Maurizio Costanzo

Al servizio dei cittadini

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È nel mese di aprile di quest’anno che ricorre il quarantennale dall’entrata in vigore della legge n.121 del 1981, frutto di un laborioso progetto di riforma che ha interessato il corpo di polizia. La legge 121/81 è spesso identificata con il processo di “smilitarizzazione” del cosiddetto “Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza”, diventato in seguito “Polizia di Stato” ma possiamo affermare senza dubbio che fermarsi a questo termine sarebbe estremamente riduttivo, poiché, la riforma è da considerarsi come un vero e proprio spartiacque tra ciò che era il nostro sistema di sicurezza prima e dopo quella data. Vi è stata, innanzitutto, una innovazione di tipo strutturale, che ha portato con sé adeguamenti tecnici relativi alle qualifiche, alla equiparazione delle donne poliziotte dal punto di vista operativo ai colleghi uomini, all’equipaggiamento e altro. Il vero cambiamento, però, è stata l’evoluzione verso un senso democratico dell’attività delle forze di polizia. A partire dalla fine della Seconda Guerra mondiale, fino agli anni ’80, il modo di operare della Polizia rifletteva gli avvenimenti politici e sociali di quel tempo: a causa, infatti, delle rivoluzioni ideologiche, sociali e culturali si sentiva la necessità di mantenere l’ordine pubblico nelle piazze ed evitare il più possibile eventi sovversivi del sistema. 

Tuttavia, le modalità, perlopiù di carattere repressivo, entravano in forte contrapposizione con una visione democratica della gestione della sicurezza pubblica. Il ruolo della Polizia di Stato, comincia a stare stretto ad un Paese, la cui priorità, non doveva essere solo mantenere gli equilibri istituzionali raggiunti, ma garantire ai cittadini la libertà di poter esercitare i diritti conquistati. Ci si allontana, così, sempre più, da una visione militare delle funzioni della Polizia. Il cittadino, inoltre, comincia ad essere sempre più istruito, ha maggiore consapevolezza delle possibilità di rivendicazioni e non è più intenzionato ad accettare l’esistenza di un corpo di polizia che sia solo espressione di forza esecutiva.

Sarà partendo da tali premesse, e procedendo verso un orientamento liberale, che si avvierà un ribaltamento dell’attività della polizia che legittimerà le sue azioni dal rapporto di fiducia e di vicinanza con il cittadino. Il suo ruolo, dunque, si intreccerà sempre più con i bisogni dei cittadini e il suo operato sarà messo al loro servizio. Credo che, il vero senso della Riforma del 1981, sia stato proprio questo, e che a distanza di quarant’anni vada, con fierezza, celebrato il cambiamento: le Forze di Polizia devono essere una istituzione non politica ma sociale.

09/04/2021