Stefano Gambacurta*

Cambio di volto

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Sguardo d’insieme sulla profonda opera di riforma del Dipartimento della pubblica sicurezza in vigore dal 1° dicembre

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ia pure un po’ in sordina, l’11 aprile scorso sono iniziate le attività che entro il prossimo mese di novembre dovranno realizzare l’attuazione della riforma ordinativa del Dipartimento della pubblica sicurezza, prefigurata dall’art. 4 del nuovo regolamento di organizzazione del Ministero (D.P.C.M. n. 78/2019) e disciplinata nel dettaglio dal decreto del Ministro dell’Interno 6 febbraio 2020. 

È l’ultimo “miglio” di un percorso iniziato il 7 ottobre 2016, quando un gruppo di lavoro fu incaricato di immaginare e realizzare un assetto, capace di mettere il Dipartimento nelle migliori condizioni per anticipare l’evoluzione, nei prossimi decenni, dei diversi agenti della minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica. Non era il primo tentativo di riformare una “macchina” che – anche a causa delle emergenze attraversate dal Paese nell’ultimo quarantennio – aveva conosciuto una crescita costante e non sempre organica, che aveva fatto lievitare a diciotto le Direzioni centrali rispetto alle dieci originariamente previste dalla legge n. 121/1981. Ma ora lo snodo era divenuto ineludibile. Lo imponevano non solo le riduzioni delle dotazioni organiche, previste dai provvedimenti di “spending review” intervenuti tra il 2012 e il 2015, ma anche le misure di razionalizzazione delle funzioni di polizia, previste dal D. Lgs. n. 177/2016, con il conseguente rilancio del ruolo di coordinamento e pianificazione demandato al Dipartimento, come pure la necessità di seguire le indicazioni del nuovo “Codice dei contratti pubblici” sull’accorpamento delle stazioni appaltanti. Ma ciò dischiudeva anche l’opportunità di superare alcuni problemi gestionali emersi nel tempo, a cominciare dalla valorizzazione del personale appartenente alle “anime” presenti in seno al Dipartimento, alla luce anche della revisione dei ruoli delle Forze di polizia segnata dal D. Lgs. n. 95/2017, per arrivare ad una razionalizzazione degli impieghi dei Dirigenti delle diverse “carriere” che contribuiscono all’Amministrazione della pubblica sicurezza. 

  Proprio dall’analisi della situazione esistente era scaturita l’idea di riformare l’organizzazione per semplificarla, eliminando ridondanze e punti di frizione anche attraverso una chiara individuazione della “mission” affidata ad ogni “struttura”. La risposta a queste esigenze era stata da subito individuata nella concentrazione delle funzioni di direzione strategica nell’Area del diretto supporto al Vertice, nella revisione, in termini di maggiore omogeneità, dei compiti delle Direzioni centrali, nella creazione di centrali uniche per le attività di procurement e per il controllo di flussi di spesa, pari oggi a circa 8 miliardi di euro. 

  Occorreva, dunque, realizzare una vasta reingegnerizzazione, la cui complessità era data anche da altri fattori, quali la diversità degli strumenti che, in base alle vigenti norme, bisogna azionare per rivisitare gli uffici di diverso livello di cui si compone il Dipartimento (il regolamento per l’individuazione della “mission” delle Direzioni centrali; il decreto ministeriale “interno-finanze” per la determinazione dell’assetto degli uffici, servizi e divisioni, il decreto ministeriale per la definizione dei posti di funzione dirigenziali). A questo si aggiungeva l’ulteriore difficoltà di operare in un contesto in cui l’assetto del Dipartimento era regolato da una trentina di atti ordinativi, adottati in diverse epoche a partire dal 1984, con evidenti problemi di “leggibilità” della struttura. 

In questo scenario, si è fatto strada il convincimento che la complessità potesse essere dominata solo praticando un approccio graduale, volto a ridurre la vastità dei problemi da affrontare e a porre, nel contempo, i presupposti per i successivi interventi riformatori. È così che, tra l’aprile del 2017 e il maggio del 2018, è stato perfezionato il primo step della riorganizzazione, con l’obiettivo di aggiornare l’assetto delle Strutture di coordinamento del comparto info-operativo della Polizia di Stato. 

Con i provvedimenti varati in questo periodo, sono stati, infatti, rivisitati gli assetti della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione , con l’istituzione, tra l’altro, di un nuovo Servizio per il contrasto del terrorismo internazionale, della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, in seno alla quale è stato creato un Servizio specificamente competente in materia di misure di prevenzione , dell’Ufficio Centrale Ispettivo – nel cui ambito è stato attivato l’Ufficio Affari Interni - ed infine del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, di cui sono stati valorizzati i compiti finalizzati alla tutela delle infrastrutture informatizzate e della sicurezza cibernetica. 

Su questo filone si è aggiunta anche la riorganizzazione della Scuola Superiore di Polizia, di cui è stata accentuata la vocazione ad intrattenere rapporti con le omologhe istituzioni di altri Paesi. Questi interventi sono stati il “trampolino di lancio” per la seconda parte del progetto, perfezionatasi mediante due regolamenti (il D.P.R. n. 112/2018 e il D.P.C.M. n. 78/2019) varati nel contesto della più ampia riorganizzazione degli uffici centrali del Ministero. Con essi, è stata prefigurata la semplificazione della struttura del Dipartimento, destinata a scendere da 18 a 15 Direzioni centrali, cioè ai livelli esistenti prima del 2000, attraverso la soppressione delle Direzioni Centrali per gli Affari Generali della Polizia di Stato e per gli Istituti di Istruzione nonchè dell’UCIS. Su tali basi, è stato compiuto “l’ultimo balzo”, culminato nell’adozione del decreto ministeriale 6 febbraio 2020 che innova profondamente tutte le altre aree precedentemente non aggiornate, riunendo in un unico contesto l’intera disciplina organizzatoria degli uffici, dei servizi e delle divisioni del Dipartimento, con la sola eccezione della DIA, destinata ad essere regolata separatamente, in virtù del regime speciale stabilito dall’art. 108 del “Codice antimafia”. È difficile restituire, in poche righe, la portata di questo provvedimento, composto di 114 articoli, che gli addetti ai lavori chiamano “Atto Ordinativo Unico”. 

Provando a compiere uno sforzo di sintesi, piace, innanzitutto, ricordare che esso è il frutto non solo delle attività del Gruppo di lavoro, istituito nel 2016, ma anche degli apporti offerti dai Vice Direttori Generali della Pubblica Sicurezza e dai Direttori centrali succedutisi nel tempo e dal confronto, sempre costruttivo, con i Vertici delle altre Forze di polizia e, per la prima volta, dello Stato Maggiore della Difesa. A ciò si sono aggiunti anche i contributi propositivi provenuti dalle Organizzazioni sindacali, rappresentative delle diverse carriere interessate che hanno, anch’essi, colto l’esigenza di cambiamento richiesta dallo “spirito del tempo”, senza lasciarsene spaventare. 

Non vi è settore del Dipartimento che non sia stato profondamente toccato dalla riforma. 

La Segreteria del Dipartimento ha visto accentuato il suo ruolo fondamentale di fluidificatore e acceleratore dei percorsi decisionali del Vertice. All’interno della Segreteria vengono incrementati i compiti dell’Ufficio Relazioni Esterne, chiamato ad assorbire le competenze in materia di studi storici, segni distintivi e uniformologia della Polizia di Stato. 

L’Ufficio per l’Amministrazione Generale accresce il suo ruolo di think tank, acquisendo, tra l’altro, il compito di curare i profili rilevanti per l’Amministrazione in materia di esercizio dei poteri speciali per la salvaguardia degli assetti strategici per il “sistema Paese” (cd. “golden power”). 

Le Direzioni centrali del “comparto logistico - amministrativo” assorbono l’intero spettro delle funzioni in materia di attività contrattuali e ad evidenza pubblica, nonché quelle riguardanti la gestione e il controllo dei flussi di spesa, diventando i punti unici di riferimento. 

L’Ufficio per il Coordinamento e la Pianificazione delle Forze di Polizia conosce un rilancio “storico”, acquisendo nuove attribuzioni sia sul piano “interno” sia su quello europeo ed internazionale. Sul primo versante, esso ingloba i compiti per la tutela delle persone esposte a rischio e vede, per la prima volta, estende il proprio campo di azione anche ai temi giuridici e dottrinali riguardanti l’impiego dei contingenti delle Forze Armate in compiti di concorso al mantenimento della sicurezza pubblica. Sull’altro versante, l’Ufficio per il Coordinamento viene ad accentrare su di sé le funzioni riguardanti l’accesso ai fondi e ai programmi finanziati dall’Unione europea, nonché a quelli internazionali. 

La Direzione Centrale della Polizia Criminale vede confermato il suo ruolo di raccordo tecnico-operativo tra le Forze di polizia, con un’importante opera di razionalizzazione e modernizzazione dell’assetto del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e del Servizio Centrale di Protezione. 

Altrettanto importanti sono le novità destinate ad incidere sull’area deputata all’amministrazione e direzione della Polizia di Stato. L’aspetto che balza subito agli occhi è la trasformazione dell’attuale Direzione Centrale delle Risorse Umane nella nuova Direzione Centrale per gli Affari Generali e le Politiche del Personale della Polizia di Stato. Con una soluzione che non ha precedenti, viene creata una “casa” nella quale saranno affrontate, a 360°, le questioni riguardanti il personale del “Corpo”, dal momento del suo reclutamento fino a quello del collocamento in quiescenza. A ciò si aggiungeranno le funzioni in materia di ordinamento degli uffici e dei reparti e quelle per il coordinamento e il mantenimento dell’unità di indirizzo delle attività formative e di addestramento del personale della Polizia di Stato, destinate ad essere svolte per il tramite dell’Ispettorato delle Scuole della Polizia di Stato, previsto dal D.L. n. 53/2019. 

Di grande rilievo gli interventi che toccano la Direzione Centrale di Sanità che vede nascere al suo interno il nuovo Servizio di Psicologia, destinato ad operare in un range che va dalla psicologia del lavoro e della salute ai compiti di profiling, ma che vede anche valorizzate le professionalità dei Medici e del personale sanitario della Polizia di Stato. Un riconoscimento che anticipa quelli ancora più importanti e doverosi per quanto hanno fatto questi Colleghi durante i giorni più duri della pandemia. 

Last but not least, non va dimenticato l’aggiornamento dell’assetto della Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, con un significativo riconoscimento dei compiti che essa svolge anche per la sicurezza degli scali aeroportuali e marittimi. Questo riassetto globale non è stato disgiunto da un’ottimizzazione dell’impiego delle risorse disponibili. Ne è riprova il fatto che i Dirigenti della Polizia di Stato destinati ad essere impiegati come consiglieri e vice consiglieri ministeriali, per l’espletamento dei compiti di studio, consulenza e ricerca, scenderanno dai quarantaquattro del 2016 a meno di venti. Un’aliquota minima che potrà essere impiegata, anche temporaneamente, per colmare le momentanee vacanze dei dirigenti della carriera prefettizia, in una logica che – diversamente da quanto paventato da taluni – non mira ad annullare le specialità delle diverse carriere, ma, piuttosto, a consentire di disporre, per dirla in termini scacchistici, di “un tempo” e di “uno spazio” per completare l’opera di ripristino dei livelli organici del corpo prefettorale, del resto già iniziata. 

Spetta adesso ad una “cabina di regia”, istituita il 20 maggio scorso, traghettare il Dipartimento verso il nuovo approdo disegnato dal decreto ministeriale 6 febbraio 2020, con la consapevolezza, però, che esso è un punto di partenza per un ulteriore passo in avanti. L’art. 240 del D.L. n. 34/2020, in via di conversione nel momento in cui si scrive, preannuncia infatti l’istituzione di una nuova Direzione Centrale, destinata a diventare il polo unico delle attività di polizia delle comunicazioni, di sicurezza cibernetica e degli altri compiti di natura tecnico-forense e, con essa, l’apertura di una fase destinata ad apportare gli inevitabili correttivi che nasceranno dalla prima applicazione dell’Atto Ordinativo Unico. 

Ma questo è un altro giorno.

*direttore dell’Ufficio per l’amministrazione generale

07/07/2020