Mauro Valeri

Amaro risveglio

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Dieci Paesi accomunati da un obiettivo: estirpare la ‘Ndrangheta in tutto il Pianeta

pp01 8-9-21

Ferragosto 2007, siamo a Duisburg, tranquilla cittadina tedesca. Sono le due del mattino quando un gruppo di persone esce dal ristorante italiano “Da Bruno”. Erano nel locale per festeggiare il 18° compleanno di Tommaso Venturi. Partono i primi colpi di mitraglietta, ne verranno esplosi più di 70 compreso il colpo di grazia alla testa diretto a ognuna delle vittime. Sei le persone che rimangono uccise. L’ondata d’odio viene da lontano, San Luca in Calabria, e dura da ormai più di 15 anni. La mafia calabrese raggiunge gli onori della cronaca sconvolgendo i tedeschi che la consideravano un’organizzazione di secondo livello che operava a livello locale.

Adesso non è più solo il bambino ad accorgersi che il re è nudo e le parole del procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, cominciano ad essere ascoltate non solo nel nostro Paese ma in tutto il Continente. «La Germania non ha voluto prendere coscienza della presenza della ‘Ndrangheta – disse il procuratore – nonostante io li avessi avvertiti già 10 anni prima della strage di Duisburg». Da allora molto è cambiato e la consapevolezza dell’estensione e del pericolo criminale rappresentato dalla ‘Ndrangheta è oggi patrimonio comune delle forze dell’ordine e della magistratura di tutta Europa. Ed è figlia di questa consapevolezza la nascita, a giugno dell’anno scorso, del progetto di durata triennale I-can (Interpol cooperation against ‘Ndrangheta – Cooperazione Interpol contro la ‘Ndrangheta), patrocinato dall’Italia insieme ad Interpol e che ha visto l’adesione di altri 10 Paesi: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Stati Uniti, Svizzera e Uruguay. Il lancio è avvenuto on line e, durante la videoconferenza, il vice capo della Polizia, Vittorio Rizzi, ha illustrato i tre pilastri su cui si fonda il progetto: «La realizzazione di un programma di awareness (consapevolezza, ndr) globale per colmare la mancanza di notizie di dettaglio sul metodo di infiltrazione della ‘Ndrangheta; l’utilizzo e lo sviluppo delle più moderne tecnologie per l’analisi operativa, anche di natura predittiva; la realizzazione di attività operative coordinate volte all’arresto di latitanti ed al sequestro ed alla confisca dei beni illecitamente acquisiti». Per questo l’Italia ha costituito un hub, presso la Direzione centrale della polizia criminale, la cui componente di livello strategico coinvolge i vertici delle forze di polizia, della Direzione investigativa antimafia e della Direzione centrale dei servizi antidroga, con il supporto della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Il procuratore nazionale antimafia, Cafiero De Raho, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra forze di polizia di Paesi diversi. La ‘Ndrangheta si muove infatti con grande velocità in un mondo globalizzato e solo la fiducia tra le forze di polizia può garantire la costituzione di un sistema investigativo comune, senza frontiere. «La ‘Ndrangheta è un punto di riferimento internazionale per il traffico degli stupefacenti e la Direzione nazionale antimafia italiana è impegnata quotidianamente con le forze di polizia di molti Paesi nel mondo. La ‘Ndrangheta parla tutte le lingue ed è capace di mimetizzarsi e di essere ovunque. Colonizza i territori e richiama su quei territori i propri uomini. Malgrado sia infiltrata in più di 30 Paesi nel mondo, le organizzazioni non sono autonome; esiste un organismo centrale che disciplina i rapporti e risolve gli attriti tra le strutture territoriali. Queste concorrono alla formazione dell’organismo centrale, ma non ne conoscono l’intera struttura di vertice, per evitare che eventuali collaborazioni con gli investigatori possano minare il sistema. Tra le attività più pericolose l’infiltrazione nelle economie legali. In particolare costituendo società in Paesi dai sistemi giuridici più vulnerabili e meno collaborativi, in cui è più facile riciclare denaro sporco». Alla fine di marzo si è tenuto presso la procura di Catanzaro un vertice operativo sulle strategie di contrasto della ‘Ndrangheta su scala globale al quale hanno partecipato, tra gli altri, Giovanni Bombardieri e Nicola Gratteri, rispettivamente a capo delle Procure delle Direzioni distrettuali antimafia di Reggio Calabria e Catanzaro, il prefetto Vittorio Rizzi e Stephen Cavanagh, vicedirettore di Interpol, e i vertici territoriali delle forze dell’ordine. «Questa nuova struttura punterà anche a fare formazio

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25/08/2021