Lamberto Giannini*
Una polizia al passo con i tempi
Quest’anno la ricorrenza del 169° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato si arricchisce di un’importante cifra tonda: i 40 anni della Riforma dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza. Il 10 aprile del 1981 veniva infatti pubblicata sulla Gazzetta ufficiale la Legge 121 che portava in sé il seme di grandi evoluzioni, ridisegnando una polizia moderna e a forte identità civile, di cui io stesso sono figlio come la quasi totalità degli uomini e delle donne che oggi indossano la nostra divisa.
A maggior ragione, quindi, avremmo voluto festeggiare il 10 aprile nelle meravigliose piazze del nostro Paese e vicini alle nostre comunità, la cui salvaguardia è lo scopo principe della nostra esistenza. Ma la pandemia continua a mordere l’Italia, per cui con grande dispiacere e pari senso di responsabilità abbiamo scelto di celebrarlo in forma simbolica unicamente con la deposizione della corona in memoria dei nostri caduti, che hanno sacrificato il bene più prezioso, la vita, per la riaffermazione della legalità e la sicurezza dei nostri concittadini. Sono i nostri caduti a ricordarci che la collettività è il motivo della nostra esistenza, il senso profondo del nostro spirito di servizio.
Per cui, ora più che mai, il nostro compito è contribuire alla salvaguardia del preziosissimo bene comune che è la salute delle nostre comunità, messa a repentaglio dal Covid-19. Lo abbiamo fatto fin dalla prima ora, come raccontano i dati dell’attività relativi al 2020 raccolti nel compendio curato da Poliziamoderna: rigorosi nei controlli e nel far rispettare le leggi, ma sempre pronti a interpretare il nostro ruolo con senso di umanità ed empatia nei confronti dei cittadini travolti dal disagio e dal disorientamento.
Spesso siamo scesi in campo “fuori ordinanza” per aiutare nella distribuzione dei presidi medico-sanitari, nella sanificazione delle strade, nel sostegno spontaneo e generoso degli anziani e delle famiglie in difficoltà spezzando le catene della loro solitudine. Ed ora grazie all’eccezionale impegno della Direzione centrale di sanità stiamo ultimando la campagna vaccinale per gli appartenenti e contemporaneamente diamo supporto, nei nostri presidi, a quella del ministero della Salute per i cittadini avanti con l’età.
Chiamati dall’emergenza pandemica al soccorso alla popolazione, compito istituzionale espresso dalle due torce che si incrociano nello stemma araldico, le donne e gli uomini della Polizia di Stato hanno, al tempo stesso proseguito il loro impegno nel contrasto alla violenza, all’illegalità e al crimine in crescita tra le mura domestiche, con l’odiosa violenza di genere, sul Web, in tutte le svariate forme del cybercrime, e nei gangli del mondo economico e del lavoro attraverso le infiltrazioni delle grandi associazioni mafiose.
Nel ripercorrere un anno della nostra attività, vedo dietro i numeri i volti dei colleghi che, nonostante le difficoltà personali e familiari dovute alla pandemia, nonostante le sofferenze della malattia che ha toccato talvolta loro stessi o i loro cari, hanno portato avanti il lavoro con dedizione, consci di non fare solo il proprio dovere ma di essere un punto di riferimento per i cittadini. A loro va la mia gratitudine.
Ed è a loro che rivolgo la promessa di proseguire nel processo riformatorio delle articolazioni centrali e territoriali del Dipartimento della pubblica sicurezza. Una riorganizzazione che, pur conservando lo spirito della Legge 121, ne attualizzerà i contenuti permettendo alla Polizia di Stato di poter rispondere alle sempre più numerose esigenze di sicurezza e richieste di prossimità che questi tempi di tempesta richiedono.
Sono certo che sarà questo il miglior modo possibile di celebrare il 169° della Fondazione e il 40° della Riforma che sono il fondamento della nostra Amministrazione. Buon 10 aprile a tutti voi.
*Capo della Polizia – Direttore generale della pubblica sicurezza