – spiega Simone Buttà, timpanista, prima parte – tanto che le troviamo nella definizione di banca musicale come “complesso musicale di fiati e percussioni”. Nel corso dei secoli, la tipologia e il numero di strumenti a percussione in banda sono cambiati: nelle prime partiture risalenti all’Ottocento, erano presenti solo grancassa, piatti e tamburo, successivamente la famiglia si è arricchita di altri strumenti come tamburo basco, triangolo, timpani, campane tubolari e campanelli. La vera e propria esplosione delle percussioni – prosegue – si è avuta nel corso del Novecento quando molti autori hanno dato loro ampio spazio nelle partiture. Oggi abbiamo partiture di musica originale per banda in cui occorre la presenza di sette o otto percussionisti, ciascuno dei quali, in alcuni casi, può suonare più strumenti nel corso del brano. I compositori sono sempre più attenti alla scrittura e