Emanuele Mùrino*
Moto Guzzi in divisa
A metà marzo, la casa di Mandello del Lario ha compiuto un secolo. Nella sua storia aziendale, anche un duraturo connubio con la flotta a due ruote della Polizia di Stato
Era il 15 marzo 1921, un martedì come tanti, ma la data rimase tra quelle indelebili nella storia del motociclismo. Nello studio del notaio Cassanello, a Genova, nacque la “Società Anonima Moto Guzzi”. Lo scopo sociale era chiaro: “La fabbricazione e la vendita di motociclette e ogni altra attività attinente o collegata all’industria metalmeccanica”. Partiva quel giorno la secolare avventura della Moto Guzzi, un’eccellenza italiana nel mondo, sempre fedele ai propri valori, oltre il tempo e le mode, che dal 2004 fa parte del Gruppo Piaggio, leader europeo e tra i principali costruttori mondiali del settore. La Guzzi ha legato il suo nome alla flotta moto-ciclistica della Polizia di Stato per quasi 50 anni, la metà della storia dell’ azienda. Dalle prime in livrea rosso vivo e poi amaranto, a quelle in grigioverde, fino alle ultime in colore biancoazzurro, le moto con lo stemma dell’aquila ad ali spiegate hanno creato un connubio profondo con i centauri in divisa, soprattutto quelli della Polstrada, molti dei quali ha reso guzzisti, anche liberi dal servizio.
Airone Sport 250
A inaugurare il duraturo rapporto tra la Polizia di Stato e la Moto Guzzi fu l’Airone Sport 250, di cui uno splendido esemplare del 1952 è ospitato a Roma, al Museo delle Auto della Polizia di Stato. In un fiammante rosso vivo, la moto fu utilizzata negli anni del primo dopoguerra dai Reparti Mobili e Celere, come “staffetta porta ordini e per i servizi di scorta e viabilità”. Il mezzo aveva un grande sellino anatomico per il pilota e uno rettangolare, più piccolo, sulla ruota posteriore. Ai lati della stessa, erano collocati due minuscoli bauletti in metallo per riporre pochi oggetti. Non c’erano ancora la sirena, né il paragambe e il parabrezza. In compenso, l’Airone in divisa poteva