Mauro Valeri
Rappresentare tutti i cittadini
Multietnica e inclusiva, la polizia neozelandese mantiene ferma la volontà generale di non dotare i propri operatori di armi da fuoco
Christchurch, 15 marzo 2019. Un suprematista bianco, Brenton Tarrant, apre il fuoco su 51 musulmani uccidendoli. La polizia neozelandese, fino ad allora disarmata, valuta la possibilità di dotare i propri agenti di armi da fuoco per rispondere più prontamente alle minacce criminali e terroristiche. Vengono quindi create, in seguito a una riforma interna, le squadre di intervento armato, impiegate a Auckland, Waikato e Canterbury. A porre fine all’ ”esperimento” il capo della Polizia Andrew Coster, dopo aver constatato che queste squadre «non sono in linea con il tipo di polizia che i neozelandesi si aspettano». Decisione, questa, frutto di consultazioni con la popolazione. Pur non avendo in fondina armi da fuoco, i circa 13mila poliziotti sono equipaggiati con sfollagente, spay al peperoncino e taser.
Il capo della Polizia, pur se posto al vertice dell’Organizzazione, in alcuni casi può agire in totale indipendenza, come nello sviluppo delle indagini, in altri, invece, come sul tema della condotta tenuta dalla polizia (in generale) o della sua gestione economica, deve riferire al ministro della Polizia. Per giudicare l’operato delle forze dell’ordine, e dei suoi singoli membri, è stata istituita un’Autorità indipendente (Independent police conduct authority) al cui vertice è posto un giudice dell’Alta corte. Per denunciare il comportamento scorretto di un operatore della polizia si può utilizzare l’apposito modulo presente sul sito web dell’Autorità indicando, oltre a ogni utile riferimento all’accaduto, anche le generalità di eventuali testimoni.
La polizia è divisa in 12 distretti, 9 posti nell’Isola del Nord e 3 in quella del Sud. Ciascun distretto è diviso in aree in ognuna delle quali c’è una stazione centrale dalla quale dipendono quelle sussidiarie e suburbane.
Gli aspiranti agenti vengono sottoposti a 19 settimane di corso presso il Collegio reale, appena a nord di Wellington, superato il quale presteranno servizio per 2 anni come “agenti in prova”. Al termine del biennio, se avranno riportato un giudizio positivo, diventeranno “effettivi”. Da anni è in aumento il reclutamento di cittadini di etnia asiatica, indiana, africana e Maori, per rendere la polizia sempre più rappresentativa della comunità e per capire i reali bisogni delle differenti parti che la compongono. In particolare, per agevolare la comprensione del modo di vivere, delle tradizioni e delle usanze dei Maori vengono organizzati, presso il Collegio reale, appositi corsi destinati agli operatori delle forze dell’ordine e lo stesso capo della Polizia partecipa regolarmente a incontri con rappresentanti delle comunità tribali per sviluppare con loro piani di sicurezza condivisi.
La politica inclusiva è rivolta anche al “mondo islamico”. Ad ottobre, infatti, Zeena Ali e stata la prima poliziotta neozelandese ad indossare l’hijab, il tradizionale velo islamico, come parte della sua uniforme. Nata alle isole Fiji si è trasferita in Nuova Zelanda da bambina e dopo gli attentati di Christchurch ha maturato la decisione di “entrare” in polizia. «È bello poter uscire e mostrare l’hijab dell’uniforme della polizia neozelandese – dice Ali – anche perché ho potuto prendere parte al processo di progettazione. Questo significa che alcune donne, che potrebbero non aver considerato in precedenza l’idea di arruolarsi in polizia, potranno farlo ora. Mi sono resa conto che ci vogliono più musulmane nella polizia, è fantastico come questo Corpo abbia accolto la mia religione e cultura». L’interazione con i cittadini non è unidirezionale. A loro ci si rivolge non solo per dare consigli e offrire servizi ma anche per ottenere un aiuto concreto nella risoluzione delle indagini. Per questo sul sito web (www.police.govt.nz) è stata creata una sezione dedicata alle persone scomparse, ai criminali latitanti e ai casi irrisolti, principalmente omicidi, accaduti negli anni o decenni precedenti. Per conoscere i dettagli di queste indagini si può leggere la relativa scheda informativa e, cliccando su un link, vedere il servizio giornalistico della serie “Cold case” realizzato della principale rete pubblica neozelandese, TVNZ. Qualunque informazione utile può essere comunicata allo 0800 2653 2273 o via email.
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Terra di mare
Composto da due isole principali, l’Isola del Nord e l’Isola del Sud, divise tra loro dallo stretto di Cook, l’arcipelago della Nuova Zelanda è un paradiso naturale. Vulcani, ghiacciai, fiordi e spiagge, questo lo scenario, ancora oggi quasi immutato, che si presentò ai Maori nel 14° secolo che qui giunsero in canoa dalla Polinesia. Oggi alle loro tradizioni, che tanto furono osteggiate dai colonizzatori europei, è dato sempre maggior spazio dall’inclusivo governo. Alle 2 isole si aggiungono numerose isole minori, quasi tutte disabitate, che rendono la densità abitativa tra le minori del mondo. Qui le stagioni sono invertite rispetto alle nostre: l’estate va da dicembre a febbraio, l’autunno da marzo a maggio, l’inverno da giugno ad agosto e la primavera da settembre a novembre.
La popolazione, in gran parte di discendenza europea, è concentrata nelle principali città del Paese, Wellington, capitale politica ed amministrativa e Auckland che ospita gran parte delle attività industriali.
La Nuova Zelanda è una monarchia parlamentare guidata, formalmente, dalla regina di Inghilterra, Elisabetta II. Il suo potere però è soltanto simbolico, essendo rappresentata nel Paese da un Governatore generale che, con il primo ministro e i ministri, costituisce il governo, vero depositario del potere esecutivo. Viene nominato primo ministro il leader del partito (o della coalizione) di maggioranza. Dal 2017 tale incarico è ricoperto da Jacinda Ardern, rappresentante del partito laburista e premier più giovane del mondo, essendo stata eletta a soli 37 anni. La sua gestione dell’epidemia da coronavirus è stata così apprezzata dalla popolazione da far ottenere al suo partito, nelle elezioni del 17 ottobre scorso, il miglior risultato degli ultimi 50 anni con l’ottenimento della maggioranza assoluta dei seggi e la riconferma nella sua carica. Empatia assoluta con la sua gente che ancora ne ricorda le parole all’indomani della strage di Christchurch: «Con questo atto terroristico l’assassino voleva centrare numerosi obiettivi. Uno dei questi era il raggiungimento della notorietà. È per questo che non mi sentirete mai pronunciare il suo nome. È un terrorista. Un criminale. Un estremista. Vi chiedo di ricordare i nomi di chi è morto, anziché quello di chi li ha uccisi». Vera eccellenza del Paese è l’istruzione scolastica, obbligatoria dai 6 ai 16 anni, che può vantare un tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta prossimo al 100%. Agricoltura e allevamento raggiungono livelli di assoluta eccellenza, permettendo alle fattorie neozelandesi di essere tra le più produttive del mondo.