a cura di Mauro Valeri

30 anni di lotta alle mafie

CONDIVIDI

Impegno e operazioni della Dia raccontati dalle immagini

ins11-21

1. Introduzione

di Maurizio Vallone*

La Direzione investigativa antimafia compie 30 anni. Il 29 ottobre del 1991 veniva pubblicato sulla gazzetta ufficiale il decreto legge n. 345 con il quale veniva istituito un ufficio interforze all’interno del Dipartimento della pubblica sicurezza con compiti di investigazione, preventiva e giudiziaria, sui fenomeni mafiosi nazionali e transnazionali.

La Dia mutuava alcuni dei compiti e delle prerogative del disciolto Alto Commissario per la lotta alla mafia ma costituiva un “unicum” nel panorama delle law enforcement nazionali in quanto per la prima volta veniva costituito un ufficio con compiti operativi e di indagine, alle dipendenze dell’autorità giudiziaria, con una composizione interforze che, negli anni, oltre alle componenti della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, ha visto prima confluire personale del Corpo Forestale e, successivamente, anche della Polizia Penitenziaria.

Dalla data del 29 ottobre 1991 la Dia, ormai costituita formalmente, ha cominciato progressivamente a dotarsi di uomini e strutture ricevendo una forte accelerazione nella sua compiuta organizzazione a seguito degli attentati mafiosi del 1992 e del 1993.

Proprio sulle indagini relative alle stragi di mafia la Dia ha operato il massimo sforzo investigativo riuscendo a documentare le attività della cellula di Cosa Nostra che aveva operato a Capaci attribuendo a quella consorteria criminale la responsabilità dell’attentato nel quale persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo ed i tre uomini della loro scorta, Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinari. Identificati i mandanti e gli esecutori della strage le indagini si concentrarono sulla cattura di coloro che erano ancora latitanti e, tra questi, il cognato di Salvatore Riina, Leoluca Bagarella, che, il 24 giugno del 1995, venne catturato da un gruppo di investigatori della Dia in pieno centro a Palermo, dopo oltre tre anni di indagini. 

Le attività investigative sulle stragi siciliane e continentali non si sono mai fermate per assicurare alla giustizia tutti i responsabili e i mandanti occulti di questi efferati crimini. Tutt’ora, 5 Centri operativi Dia continuano ad indagare seguendo le direttive di ben 5 Procure distrettuali antimafia, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia ed antiterrorismo.

Ma la Dia ha esteso le proprie attività ben oltre il territorio siciliano. Dai primi Anni 90 ha sviluppato, giovandosi del “metodo Dia”, una perfetta fusione di intelligenza operativa, professionalità e competenze delle componenti interforze, indagini di “sistema”, cioè non solo su singoli reati ma sui complessivi contesti criminali, che hanno consentito di disarticolare importanti organizzazioni criminali radicate sul territorio quali il Clan dei casalesi operante a Caserta, con l’operazione “Spartacus” del 1997, e la Ndrangheta reggina con l’operazione “Olimpia” del 1994. 

Le indagini di sistema, seguendo il “metodo Falcone”, hanno sempre affiancato alle classiche attività mirate a colpire l’ala militare dei gruppi mafiosi e i loro fiancheggiatori, anche le indagini patrimoniali che mirano a sottrarre alle mafie i loro patrimoni così

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

12/11/2021