Cristina Di Lucente

Effetto lockdown

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I crimini informatici riguardanti i minori hanno fatto registrare un incremento significativo durante il periodo della pandemia tuttora in corso. Ne parliamo con il direttore del Servizio polizia postale

noslav01 12-20

Analizzare le conseguenze delle quarantene che hanno caratterizzato il 2020 e con le quali abbiamo acquisito una  sorta di spiacevole familiarità sarà indubbiamente un’attività alla quale verrà dedicato molto del tempo successivo al nostro “ritorno alla normalità”, considerando che hanno avuto ripercussioni tangibili in ogni ambito della vita sociale. Quello che però si può osservare fin da ora e che parte da un’analisi di dati già molto evidenti è un vertiginoso aumento del cybercrime, quella tipologia di reati che si consumano tra le quattro mura di una stanza, attraverso l’uso di un dispositivo digitale. Spesso a farne le spese sono i minori che per naturale vocazione sono frequentatori assidui della Rete, in questo particolare periodo con tante occasioni in più per esserne utenti.

L’aumento dei reati digitali
A confermare questa tendenza è il Servizio polizia postale e delle comunicazioni che annovera, tra le proprie macroaree di competenza, il contrasto a tutti i reati di aggressione on line nei confronti dei minori: «La pandemia ha segnato fortemente e in maniera preoccupante tutto il settore del cybercrime – spiega il direttore Nunzia Ciardi – questo è anche naturale, perché è stata un acceleratore potentissimo sulla digitalizzazione». In effetti, la tecnologia ci ha notevolmente aiutati in questo periodo di grande sofferenza collettiva, consentendo di mantenere rapporti affettivi, commerciali, lavorativi e, per quel che concerne i ragazzi, di studiare attraverso la didattica a distanza. In breve, tutte le attività che non potevamo più svolgere fisicamente, le abbiamo trasferite on line, con il risultato che anche chi precedentemente non faceva un uso frequente della Rete si è trovato a vivere la maggior parte delle proprie giornate connesso. Tutto questo, se per un verso ha costituito un supporto per superare le difficoltà legate alla pandemia, per l’altro ha rappresentato un rischio significativo, perché ha aumentato in maniera esponenziale la superficie d’attacco. «Tutti i reati in questo ambito sono aumentati sensibilmente – conferma l’esperta – gli attacchi informatici alle aziende hanno subito un incremento del 353% e le persone indagate sono aumentate del 104% rispetto al corrispondente periodo del 2019. Allo stesso modo sono aumentate le frodi finanziarie, come mostra il picco delle denunce che abbiamo registrato (+421%) e analogamente anche la nostra attività di contrasto». Una vera esplosione dei reati informatici che non ha lasciato indenne il mondo dei minori, come conferma il direttore del Servizio: «Sia nel lockdown di marzo che nell’attuale periodo caratterizzato da varie restrizioni alla circolazione con la chiusura di molte scuole e la permanenza in casa dei ragazzi per tempi prolungati, abbiamo registrato un aumento del 74% dei casi riguardanti i minori rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente e un incremento del 61% delle persone indagate. La nostra attività si concentra dunque sul contenimento dei rischi per minimizzare gli effetti negativi e massimizzare i benefici».

Minori e cybercrime
Ma quali sono, in maniera specifica, i reati informatici che coinvolgono i minori? L’esperta della polizia postale osserva che ogni età ha la sua quota e il suo settore di rischio; se quindi per i ragazzi molto giovani l’adescamento rappresenta un’area pericolosa, per quelli

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09/12/2020