Nicoletta Gigli*

Votata alla rinascita

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Città moderna con le sue ferite e i suoi gioielli artistici, Terni vive la sicurezza come progettualità e dialogo

questmese 12-20

Servire sul territorio per garantire la sicurezza dei cittadini significa innanzitutto conoscere la storia, le tradizioni gli usi e i costumi. In altre parole la prima mission di un questore è quella di entrare in empatia con i cittadini della provincia a lui affidata. È quanto ripete il questore di Terni Roberto Massucci nelle periodiche riunioni di staff con i suoi collaboratori enfatizzando il valore del dialogo, della penetrazione delle realtà territoriali e delle idee da porre a fondamento di progettualità inclusive su specifiche problematiche.

La gestione dell’ordine pubblico al tempo del Covid ha poi ulteriormente messo in luce l’esigenza di esprimere la funzione di polizia in una logica di coesione istituzionale interpretando al meglio la straordinaria cornice normativa della legge 121/81 che pone al centro del sistema le Autorità provinciali di pubblica sicurezza ––prefetto e questore – ai quali è richiesto di agire in piena sintonia e “amicizia istituzionale”.

La storia di Terni, con i suoi straordinari asset industriali, in primis le acciaierie, detta metodo e tempi dell’azione di prevenzione e sicurezza insegnando, come solo la storia sa fare, la via della ricostruzione e gli strumenti di coesione sociale. 

108 bombardamenti distruggono Terni
È l’11 agosto 1943: inizia una lunga sequela di bombardamenti sulla città al termine dei quali, il 13 giugno 1944, perdono la vita più di mille persone. Resta in piedi solo il 17 percento degli edifici.

108 i bombardamenti – 108 come i colpi che a Palermo hanno ucciso il giovanissimo poliziotto Roberto Antiochia – che devastano la conca ternana per neutralizzare due siti strategici: la fabbrica d’armi e le acciaierie. 

Dalla distruzione, la rinascita di una delle città più popolose e ricche di storia del centro Italia. In questa fase si disegna il nuovo assetto urbanistico di una città moderna, con forte vocazione ad elevati standard di vivibilità. «La ricostruzione della città, a guerra finita, seppur frettolosa è avvenuta con stile, come si nota specialmente ora che alcuni palazzi, tirati su in fretta col nobile scopo di dare un tetto alla gente, mostrano una certa vetustà» dice Luca Sarcoli, vicario del questore appassionato di storia locale tornato a Terni dopo averne guidato per dieci anni la Squadra mobile. «Non si è avuto paura di mescolare con la modernità le strutture preesistenti, e questo è stato un grande atto di coraggio».

La storia inizia sempre da lontano
«Perché dedichi tanto tempo a progettare i tetti?» gli avevano chiesto incuriositi visto che gli architetti ai tetti non dedicano troppe energie. «Perché i tetti li vedono gli angeli». Mario Ridolfi, architetto di fama internazionale, è venuto a Terni a realizzare la fontana di piazza Tacito, da quasi cent’anni il suo monumento simbolo, il cuore della città: con il pennone d’acciaio e i mosaici di Corrado Cagli, a rappresentare nell’acqua tutti i segni dello zodiaco.

Nel 1933 inizia la lunga collaborazione con Wolfgang Frankl, in

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09/12/2020