Antonella Fabiani
L’Italia che funziona
Grazie a nome di tutti. È stato il leitmotiv del concerto della Banda musicale con cui la Polizia di Stato ha reso omaggio a tutto il mondo della sanità e alle vittime della pandemia
È stata una serata speciale quella dell’11 luglio scorso in cui la Banda della Polizia di Stato si è esibita con un concerto dal titolo: Grazie a nome di tutti. Un’occasione per celebrare i valori di altruismo e solidarietà che la Polizia di Stato condivide con la società civile e con le altre istituzioni. A ospitare l’evento, per la prima volta nella storia, la piazza del Viminale che ha offerto il suo volto più suggestivo attraverso i colori della bandiera italiana proiettati sul palazzo. Un concerto fortemente voluto per ringraziare lo sforzo del mondo sanitario, in particolare della Direzione centrale di sanità che ha raccolto in un volume l’esperienza maturata durante il Covid-19. A presentare la serata, la giornalista Valentina Bisti, che ha invitato i diversi ospiti a salire sul palco, dal capo della Polizia, Franco Gabrielli ai due poliziotti ad honorem, da Claudio Baglioni al direttore dell’Istituto nazionale della malattie infettive, Francesco Vaia, dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. A legare tutto la musica, capace di catalizzare le emozioni di tutti nel ricordare le vittime del virus ma anche di restituire fiducia nel futuro, grazie a quel sentimento di unione e di #essercisempre della Polizia di Stato.
Franco Gabrielli
Invitato a salire sul palco dalla giornalista Valentina Bisti, il capo della Polizia ha espresso l’importanza e il valore della parola “Grazie” come referente della serata. Il prefetto ha espresso il suo grazie anche a chi nei difficili mesi trascorsi ha combattuto in prima linea come i medici e il personale paramedico, dichiarandosi orgoglioso e fiero di tutte le donne e gli uomini della Polizia che sono stati vicini agli operatori e a chi aveva bisogno.
Gabrielli ha anche ricordato i poliziotti deceduti a causa del Covid-19: Maria, Giorgio e Valter e anche il compositore Ennio Morricone, grande uomo e artista vicino alla Banda della Polizia di Stato. Il prefetto ha poi ricordato che l’11 luglio del 1852, proprio 168 anni fa, nasceva il Corpo delle guardie di pubblica sicurezza e l’importanza di festeggiarlo in una piazza che rappresenta la casa della polizia ma anche il ministero che garantisce diritti e libertà al Paese. Gabrielli si è poi rivolto alla Banda della Polizia che da 90 anni diffonde attraverso il linguaggio musicale e la sua uniforme i valori della legalità e della giustizia. Il capo della Polizia ha poi parlato della consegna del premio “Poliziotto ad honorem”, per la prima volta nella storia della Polizia di Stato, a persone che si sono distinte nel promuovere la diffusione della cultura della legalità, dell’impegno civile e sociale. Il premio durante la serata è stato poi consegnato dal prefetto Gabrielli insieme al presidente nazionale dell’Associazione nazionale della Polizia di Stato Michele Paternoster, a Enza Anemolo, infermiera e case manager presso la struttura socio sanitaria “San Donato Habilita” di Osio Sotto, (BG), e a Luigi Cavanna, direttore del Dipartimento di oncologia-ematologia dell’Azienda Usl di Piacenza.
Maurizio Billi
Grande protagonista del palco anche la musica della Banda della Polizia di Stato, diretta dal maestro Maurizio Billi, che ha spaziato nel repertorio classico e contemporaneo. A suonare insieme ai musicisti il sax solista Stefano di Battista con due brani: Autumn Leaves di J.Kosma e J.Prevert (arr. Enrico Blatti) e Mission di Ennio Morricone (arr. Roberto Granata) e Claudio Baglioni con Strada Facendo (arr. Roberto Granata), Avrai, Mille giorni di te e di me, La vita è adesso (arr. Roberto Granata), ma anche la Preghiera del poliziotto e l’Inno nazionale.
Altri brani sono stati Giocondità di Andrea Giulio Marchesini a inizio serata, l’Atto II “Marcia trionfale e finale” dell’Aida di Giuseppe Verdi, Libertango di Astor Piazzolla, (arr. di Enrico Blatti).
Francesco Vaia
Durante la serata il direttore sanitario dell’istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, Francesco Vaia, è salito sul palco ricordando lo straordinario impegno del mondo sanitario. A lui abbiamo rivolto alcune domande.
Quale è stata la giusta ricetta seguita dalla Direzione centrale di sanità che ha impedito la diffusione del contagio tra i poliziotti?
Una delle mosse importanti contro il virus è stata quella di fare un’azione di monitoraggio o sieroprevalenza tra tutte le popolazioni più facilmente esposte o esponibili. In queste rientrano anche il personale sanitario e le forze dell’ordine impegnate sul territorio. All’interno di questo percorso l’azione della Polizia di Stato è stata esemplare grazie alla conduzione della Direzione centrale di sanità. E voglio sottolineare che al di là della professionalità e tempestività quello che mi ha più colpito da parte del suo direttore Fabrizio Ciprani e dei suoi collaboratori è stato l’atteggiamento di preoccupazione per la salute di tutti i poliziotti e il forte senso di appartenere ad un’unica famigl