Cristina Di Lucente

Luce di speranza

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pdn 01-21

Quest’anno la Polizia di Stato porge i suoi auguri in modo inedito: un “corto” di 3 minuti sull’anno doloroso che sta terminando, che porta un messaggio di speranza per il futuro. Immagini senza dialoghi, in cui parlano gli sguardi segnati dalla consapevolezza della nostra nuova condizione, che raccontano un Natale diverso dove non può mancare lo stupore ma anche la sofferenza e la riflessione. Generosa la partecipazione di Cesare Bocci, protagonista d’eccezione, che interpreta un poliziotto il quale, insieme ad altri rappresentati della società civile, ripara piatti andati in frantumi utilizzando l’arte giapponese del kintsugi: un’antica tecnica di riparazione del vasellame con metalli preziosi che ne legano i frammenti, rendendoli unici e resistenti. La frattura ricomposta con venature d’oro veicola un messaggio di speranza per tutti coloro che soffrono per le vite spezzate, per la perdita del lavoro, per la solitudine. Un oro che non colora semplicemente il Natale ma che suggerisce un futuro ancora possibile, una luce che rischiara le tenebre. La straordinaria musica di Emiliano Toso arricchisce di emozioni questo progetto scritto e diretto da Chiara Di Segni.

Musica contro le mafie 
Combattere la mafia si può anche con la musica. A farlo da tanti anni è Musica contro le mafie, un concorso europeo giunto alla 11ma edizione, aperto a tutti i generi che abbiano un rapporto con tematiche legate al sociale e all’antimafia, che quest’anno ha visto come vincitore Davide Ambrogio con il brano A San Michele. Nonostante le difficoltà legate alla pandemia la manifestazione si è svolta in tutte le sue fasi sulle piattaforme Social: «È stata una edizione straordinaria, differente per le misure di contenimento che conosciamo tutti – spiega Gennaro de Rosa, presidente del Premio Musica contro le mafie – ma ci siamo inventati una modalità nuova, unendo reale e virtuale come ormai facciamo per tutte le attività da marzo 2020. In questo cambio epocale che stiamo vivendo spetta a tutti noi diventare attori consapevoli – continua – i punti fermi si sono trasformati in punti mobili e la nostra capacità sta nell’essere dei bravi equilibristi. Il virtuale toglie il calore umano, la vicinanza, la forza dei concerti e delle manifestazioni nelle piazze ma  restituisce in termini di numeri di pubblico e utenti che dal vivo sarebbero impensabili. Proprio quest’anno – prosegue – abbiamo avuto un riscontro superiore a tutte le edizioni precedenti, sia in termini di iscrizioni, un record di 709 artisti, sia di pubblico». 

Ma non solo. Novità di questa edizione è la partecipazione della Banda della Polizia di Stato che, attraverso il vice direttore Roberto Granata, ha preso parte alla fase di selezione dei dieci  brani finalisti: «La partnership con la Polizia di Stato, iniziata quest’anno, è per noi un risultato importante – commenta de Rosa – poiché Istituzione impegnata in prima linea in quella che è la lotta alle mafie e alla criminalità». È una partnership che rende orgogliosi tutti coloro i quali sono stati protagonisti di questa edizione del Premio Musica contro le mafie». 

E orgoglioso di aver partecipato alla  votazione dei dieci brani finalisti, accanto alle diverse giurie di esperti, anche il maestro Roberto Granata, vice direttore della Banda della Polizia di Stato: «Per me è stata un’esperienza arricchente che mi ha permesso di sentire la creatività di molti artisti italiani. Il criterio che ho seguito è stato quello di cercare un’unione simbiotica tra musica e testo, che ritengo base per la composizione, e in questo senso ho trovato nelle canzoni un’ampia gamma di emozioni, sentimenti, messaggi legati a situazioni come il bullismo, al razzismo o al coraggio. Musiche e testi difficili da sentire attraverso i tradizionali canali come la radio o la televisione che offrono un panorama delle energie artistiche del nostro Paese». 

Un confronto con stili diversi a cui l’orchestra della polizia è abituata da sempre e che è alla base della sua professione. Naturalmente chi volesse approfondire l’iniziativa del Premio e seguire le varie fasi può collegarsi alla pagina Facebook o al sito www.musicacontrolemafie.it.
Antonella Fabiani

Il volto giovane della questura
Bergamo.
Lo scorso 10 dicembre è stata una giornata speciale per il capoluogo lombardo con l’inaugurazione della nuova facciata della questura. Condividere questo momento con il territorio non è stato solo un fatto estetico e simbolico, ma anche un modo per rafforzare il legame con i giovani e il mondo della scuola in particolare. La nuova facciata è infatti il frutto della collaborazione con i ragazzi del liceo artistico Manzù, fortemente voluta dal questore Maurizio Auriemma, che non ha esitato a sottolineare come sia stata «una vera “boccata d’ossigeno” vederli all’opera per una città che ha vissuto sulla propria pelle la violenza della pandemia e che ha un grande bisogno di tornare alla normalità». 

I ragazzi dell’Istituto Manzù hanno accettato la sfida di realizzare il progetto ideando un bozzetto plastico da inserire sulla facciata, una realizzazione concreta che potesse essere presente in uno spazio fisico reale, operazione partita con una divisione in gruppi e una successiva analisi documentale sull’edificio, la sua nascita e gli elementi archetipici e simbolici che lo contraddistinguono. Il questore ha valutato le proposte più idonee e sulla base della sua scelta i ragazzi sono approdati al progetto finale: un’opera realizzata con il marmo di Zandobbio, u

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12/01/2021