Enrico Aragona*, Piergiorgio Di Cara** , Simona Romano***, Massimo Scannicchio****
Il controllo del territorio/1
1. Introduzione
di Vincenzo Nicolì
Il controllo del territorio, che da sempre riveste un ruolo fondamentale nel mantenimento della pacifica convivenza dei cittadini, è un concetto in costante evoluzione in ragione delle istanze di sicurezza crescenti e diversificate provenienti dalla collettività.
Negli ultimi anni in particolare la necessaria attenzione rivolta alla percezione della sicurezza, a prescindere dai dati statistici sull’incidenza della criminalità, costituisce un punto fermo da cui partire per modulare le iniziative di tipo operativo. Anche la definizione di controllo del territorio va pertanto aggiornata, volgendo lo sguardo verso il complesso di iniziative che le forze di polizia devono adottare per prevenire le diverse forme di illegalità, lasciandosi alle spalle l’accezione meramente militare che per troppo tempo ha caratterizzato l’approccio al tema.
È evidente che nell’era della globalizzazione, nella quale le informazioni non hanno più il tempo di strutturarsi, risulta necessario affiancare le attività prettamente di polizia a interventi più orientati a mitigare il senso di minaccia globale di cui una comunità si sente vittima.
Questo scenario è poi ulteriormente aggravato, per quanto concerne l’Italia, dall’invecchiamento della popolazione e dal maggiore senso di insicurezza che colpisce le persone più anziane, per loro natura più vulnerabili.
Un controllo del territorio che tenga conto di queste evoluzioni deve essere innanzitutto “dinamico”, capace di adattarsi alle mutevoli situazioni, coniugando in una equilibrata sintesi il necessario ricorso alle tecnologie con l’umanità che caratterizza la missione di ciascun poliziotto.
Ecco quindi l’importanza di declinare, in modo sempre dinamico, i concetti di polizia di prossimità, sicurezza partecipata e integrata, nella consapevolezza di dover agire in un mondo in cui le forze di polizia non sono gli unici attori del settore in argomento. Un’ulteriore spinta a questo percorso di rinnovamento è venuta dalla rapida trasformazione dei fenomeni criminali, tanto che, negli Anni ’90, sono state ridisegnate le modalità di contrasto alle diverse forme di criminalità organizzata e ripensati, esaltandoli, i meccanismi di prevenzione e coordinamento dei servizi di polizia. Inoltre, il confronto sempre più frequente con situazioni di disagio individuale, che trovano una delle maggiori espressioni nel tema delle cosiddette violenze domestiche o di genere, ha permesso alla Polizia di sviluppare la consapevolezza di dover mettere in campo rinnovate, specifiche competenze nonché una particolare sensibilità, ritenendo inadeguate le metodologie adottate fino a qualche decennio addietro.
I piani coordinati di controllo del territorio, caratterizzati da un rinnovato spirito di collaborazione e coordinamento tra le diverse forze di polizia, perseguono l’obiettivo di ottimizzare le risorse, declinando, sul campo della quotidianità, alcuni dei principi fondamentali della l. 121/81. Il progressivo affermarsi di tali iniziative è peraltro connesso alla constatazione della inadeguatezza di formule esclusivamente repressive; pertanto le tecniche di controllo del territorio sono state rimodulate non solo ai fini di prevenzione ma anche di “informazione”, attesa la capacità del comparto di essere un formidabile sensore di ciò che accade sul territorio. Ecco che agli inizi del 2000 viene strutturato e definito il concetto di polizia di prossimità, quale insieme di strumenti capaci di intercettare le singole esigenze di cittadini e categorie, introducendo un nuovo stilema nel rapporto tra polizia e cittadino. Questo approccio innovativo, contrariamente a quanto sostenuto dai detrattori per il timore di una progressiva perdita di operatività, ha consentito di affinare le tecniche di interventi straordinari di controllo del territorio, le cosiddette operazioni ad alto impatto, con l’impiego di risorse e tecniche straordinarie per affrontare e risolvere contesti di alta densità criminale, capaci di incidere negativamente sulla percezione di sicurezza. È la stagione del pieno sviluppo dei Reparti prevenzione crimine, quale risorsa specializzata che consente alle Autorità provinciali di pubblica sicurezza di svolgere operazioni straordinarie senza distogliere le risorse destinate alla prevenzione generale e al pronto intervento.
Emerge quindi quel diritto alla sicurezza che rende il controllo del territorio uno strumento fondamentale non solo nel contrasto alla criminalità organizzata (si pensi alle operazioni straordinarie, alcune tuttora in corso) in aree come la Sicilia e la Calabria, ma anche alle manifestazioni riconducibili a forme di criminalità e/o illegalità diffusa. Si tratta di un percorso in divenire che oggi vede una nuova frontiera nella idea di un controllo del territorio capace di avvalersi proficuamente delle tecnologie e dei protocolli operativi in un’ottica di massima attenzione alla persona e al territorio, esaltando il concetto di soluzioni globali e problemi locali; è il cosiddetto approccio Glocal (GLObale e LOCale), attraverso il quale i moderni Stati cercano di contemperare le esigenze della modernità con quelle dell’umanità. È proprio in quest’ottica che si inseriscono iniziative come quella delle Uopi, di Mercurio extended, di Scudo, dei negoziatori. È su queste basi che si stanno anche studiando nuove sale operative e nuove dotazioni personali, capaci di combinare tutto nella consapevolezza e nell’orgoglio che noi poliziotti di territorio ci siamo sempre.
2. Operazioni ad alto impatto
Nell’attuale scenario dell’ordine e della pubblica sicurezza le operazioni ad “alto impatto” rivestono particolare rilevanza e il ricorso a tali modalità di contrasto mostra ulteriori margini di ascesa, attesa la peculiare capacità di coniugare, pur in realtà territoriali diverse, il conseguimento di elevati standard di prevenzione e repressione delle dinamiche delinquenziali con la crescita, incisiva e immediata, della percezione di sicurezza della cittadinanza, uno tra gli obiettivi prioritari per le forze di polizia. Inserite nel più generale ambito dei servizi di controllo territorio, svolgono un ruolo cardine nei servizi straordinari per il contrasto di specifici fenomeni. Le operazioni ad alto impatto rappresentano una qualificata e flessibile risorsa, facilmente pianificabile e adattabile ai molteplici contesti nazionali, a disposizione delle forze di polizia per scongiurare il rischio che pervasivi gruppi criminali, in particolar modo quelli di matrice organizzata, assumano il controllo di interi quartieri/aree, soventi ricadenti nelle città metropolitane, ovvero di interi comuni (con infiltrazioni anche nell’apparato statale) al fine di far proliferare le proprie attività di natura illecita. Delineato il perimetro concettuale delle operazioni ad alto impatto, si possono esaminare le fasi della pianificazione e della operatività, che rappresentano un paradigma di assoluta importanza per assicurare il proficuo successo, senza tralasciare la necessaria cornice di sicurezza. Il primo caposaldo imprescindibile nella pianificazione è costituito dalla corretta individuazione dell’area di intervento, da calibrare anche in proporzione alle risorse che si stima di poter impiegare; in tale prospettiva, fermo restando il prezioso, e ormai imprescindibile, supporto fornito da applicativi informatici, quali la georeferenziazione dei reati, appare, comunque, sempre necessario integrare i risultati acquisiti “a freddo” con le risultanze dell’attività informativa svolta dagli operatori di polizia che quotidianamente vivono le “realtà territoriali”. Non appare efficace svolgere operazioni ad alto impatto in interi quartieri di grandi realtà urbane o su comuni particolarmente estesi, pur se caratterizzati da elevati indici di delittuosità, essendo preferibile concentrare le risorse a disposizione su specifici complessi abitativi e luoghi di ritrovo. Altrettanto importante risulta l’individuazione delle forze da impiegare, che, oltre ai necessari reparti di rinforzo, è fondamentale che annoverino anche articolazioni specialistiche (cinofili, elicotteri, polizia stradale) in grado di supportare e valorizzare u