Luciano Fontana*

La provincia che riparte

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Tra opportunità e difficoltà Frosinone e il suo territorio rinnovano il loro volto

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Novantuno comuni, cinquecentomila abitanti. Due città di riferimento, il capoluogo Frosinone e il centro abitato che fa da cerniera con la Campania, Cassino. E tanti paesi e borghi adagiati lungo l’autostrada con il suo nucleo industriale o distribuiti alle pendici dei monti Lepini, Ernici e Ausoni. Luoghi diversi, problemi diversi, perfino accenti diversi a seconda che si senta di più la vicinanza a Roma o al casertano. Queste differenze ho vissuto quando ero ragazzo e frequentavo il liceo nel capoluogo della città in cui sono nato e che ho lasciato, ormai tanti anni fa, per l’università e il lavoro da giornalista prima a Roma e poi a Milano. Con qualche punto di riferimento, edifici e luoghi che ognuno poteva guardare e riconoscere come confortanti e rassicuranti nello spazio urbano. La questura, prima di tutto, allora nella parte alta della città (ora si è trasferita in una sede nuova e moderna nei quartieri in basso).

Nella provincia di Frosinone si può leggere al microscopio l’Italia con le sue tante difficoltà e le sue opportunità: le grandi fabbriche che soffrono e il tessuto delle piccolissime imprese che sta affrontando uno tsunami, i lavoratori pendolari verso la Capitale e le occasioni del turismo ancora non pienamente sfruttate. Una vita tutto sommato tranquilla dal punto di vista dei delitti, la presenza della criminalità e le preoccupazioni per le infiltrazioni delle cosche forti e radicate a pochi chilometri dal confine meridionale. Provincia di confine in tutti sensi. Colleferro è il primo comune che si incontra verso Roma. E a Colleferro ha perso la vita Willy, ragazzo di Paliano (comune del frusinate) massacrato a calci e pugni solo per aver tentato di difendere un amico da quattro aspiranti boss di periferia. È complicato muoversi e agire tra vecchie questioni e nuove emergenze. Ma questo è il senso del lavoro che la Polizia di Stato deve affrontare ogni giorno. Con la consapevolezza dei compiti inediti che la crisi del coronavirus ha assegnato agli uomini e alle donne che hanno la responsabilità di difendere la legalità. Di costruire un ambiente sano in cui la vita sociale e le attività economiche possano svolgersi positivamente ogni giorno.

 Trecentoventisette tra agenti, assistenti, sovrintendenti, ispettori, funzionari e dirigenti. La questura a Frosinone e tre commissariati a Cassino, Fiuggi e Sora. 40.355 chiamate al 113, 3.040 interventi delle volanti, 21.792 persone controllate più 15.053 veicoli soggetti alle verifiche di polizia. Gli arresti eseguiti sono stati 41, le denunce 527. Tutto nel periodo tra gennaio e agosto. I numeri dicono tanto, ma in questo difficile 2020 possono anche portarci fuori strada. Perché dalla fine del febbraio scorso il nostro mondo è cambiato. E i confronti con il passato possono avere poco senso. Ci siamo rinchiusi in casa, abbiamo sospeso tantissime delle nostre attività di vita e di lavoro, abbiamo avuto paura per la nostra salute e ci siamo preoccupati per le nostre aziende e le nostre occupazioni. Tanti sono finiti in cassa integrazione, altri hanno visto i loro redditi azzerati dal blocco totale di alcuni settori dell’economia. Anche la criminalità ha avuto, almeno nelle sue forme più tradizionali, una specie di lockdown.

 Per chi indossa la divisa della polizia è stato un momento di svolta, sono stati giorni di gr

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10/11/2020