Antonella Fabiani
La carica dei clarinetti
Continua il viaggio nella Banda musicale alla scoperta di uno strumento dalle molteplici coloriture e dell’impegno di chi lo suona
È il gruppo di strumenti a fiato più corposo all’interno della Banda musicale della polizia: versatile per l’estensione, il timbro e gli effetti sonori, il clarinetto è presente nelle formazioni bandistiche con un ruolo importante a partire dall’800, senza contare il suo utilizzo in diversi generi, dalla classica al jazz. A parlare di questa particolare “squadra” della Banda è Oscar Zuddas, prima parte, punto di riferimento di tutta la classe dei clarinetti: «La caratteristica principale di questo strumento è quella di avere un’ ampia escursione dinamica – spiega –. Può emettere una nota partendo dal “pianissimo”, quasi impercettibile all’orecchio, fino al “fortissimo” senza mai distorcerla. Altra importante caratteristica è quella di possedere una estensione musicale altrettanto ampia paragonabile a quella della famiglia degli archi nelle orchestre sinfoniche».
All’interno dell’orchestra di fiati della polizia sono presenti 22 clarinetti soprani, 4 i contralti e 3 i bassi, 2 piccoli e 1 contrabbasso. E se lo strumento principale è il clarinetto soprano, che ha un timbro morbido e rotondo (quello per intenderci di Un americano a Parigi di George Gershwin di cui si può sentire un assaggio nel Qr nella pagina successiva) anche gli altri tipi presentano particolarità interessanti: salendo nell’estensione troviamo il suono acuto e brillante del clarinetto “piccolo”, mentre scendendo si ha il suono vellutato del “contralto” che fa da collante con i “bassi”, dal suono scuro e ombroso, fino a quelli particolarmente gravi del “contrabbasso” (utilizzato nella Banda solo per esecuzioni di compositori o che richiedono determinati colori di suono).
Parlare dei clarinettisti della Banda musicale sig