Toti Bellone*

Guardia alta

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Nonostante l’impegno quotidiano, gli uomini e le donne della questura salentina sanno che non bisogna abbassare la soglia di attenzione partendo dal controllo del territorio

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uella sera era andata bene. Alle 22 ero già fuori dalla redazione. Non avveniva spesso, in quegli anni bui di Sacra corona unita, sì, la quarta mafia d’Italia (dopo Cosa nostra siciliana, ’Ndrangheta calabrese e Camorra napoletana), così come conclamato da due sentenze passate in giudicato a carico dell’organizzazione criminale pugliese. 

Dopo essermi lasciato alle spalle l’elegante piazza Sant’Oronzo con la statua del patrono e l’Obelisco di Porta Napoli, un quarto d’ora dopo ero già quasi sotto casa, in via Merine, appena fuori dal centro commerciale di piazza Mazzini (o dei Trecentomila in onore del XV Congresso eucaristico nazionale del 1956), dove la grande fontana monumentale era ancora accesa. 

All’improvviso una violenta esplosione. La saracinesca di un negozio di elettrodomestici salta in aria e finisce dall’altra parte della strada. Se avessi percorso poche centinaia di metri ancora, avrebbe potuto abbattersi sulla mia auto. Dopo una manciata di minuti, dalla sede di viale Otranto della questura, dalle parti dell’altra antica porta cittadina, Porta San Biagio (la terza è Porta Rudiae, mentre la quarta, Porta San Martino, è andata purtroppo distrutta), arrivano le Volanti della polizia, che il territorio lo controllano eccome. Penso: “la mala ha davvero alzato il tiro”.

A quell’ora il racket delle estorsioni non aveva mai colpito. C’era davvero da preoccuparsi. E d’altra parte, anche se le odierne restrizioni della pandemia da Covid non erano neppure immaginabili, più di qualcuno, già allora rinunciava ai locali della vivace e accattivante “movida” dopo la mezzanotte, quella sì, ora delle bombe.

Per fortuna, quei tempi bui sono passati e semmai restano soltanto un brutto ricordo, anche se per evitare i contagi del Coronavirus, a pub, birrerie, lounge bar e altri coinvolgenti locali, in testa ristoranti e trattorie per tutti i gusti e tutte le tasche, bisogna ancora rinunciare. Anni di inchieste delle forze dell’ordine coordinate da capaci magistrati con la scorta, in testa l’ex procuratore capo Cataldo Motta, hanno restituito ai cittadini di Lecce e della sua provincia (quasi cento Comuni e una popolazione di circa 800mila abitanti), tranquillità e serenità. 

Ma: «Mai abbassare la guardia», come dice il questore di Lecce, Andrea Valentino, napoletano, approdato nella città del barocco il 26 marzo di due anni fa.

Lo sanno bene, i poliziotti, che la guardia non va mai abbassata, neppure quando si vincono molte battaglie, e il primo passo per non

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12/03/2021