Chiara Distratis

Facciamo un pacco alla camorra

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Da oltre dieci anni questa iniziativa è il simbolo della riappropriazione dei beni confiscati alla mafia e del riscatto di persone in difficoltà che con il proprio lavoro fanno rinascere i loro territori

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Torna anche quest’anno, con la dodicesima edizione, l’iniziativa Facciamo un pacco alla Camorra: per i regali di Natale dei nostri cari potremmo scegliere tra le quattro confezioni, che hanno un nome diverso a seconda del loro contenuto – Insieme a Il Commissario Mascherpa, Un sorso di cultura, Brindiamo alla libertà, Parliamo con dolcezza – piene di prodotti frutto del lavoro delle persone più deboli e fragili della società sui beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali. Il pacco è un progetto che nasce dal consorzio Nuova cooperazione organizzata (Nco) che riunisce alcune cooperative sociali della provincia di Caserta che lavorano le cosiddette Terre di don Peppe Diana. «Negli anni Settanta e Ottanta il territorio campano ha conosciuto la brutalità della Nuova camorra organizzata (Nco) di Raffaele Cutolo – spiega Simmaco Perillo, presidente di Al di là dei sogni, una delle cooperative del consorzio – che ha segnato il passaggio da forme arcaiche di criminalità a dei veri e propri sistemi organizzati di tipo imprenditoriale. Secondo noi la risposta non poteva essere che altrettanto organizzata e per questo è nata la “Nuova cooperazione organizzata”: cooperative che condividono stessi principi e valori e che collaborano in sinergia. Il nostro intento è creare un nuovo modello di sviluppo locale: contribuire a una crescita civile del territorio sostenuta dalla cultura dell’inclusione e della legalità, coinvolgendo i cittadini in un percorso di riappropriazione della propria terra. L’obiettivo è creare un’economia sociale partendo dai beni confiscati alla camorra e dai beni comuni abbandonati, attraverso attività sostenibili che creano lavoro dignitoso per le persone in difficoltà». L’iniziativa Facciamo un pacco alla camorra, che può contare anche sul sostegno della Fondazione Roche, con gli anni si è allargata a una rete di associazioni di cui fanno parte il Comitato don Peppe Diana, Libera, Cittadinanzattiva. Quest’anno alla rete si è unita la Polizia di Stato, infatti l’iniziativa avrà un testimonial d’eccezione, il Commissario Mascherpa che sarà riprodotto su tutti e quattro i pacchi e ne avrà uno dedicato dove: “Oltre alla pasta, al sugo, all’olio e alle altre prelibatezze di questa terra – si legge nella lettera di Nco che accompagna il pacco – troverete la graphic novel Il Commissario Mascherpa. Questo poliziotto con le sue inchieste a fumetti e i messaggi di impegno civile, contribuisce a diffondere la cultura della legalità e alla lotta contro ogni forma di mafia”. Il Commissario Mascherpa, giunto ormai alla sua terza indagine, è ideato e sceneggiato da Luca Scornaienchi, responsabile artistico del Museo del Fumetto di Cosenza, insieme alla redazione di Poliziamoderna e disegnato da Daniele Bigliardo, architetto e artista eclettico, per 20 anni disegnatore di Dylan Dog per l’editore Sergio Bonelli. Ed è proprio all’esperta matita di Daniele Bigliardo che è stata affidata la veste grafica del pacco 2020: «Noi volevamo che parlasse, che mandasse un messaggio chiaro, netto e preciso: il pacco alla camorra non è altro che l’intera società civile che si mette insieme e costruisce il Bene – spiega Simmaco Perillo – Alla loro Nco che era un’organizzazione criminale noi rispondiamo con la nostra Nco che è un’organizzazione di pace, di sviluppo, di benessere, di welfare, un’organizzazione che mira a costruire una rete che comprenda tutti a partire da chi, nell’operatività, blocca la criminalità organizzata. Noi vogliamo veramente creare un sistema economico, culturale e sociale che faccia da antidoto a quello che ha costruito la camorra e lo possiamo fare solo se noi attori della società ci mettiamo insieme, partendo dalla Polizia, l’organo di prevenzione e repressione che mira a debellare il sistema, ma che da sola non può ricostruire un nuovo modello. C’è bisogno quindi dell’operaio, dell’agricoltore, dell’apicoltore. C’è bisogno di tutta la comunità che faccia un cammino insieme alle forze dell’ordine e l’immagine disegnata sul pacco, quelle persone che camminano tutte unite una a fianco all’altra dà l’idea di come vogliamo costruire la “fregatura” alla camorra». I quattro pacchi si potranno acquistare sul sito del consorzio all’indirizzo www.ncocommercio.com e tutto il ricavato ottenuto dalla vendita verrà diviso tra chi ha partecipato all’iniziativa: «Ognuno ci ha messo qualcosa e a ognuno verrà ridistribuito qualcosa – continua Perillo – Quando abbiamo saputo che gli introiti di Poliziamoderna sono devoluti al Piano Marco Valerio del Fondo di assistenza per il personale della Polizia di Stato che sostiene i poliziotti che hanno figli con gravi malattie degenerative, abbiamo capito che voi fate, naturalmente con modalità diverse, quello che facciamo noi e che quindi fosse giusto includervi nella rete. Tutti diamo una mano alle persone svantaggiate, alle persone che hanno delle difficoltà, alle persone malate. Se vogliamo rialzare la qualità della vita e costruire i sistemi di welfare dobbiamo prenderci cura di chi è rimasto indietro per motivi di disagio, di devianza, per motivi di dipendenza o semplicemente per malattia. Se non ci prendiamo cura di loro non ricostruiamo un sistema di welfare egualitario, paritetico. E se li perdiamo, alla fine ce li ritroveremo nelle fila della criminalità organizzata».  

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I QUATTRO PACCHI

INSIEME A IL COMMISSARIO MASCHERPA
Il pacco è un’avventura piena di storie, di sentimenti, di fallimenti e coraggio, è un contenitore di speranza vera e non parlata, di fatica e voglia di cambiamento. È il richiamo forte alla legalità che fa proprie le parole di don Peppe Diana: “per amore del mio popolo non tacerò”. Il pacco è schierarsi senza se e senza ma dalla parte di coloro che vogliono costruire un mondo equo e giusto e che vengono coinvolti in un percorso di riappropriazione della propria dignità e dei territori che le mafie hanno sottratto alla comunità.

All’interno troverai:

- 1 pacco di pasta bio da 500 grammi di Gragnano trafilata al bronzo;

- 1 bottiglia da 500 ml di olio EVO, prodotto dalla cooperativa Osiride con le olive coltivate nel bene confiscato a Teano (CE);

- 1 sugo pronto da 314 ml alle olive e capperi, prodotto dalla cooperativa Un fiore per la vita ad Aversa (CE) e trasformato presso la cooperativa Al di là dei sogni sul bene confiscato a Maiano di Sessa Aurunca (CE);

- 1 torrone da 100 grammi prodotto dalla società Strega Alberti a Benevento con le noccioline coltivate dalla cooperativa La strada sul bene confiscato a Teano (CE);

- 1 fumetto de “Il commissario Mascherpa” realizzato da Poliziamoderna, mensile ufficiale della Polizia di Stato.

 

UN SORSO DI CULTURA
La “cultura” come deterrente essenziale alle lusinghe delle mafie, un gesto quotidiano e primario come lo è un sorso: allora dissetarsi di un buon libro, di narrazioni capaci di aprire orizzonti e confini, di storie di partigiani del bene che parlino della costruzione delle “Terre di don Peppe Diana”, di letture attente capaci di interpretare le giuste risposte ai grandi bisogni del nostro tempo.

All’interno troverai:

- 2 bottiglie di vino prodotto con l’uva coltivata sul bene confiscato A. Di Bona di Casal di Principe (CE) (Cantina Vitematta);

- il libro “Oltre la camorra, partigiano del bene”, di Tina Cioffo e Alessandra Tommasino, Città Nuova Editrice.

 

BRINDIAMO ALLA LIBERTÀ
Un brindisi come augurio alla libertà di poterci di nuovo riabbracciare ma anche alla “libertà è terapeutica” quella stessa che si trova scritta su una parete nell’ex manicomio di Trieste, dove ha inizio la storia di Marco Cavallo, simbolo della liberazione dei malati di mente; quella stessa libertà di cui, sui nostri beni confiscati e/o comuni, fanno esperienza quegli uomini e quelle donne che venendo da storie di fragilità percorrono sentieri di riscatto sociale e di dignità.

All’interno troverai:

- 1 bottiglia di spumante di Asprinio prodotto con l’uva coltivata sul bene confiscato A. Di Bona di Casal di Principe (CE) (Cantina Vitematta);

- 1 panettone artigianale (da 500 grammi) prodotto con una ricetta della fattoria Fuori di zucca;

- il libro “Oltre la camorra, partigiano del bene”, di Tina Cioffo e Alessandra Tommasino, Città Nuova Editrice.

 

PARLIAMO CON DOLCEZZA
Di fronte all’inasprirsi quotidiano di forme di radicalismo, di fronte alla radicalizzazione propria dello stesso linguaggio, con l’emergere di discorsi d’odio e di discriminazioni, di stili comunicativi violenti che percorrono in parallelo quei codici comunicativi tipici della criminalità organizzata, quella loro prepotenza linguistica che incita “Mo ce ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost”, l’unica risposta che può generare un cortocircuito virtuoso è quello di usare parole gentili, toni pacati, parlare con dolcezza, quella stessa che sprigiona il gusto di una confettura prodotta su un bene confiscato. 

All’interno troverai:

- 1 bottiglia di spumante di Asprinio prodotto con l’uva coltivata sul bene confiscato A. Di Bona di Casal di Principe (CE) (Cantina Vitematta);

- 1 panettone artigianale (da 500 grammi) prodotto con una ricetta della fattoria Fuori di zucca;

- 1 confettura di mela annurca prodotta dal primo impianto di trasformazione su un bene confiscato (bene confiscato Alberto Varone affidato alla cooperativa Al di là dei Sogni);

- 1 crema alle nocciole prodotta dal primo impianto di trasformazione su un bene confiscato (bene confiscato Alberto Varone affidato alla cooperativa Al di là dei Sogni);

- 1 torrone da 100 grammi prodotto con le noccioline coltivate dalla cooperativa La strada sul bene confiscato Antonio Landieri a Teano (CE) affidato al Consorzio Nco;

- il libro “Oltre la camorra, partigiano del bene”, di Tina Cioffo e Alessandra Tommasino, Città Nuova Editrice.

10/11/2020