Federico Scotti*

Scheggiare e tagliare

CONDIVIDI

La drastica riduzione della produzione di chip causata dalla pandemia sta avendo conseguenze enormi sul mercato economico dell’elettronica e sulla sua evoluzione

click 8-9-21

I romani credevano che il nome di una persona indicasse anche il suo destino. Fu il poeta Plauto a coniare la celebre frase “nome omen” per indicare questo concetto. Da allora cerchiamo sempre di dare un nome propizio alle nostre cose e vivendo nell’era della comunicazione, stiamo sempre molto attenti all’effetto che una parola ha nella mente collettiva. Oggi parliamo di qualcosa che è assolutamente alla base di ogni oggetto elettronico e curiosamente, visto che ogni dispositivo è composto da tanti pezzi, il nostro protagonista si chiama proprio così: frammento, in inglese chip.

Sicuramente la smisurata diffusione della tecnologia nell’ultimo secolo è dovuta all’incredibile capacità che questa ha di renderci la vita più facile, ma se ci pensiamo tutto ha avuto inizio con qualcosa che in fondo ha lo stesso nome delle patatine, e a chi non piacciono le patatine.

Ma perché è tanto importante il chip?

Su come funziona forse è inutile soffermarsi, è argomento da premio Nobel (vinto dal suo inventore nel 2000), e a titolo di esempio del concetto chiave che sta dietro la realizzazione dei circuiti integrati a semiconduttore, appunto il chip, è “...il principio dell’isolamento a giunzione p-n...”. Per i non addetti ai lavori praticamente una formula magica.

L’aspetto innovativo del chip, comunque, era la sua capacità di integrare in uno spazio ridotto molti componenti. Fino alla sua invenzione gli

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

25/08/2021