Paola Madonna e Susanna Carraro

Nuovi strumenti della polizia scientifica

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dalm 12-21

FRANCIA
Possono bastare pochi secondi per compiere un delitto: un tempo brevissimo, ma più che sufficiente per produrre molte informazioni. Tracce di passi, unghie, capelli, fibre di tessuto, macchie… qualsiasi elemento può aiutare a identificare il colpevole. Importante, dunque, analizzare minuziosamente l’ambiente, per non tralasciare alcun indizio. Per circa un secolo, le impronte digitali hanno costituito la prova per eccellenza, poi sono arrivati gli identikit genetici grazie al Dna; ora, l’investigazione scientifica entra in una nuova era, quella del digitale. Le tecniche sono degne di romanzi di fantascienza, come mostra il futuristico laboratorio dell’Ufficio nazionale della polizia scientifica francese di Ecully, nella valle del Rodano. A pinzetta e tampone si sono aggiunti strumenti all’avanguardia, come Crim’in, sorta di taccuino digitale, strumento multifunzione che centralizza le informazioni, può condividerle, permette di accedere a schedari, di annotare dettagli e immagini in tempo reale, limitando gli errori: l’idea è quella di semplificare la vita degli investigatori, agevolando e migliorando la qualità del lavoro quotidiano. Nel laboratorio, anche uno strano cubo nero, di pochi centimetri per lato: uno scanner portatile, che ha eliminato la classica rilevazione delle impronte digitali della vittima di turno mediante inchiostro, una procedura spesso poco agevole su soggetti che abbiano già subito un trau

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16/12/2021