Antonella Fabiani

Dolci e intense note

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Il lavoro e l’impegno della sezione degli oboi della Banda musicale, con la particolarità di essere tutta femminile

banda 12-21

Parlare della sezione degli oboi della Banda Musicale della Polizia di Stato significa incontrare il volto femminile di questa formazione. Sono infatti tutte musiciste a comporla: un primato rispetto alle analoghe formazioni e un vanto per le strumentiste. La Banda musicale della Polizia ha un altro vanto: aver inserito prima di tutte le altre bande istituzionali personale femminile nell’organico nel 1992.  Ma a parte queste particolarità parliamo di musiciste diplomate nei conservatori italiani che tengono a sottolineare che non esiste alcuna differenza tra uomini e donne nel suonare uno strumento, perché quello che conta è la passione e la preparazione tecnica. 

Qualche cenno per ricordare che l’oboe è uno strumento a fiato, appartenente alla famiglia dei legni; il termine risale al tardo XVII secolo per opera dei francesi, che chiamarono questo strumento “hautbois” da cui deriva il termine italiano settecentesco “oboè”, ovvero «legno alto», cioè legno che suona acuto.

Con una estensione sonora di circa 2 ottave e mezzo, il suo ruolo è importante all’interno della formazione orchestrale perché dà il “la” agli altri strumenti prima di ogni concerto. L’organico della Banda prevede 2 oboi e 1 corno inglese; quest’ultimo, appartenente alla famiglia degli oboi, è “tagliato” in un’altra tonalità (una quinta sotto l’oboe), suona in un registro più grave, utilizza un supporto detto “esse” per inserire l’ancia nello strumen

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16/12/2021