a cura di Cristina Di Lucente

Servizio e appartenenza

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pdn 11-20

Trieste. Il contrasto rende spesso più nitida un’immagine, come in queste istantanee in bianco e nero, scelte per raccontare la commemorazione di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. Anche la tragedia che ha spezzato le loro esistenze contrasta fortemente con il sorriso e la voglia di vivere che solitamente li accompagnava, fino a quel maledetto 4 ottobre 2019, quando condussero in questura un fermato reo confesso di furto che iniziò a sparare colpi all’impazzata con l’arma di uno dei due poliziotti della “volante 2”. Colpi dai quali i due giovani non si sarebbero mai più rialzati. Lo spartiacque della pandemia sembra essersi lasciato dietro un tempo infinito, che  non ha però cancellato il ricordo dei poliziotti nel cuore dei triestini che hanno conferito la cittadinanza onoraria  a Matteo e Pierluigi. «Siamo figli dei territori dove prestiamo servizio – ha sottolineato il capo della Polizia Franco Gabrielli nel corso dell’intitolazione del tratto antistante la questura che oggi porta il loro nome – con un gesto spontaneo i cittadini hanno voluto testimoniare il più esemplificativo senso di appartenenza». La commozione era palpabile lo scorso 4 ottobre nelle parole e negli sguardi di tutti i presenti, del questore Giuseppe Petronzi, dei “fratelli di giubba” che con loro hanno condiviso il servizio e di Andrea Tondo, il  poliziotto salentino che ha attraversato la penisola per consegnare una scultura commmissionata al maestro cartapestaio novolese Cosimo Casarano.  L’opera rappresenta una pantera  pronta a intervenire e a difendere, proprio come Matteo e Pierluigi, i “figli delle stelle” dalla canzone a cui loro stessi si sono ispirati in un toccante video, che hanno vegliato fino alla fine sulla sicurezza della loro comunità.
(Foto in apertura realizzata da "PasquaCerboneFotografia" di Trieste)  

Storie a viso aperto 
Roma. ”... all’inizio erano solo le sirene e la paura a ferire il silenzio. Un silenzio sempre uguale, di giorno e di notte; un’integrità apparente nasconde macerie invisibili”: è una voce fuori campo con il sottofondo di un violino e le immagini di una Cremona deserta a introdurre, con queste parole, A viso aperto, docufilm realizzato con la r

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10/11/2020