Annalisa Bucchieri

Il rischio del CovidCrime

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Ritornare a vivere, finalmente sebbene gradualmente. Questo è il mantra della Fase2, dove però si annidano molti rischi non solo connessi alla possibile ripresa della curva dei contagi. Lo spiegano bene le parole di don Ciotti, fondatore di Libera, in occasione dell’anniversario della strage di Capaci: “Non scambiamo per futuro il ritorno a una normalità malata. La lotta contro la pandemia può e deve essere anche l’occasione per risanare la nostra democrazia”.  Siamo sicuri di voler ritornare a vivere come prima? Vi ricordate come è iniziato l’anno: l’Australia bruciata viva, il mondo sull’orlo di una nuova guerra tra Usa e Medioriente, l’aumento dei poveri in proporzione a quello del Pil della criminalità organizzata. Ecco se qualcosa deve rimanere di questa tragedia globale, oltre alla memoria delle vittime, sono gli insegnamenti di un nuovo Umanesimo: il rispetto dell’ambiente e degli altri esseri umani, la solidarietà e l’importanza delle regole e della legalità. Nella ricerca affannosa di rimettere in piedi l’economia e il lavoro il rischio è di riprendere a comportarci secondo i vecchi e logori modelli e stili di vita, mentre è necessario ripensare e riformare i nostri processi produttivi, formativi, politici e sociali, rivedere le priorità valoriali della comunità: la salute, la scuola, la cultura, la legalità. A questo rischio di ritornare al “come eravamo” si aggiunge la minaccia rappresentata dagli interessi criminali che, adattandosi con grande velocità  ai nuovi scenari emergenziali, sfruttano ogni situazione di crisi per incrementare i loro sporchi  affari, come ha spiegato molto bene il libro della canadese Naomi Klein intitolato Shock Economy. Ecco perchè Interpol ha messo a punto, nel rapporto operativo Anchors in the storm di cui in questo numero riportiamo una sintesi, le nuove strategie da mettere in campo per contrastare il cosiddetto CovidCrime.  Visto che l’Italia è stata la prima nazione occidentale ad affrontare l’emergenza sanitaria Covid-19 e che per prima è chiamata a fare da apripista anche in questa Fase2, l’Interpol ha voluto ospitare nel rapporto un ‘intervista esclusiva al capo della Polizia Franco Gabrielli. L’analisi della minaccia criminale,tratteggiata da Gabrielli, parte dall’usura per arrivare al fagocitamento di imprese legali in fallimento, dal più sofisticato cybercrime alle infiltrazioni nel settore dove ora in tutto il mondo gli Stati investono di più: la sanità. Contraffazione di mascherine, manipolazione degli appalti per dispositivi sanitari e diagnostici, malversazione nelle nuove assunzioni del personale medico e paramedico. Fino al traffico supermiliardario dei vaccini. Lo abbiamo già tristemente saggiato nel nostro Paese con l’omicidio Fortugno da parte della ‘ndrangheta: la mafia sa fiutare bene gli affari che si sviluppano nel mondo della sanità. Oggi più che mai la Polizia di Stato è impegnata su questo fronte. ϖ

29/05/2020