Mauro Valeri

Ancore nella tempesta

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Come la criminalità sfrutta la pandemia nel rapporto di Interpol

sp01 06-20

Un documento articolato quello prodotto da Interpol (la più grande organizzazione internazionale di polizia del mondo)e destinato alle forze di polizia degli Stati membri. Initolato Anchors in the storm (Ancore nella tempesta) proprio per evidenziare l’importante compito delle forze dell’ordine durante e dopo la diffusione pandemica: quello di saldo punto di riferimento per i cittadini. Due i principali argomenti trattati: l’impatto del Covid-19 sugli operatori e sulle strutture di polizia e le nuove opportunità criminali che il virus ha agevolato. L’aspetto preso in considerazione in questo articolo è quest’ultimo. 

L’analisi evidenzia le seguenti tendenze:

- la pandemia ha rappresentato un’utile occasione per i gruppi criminali per sfruttare le preoccupazioni dei cittadini relative all’accaparramento di dispositivi di protezione individuale, attrezzature, farmaci, tecnologie mediche e per diffondere disinformazione per frodare i membri della comunità;

- la criminalità informatica è aumentata e con essa la creazione di domini malevoli, malware, ransomware e truffe legate alla compromissione di posta elettronica aziendale. Le strategie utilizzate si sono evolute;

- la coesione sociale è stata messa a dura prova: sono stati segnalati episodi di xenofobia generati dalla paura della diffusione del virus e di gruppi terroristici ed estremisti che hanno sfruttato la crisi per promuovere la loro ideologia e chiedere ai loro seguaci di contagiare deliberatamente anche appartenenti alle forze dell’ordine;

- dove le scuole e altre istituzioni pubbliche sono state chiuse, il rischio di sfruttamento dei bambini e delle altre categorie vulnerabili è aumentato. Criminali informatici e pedofili hanno sfruttato la sempre maggior presenza on line di persone di ogni età;

- nuove metodologie sono state messe a punto per lo spaccio delle sostanze stupefacenti;

- non appena i Paesi usciranno dalla fase pandemica dovranno prepararsi all’allentamento delle restrizioni interne al territorio e ai loro ai confini. Questa fase potrebbe vedere una rapida escalation delle attività dei gruppi criminali che cercano di riacquisire le aree di attività esercitate prima della diffusione del virus, entrare in nuovi mercati e capitalizzare le nuove opportunità che emergeranno.

Medicinali contraffatti e prodotti medici
La diffusione di medicinali contraffatti e di prodotti medici è aumentata a causa delle paure generate dal Covid-19. La richiesta di medicinali e di dispositivi di protezione individuale ha registrato una “impennata” della domanda da parte dei cittadini di tutto il mondo che non ha potuto essere soddisfatta, anche a causa di restrizioni e blocchi governativi. Alcuni consumatori si stanno rivolgendo quindi a fonti alternative per ottenere questi prodotti. Tali fonti sono in genere non regolamentate o illecite e, oltre a vendere gli articoli più richiesti a prezzi molto elevati, espongono l’utente al rischio di comprare prodotti contraffatti, di qualità inferiore, potenzialmente dannosi e inadatti a soddisfare lo scopo per il quale sono stati acquistati. A dimostrarlo, una delle tante operazioni eseguite dalle forze di polizia di tutto il mondo: l’operazione “Pangea XIII” che, coordinata da Interpol, ha portato a 121 arresti e al sequestro di farmaci potenzialmente pericolosi per un valore di oltre 14 milioni di dollari, tra cui oltre 34mila mascherine contraffatte e scadenti, “anticorona spray” e “medicine contro il coronavirus”. Poiché alcuni media hanno riportato che la clorochina, un farmaco antimalarico, potrebbe essere efficace nel trattamento contro il Covid-19, la domanda di questo farmaco è destinata probabilmente ad aumentare e singoli e gruppi criminali sono pronti a rispondere a questa richiesta con prodotti contraffatti, non autorizzati o a vendere il prodotto originale sul mercato nero a prezzi maggiorati. Oltre che alla Clorochina, queste considerazioni possono essere estese anche ad altri medicinali come Favipiravir, Remdesivir, lopinavir, Ritonavir e Ciclesonide, che posseggono principi attivi ritenuti da alcune fonti efficaci nella lotta al virus. In alcuni Paesi asiatici le forze dell’ordine hanno riferito che sono stati registrati casi di rapimenti, da parte di gruppi criminali, di persone guarite dal coronavirus per cercare di ottenerne il sangue che conteneva gli anticorpi sviluppati.
L’Interpo

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29/05/2020