Gabriella Lo Feudo*
Marchi di qualità
In tavola, per le festività natalizie, valorizziamo le eccellenze gastronomiche italiane che hanno certificazioni Dop, Igp e Stg. Ecco come orientarsi in una giungla di sigle quando facciamo la spesa
V
iaggiare per visitare luoghi diversi è importante, perché apre la mente e aiuta a conoscere nuove culture e nuove abitudini. Sedersi a tavola, per consumare e gustare prodotti tipici di un luogo, favorisce lo stesso la conoscenza di un territorio perché consente di acquistarne il gusto e attraverso di esso di custodirne la memoria. L’Italia, con il patrimonio enogastronomico di cui dispone in ogni sua regione, è uno scrigno di biodiversità: un vero e proprio tesoro che costituisce l’archivio della memoria gastronomica collettiva. La storia dei luoghi è raccontata spesso da tradizioni orali, tramandate di padre in figlio e spesso trascritte in cucina con i sapori che le ricordano.
I prodotti tipici rappresentano la parte più attraente del nostro sistema agroalimentare; l’Italia è una delle nazioni europee che produce prodotti con più marchi di qualità e contribuisce a mantenere e a valorizzare tradizioni antiche da custodire.
Attraverso le Dop, le Igp e gli altri marchi si proteggono particolari produzioni, si promuove non solo il territorio ma anche l’ingegno dei piccoli produttori che garantiscono una redditualità in territori talvolta dimenticati.
Al concetto di prodotto tipico, che di per sé consideriamo sinonimo di qualità, associamo tre attributi: territorialità, gusto e tradizione.
Non esiste promozione migliore di un territorio e di un borgo se non attraverso l’enogastronomia.
L’Unione europea nel 1992 ha introdott