Valentina Pistillo

Occhi sul lago

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A bordo degli agili aquascooter abbiamo seguito l’attività della Squadra fluviale a Castel Gandolfo

ggcon 8-9-21

Incuneato in un cratere vulcanico, il lago di Castel Gandolfo, insieme al borgo, è famoso in tutto il mondo perché qui si trova la residenza estiva del Pontefice. È in questo specchio d’acqua a pochi passi dalla Capitale che si concentrano, soprattutto durante il weekend, molte persone in cerca di refrigerio e chi ama cimentarsi in sport acquatici. 

«Per bagnanti e sportivi il lago può essere a volte insidioso», spiegano Davide Trisolino, vice ispettore, comandante della polizia fluviale che ha sede sull’isola Tiberina e Giorgio Costantino, ispettore superiore, comandante della Squadra del distaccamento di Fiumicino e coordinatore delle Sezioni della Fluviale, che vigilano le sponde del lago. Tra Polizia di Stato e il sindaco di Albano, Milvia Monachesi, è nata una collaborazione per il progetto “Laghi sicuri”, iniziativa che riguarda la balneazione e la navigazione non solo di Castel Gandolfo ma anche di Nemi e di Bracciano, promossa da Città metropolitana Roma capitale .. 

Gli agenti “acquatici” della questura di Roma, Squadra fluviale, guidati da Massimo Improta, dirigente dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, pattugliano anche le acque interne lacustri, sono specialisti e hanno alle spalle anni di brevetti e di esperienza. Dall’inizio della stagione estiva, qui al lago hanno soccorso 2 persone su pedalò e 2 su canoa, 4 su windsurf, e 1 persona colta da malore in spiaggia.

Uomini e mezzi
«Con la soppressione delle Squadre nautiche, il questore di Roma ha voluto rivalutare questa Specialità, facendo convergere la maggior parte degli operatori in questa nuova Sezione – afferma il coordinatore Costantino – Possiamo contare su agenti specializzati ad Anzio, Civitavecchia e su quelli del Distaccamento di Fiumicino. È stato potenziato il parco natanti, con 10 aquascooter, 11 imbarcazioni di varia dimensione, (dai gommoni di 5 metri con un solo motore, a quelli di 7 metri e mezzo con due fuoribordo) e una pilotina di 15 metri, “lo squalo”, per i servizi specifici. I natanti vengono prevalentemente impiegati sul Tevere. La barca principale, soprattutto nel periodo invernale, anche di notte, per organizzare dei servizi mirati, offre maggior comfort al personale e una maggiore sicurezza operativa». 

Le imbarcazioni più piccole vengono anche utilizzate in appoggio: «Il dispositivo viene riattivato in estate per vigilare anche il litorale romano con le moto d’acqua – commenta il comandante Trisolino – mentre si intensificano gli interventi

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25/08/2021