Andrea Sperini*
Le dinamiche del terrore
Lo stato del terrorismo nella regione del Sahel e in Africa occidentale. Nuove organizzazioni, alleanze e lotte di potere
Contesto geopolitico
Nonostante il fenomeno terroristico in Africa sia presente da tempo, una svolta significativa destinata a incidere sulle dinamiche geopolitiche delle regioni del Sahel e dell’Africa occidentale è ravvisabile a partire dal 2011 quando, a seguito della caduta del regime libico guidato dal colonnello Gheddafi, si sono create le condizioni perché i gruppi jihadisti potessero strutturarsi in chiave sempre più organizzata. Porosità delle frontiere, libertà di azione in spazi non sufficientemente presidiati, disponibilità di armi provenienti dai depositi dell’ex esercito regolare libico e la possibilità di definire relazioni con gli attori legati al crimine locale e transnazionale, sono stati gli elementi che hanno consentito di dar vita a un nuovo, tragico inizio. Un ulteriore momento di “crescita” del jihad africano è poi rappresentato dalla guerra civile in Mali del 2012 quando, in una logica di contrapposizione allo Stato legittimo, i suddetti attori hanno ulteriormente rafforzato le proprie capacità relazionali e le tecniche militari, non mancando di dare corso alla definizione di una precisa strategia di azione di lungo periodo. Un percorso fatto di storia, interessi e criticità mai risolte che negli ultimi anni hanno reso i paesi del Sahel (Burkina Faso, Costa d’Avorio, Mali, Mauritania, Niger) e quelli dell’Africa occidentale (Nigeria, Ciad e Camerun) il teatro di inedite dinamiche criminali e sociali, tanto da influenzare gli equilibri dell’intero Continente e incidere sulla scena della politica internazionale. È qui che organizzazioni strutturate come Al Qaeda nel Maghreb Islamico, unica nella sua esperienza di capacità di azione e interazione sul territorio, Boko Haram o Islamic State in the Great Sahara (Isgs), matrice ideologica di un progetto fallito in Siria, continuano a scrivere pagine drammatiche di ordinaria insicurezza.
L’esperienza di Al Qaeda nel Maghreb Islamico e il terrorismo “ibrido”
Al Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqim), nata nel 2007 come branch regionale di Al Qaeda, si è progressivamente strutturata attraverso una costante azione di rimodulazione strategica che ne ha condizionato la sfera identitaria rendendola, di fatto, un’organizzazione indipendente dal core qaedista. Forte di una politica particolarmente incisiva sul territorio, Aqim è riuscita a creare un vero e proprio assetto funzionale basato su una lenta, ma progressiva, estensione della propria ingerenza nella regione saheliana, in modo particolare in Mauritania, Mali e Burkina Faso; un ragionato processo di posizionamento e infiltrazione che si è tramutato in un vero e proprio sistema socio-economico. Il primo momento di questa strutturazione è certamente rappresentato dall’acquisizione del controllo del territorio che ha consentito ad Aqim di porsi come interlocutore privilegiato nella filiera dei traffici illeciti tra