a cura di Cristina Di Lucente
Insieme si può
(foto: Valerio Giannetti)
Sono stati tanti, anzi tantissimi, gli amici che hanno voluto partecipare alla presentazione on line della XII edizione di Facciamo un pacco alla camorra: due ore, moderate dal giornalista Sergio Nazzaro, ricche di testimonianze e di sostegno all’iniziativa. Ha aperto gli interventi il presidente del consorzio Nco Simmaco Perillo che ha spiegato da dove è partito il progetto: «Abbiamo provato a costruire una rete fatta di legami e di rapporti tra varie organizzazioni che si intrecciano tra di loro senza perdere la propria identità, una rete per mettere insieme le persone. Mi viene in mente il disegno del pacco di quest’anno che rappresenta un popolo in cammino: le forze dell’ordine insieme a chiunque si adoperi, giorno dopo giorno, per lavorare con dignità nel rispetto delle regole». Il presentatore Flavio Insinna ha voluto spiegare il perché della sua presenza: «Mio padre, uomo del Sud, mi ha insegnato da subito che bisogna scegliere di stare dalla parte della legalità anche pagandone il costo. E io ho scelto di stare dalla parte di questa rete straordinaria che crea bellezza che si sostituisce a posti abbandonati all’illegalità e alla delinquenza organizzata». Da quest’anno fa parte della rete anche la Polizia di Stato il cui capo, Franco Gabrielli, ha spiegato: «Da qualche anno l’Istituzione che guido ha affidato a un verbo e un avverbio la cifra più profonda della sua missione: Esserci sempre. E in questa iniziativa ci siamo con convinzione, perché si trasformerà in gesti concreti e reali. Ci siamo con il nostro fumetto, Il commissario Mascherpa e soprattutto da domani ci saremo per far sì che questi pacchi vengano venduti e portino fondi». I pacchi sono acquistabili sul sito www.ncocommercio.com e una parte del ricavato verrà destinata al Piano Marco Valerio del Fondo di assistenza per il personale della Polizia di Stato che sostiene i poliziotti che hanno figli con gravi malattie degenerative.
Chiara Distratis
Il vestito rosso
Civitavecchia (RM). Lo scorso 25 novembre, nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, alcuni poliziotti del commissariato di Civitavecchia hanno lanciato un videoclip per stigmatizzare il fenomeno e mostrare la propria vicinanza a tutte le vittime di questo deprecabile crimine. Così è nato il brano musicale Il vestito rosso, scaturito dalla collaborazione tra Riccardo Brunamonti, che ne ha curato musica, arrangiamenti e produzione, e Lina Falaschi, autrice del testo e produttrice, oltre che interprete assieme ad altre 4 vocalist: Emanuela Animobono, Rosa Aprea, Serenella Gigli ed Emilia Girolami. Dopo Il marciapiede opposto, uscito in primavera, che toccava temi legati al difficile periodo che stiamo ancora vivendo, il gruppo dei colleghi con la passione per la musica ha voluto toccare un altro argomento particolarmente attuale che il periodo del lockdown ha accentuato, costringendo talvolta a convivenze coercitive che hanno fatto degenerare conflitti già esistenti nei quali, quando esplode la violenza, il conto sono le donne a pagarlo. Il video propone una risposta corale data dalle voci armoniche di donne che insieme, in un sostegno reciproco, aiutano la protagonista rinchiusa nel dolore che ne ha in un certo senso annullato l’identità a ricordare chi fosse prima di incontrare il suo carnefice e a ritrovare quel “vestito rosso”, simbolo della libertà di esprimere se stessa, il proprio amore e i propri sentimenti. «Il vestito rosso rappresenta la nostra idea di dar