a cura di Mauro Valeri e Luca Scognamillo
Condividere l’esperienza
L’intervista al capo della Polizia in Anchors in the storm
L’Italia è il primo Paese europeo che si è confrontato con l’emergenza epidemiologica e il Mondo guarda alla sua esperienza anche sul fronte dell’ordine e della sicurezza pubblica. Per questo la testimonianza del capo della Polizia, Franco Gabrielli, è stata inserita nel documento “Anchors in the Storm” e messa a disposizione dei 194 Paesi membri di Interpol. Di seguito, una sintesi dell’intervista.
Qual è l’impatto del Covid-19 sull’attività e sulla strategia criminale?
Dal febbraio 2020 sono state imposte rigide misure di contenimento, con inevitabili effetti sull’economia e la vita degli individui. La criminalità organizzata, in particolare di stampo mafioso, è sempre stata molto veloce nello sfruttare tali cambiamenti, per cui fin da subito abbiamo monitorato i segnali precursori di nuove strategie da parte delle organizzazioni criminali così da prendere le misure necessarie. Nell’immediato è stata rivolta la massima attenzione ai comparti economici che non hanno mai interrotto la propria operatività, come la filiera agro-alimentare, il settore dell’approvvigionamento di farmaci e di materiale medico-sanitario, il trasporto su gomma, i servizi funebri, le imprese di pulizia, sanificazione e smaltimento di rifiuti. I gruppi criminali possono offrire servizi a prezzi concorrenziali perché le società da loro controllate non rispettano le prescrizioni normative in materia ambientale, previdenziale e di sicurezza sul lavoro. Non va sottovalutato il “rischio usura” derivato dalla crisi di liquidità per le piccole e le medie imprese in conseguenza della sospensione della loro attività. Le associazioni criminali, prestando denaro a tassi d’usura, possono inquinare ulteriormente l’economia, controllando imprese in precedenza non infiltrate.
Il mercato degli stupefacenti, pur avendo subito l’impatto delle restrizioni ai movimenti e della maggior presenza delle forze di polizia sulle strade, non possiamo escludere che abbia organizzato la distribuzione con metodi alternativi come servizi “porta a porta” e pagamenti elettronici. Mentre la chiusura delle sale giochi e l’interruzione delle scommesse sportive e dei giochi gestiti dai Monopoli di Stato potrebbero aver spinto il ricorso al gioco d’azzardo illegale on line, così come la pirateria di contenuti multimediali offerti a pagamento. Se le aziende di moda si sono riconvertite alla produzione di dispositivi di protezione medica in tempo di crisi, anche il mondo della contraffazione si è mosso per soddisfare la crescente domanda di mascherine sanitarie.
La criminalità informatica non conosce flessioni: furti di identità e truffe, talvolta anche legati alle esigenze connesse alla situazione emergenziale in atto, così come adescamenti on line e casi di pedofilia. Le autostrade del Darkweb diventeranno ancora più attraenti per il crimine organizzato 2.0, che probabilmente raccoglierà i benefici dei suoi enormi investimenti nelle nuove tecnologie.
Sul fronte della prevenzione al terrorismo, dedichiamo particolare attenzione al monitoraggio delle attività dei gruppi anarchici che, in alcune aree di disagio sociale, sono soliti sfruttare le situazioni di criticità per veicolare forti messaggi di avversione alle Istituzioni e all’autorità statale.
Qual è il ruolo delle forze dell’ordine nel contesto delle misure di contenimento?
È quello di far rispettare, su tutto il territorio nazionale, le disposizioni emanate dall’autorità governativa in materia di salute pubblica; esse, infatti, oltre alle consuete attività di prevenzione e repressione dei reati, compiono ogni giorno uno sforzo straordinario per assicurare il rispetto da parte dei cittadini delle normative volte a limitarne la circolazione, garantendo il distanziamento sociale, assolutamente necessario per fermare la catena del contagio. In questo periodo emergenziale le forze di polizia, grazie alle funzioni di pubblico soccorso, comunque assicurate in ogni circostanza, assumono un ancor più rilevante ruolo di sostegno e supporto alla comunità, diventando, oggi più che mai, un imprescindibile punto di riferimento per la cittadinanza, data la loro presenza su tutto il territorio nazionale in modo capillare e costante nell’arco delle 24 ore. Nella Fase 1 abbiamo condotto milioni di controlli su cittadini ed esercizi commerciali. La nostra azione è improntata ad una necessaria fermezza, dettata dal momento eccezionale che stiamo vivendo, ma è sempre accompagnata da un approccio umano di vicinanza ai cittadini, specialmente a quelli più deboli o vulnerabili, quali anziani e bambini.
Quali crimini hanno mostrato un’evoluzione con l’introduzione delle misure contro il virus?
Le misure di confinamento hanno portato a un marcato calo dei reati predatori, che generalmente hanno un impatto significativo sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini (rapine, furti, ecc.). La nostra attenzione si è focalizzata in particolare sulla protezione di tutte le attività commerciali rimaste operative, come la piccola e grande distribuzione, edicole, farmacie e tabaccherie. Tuttavia, l’emergenza ha anche messo ad alto rischio alcune categorie di soggetti. Mi riferisco ai cittadini vulnerabili come donne e minori, che a causa del loro specifico contesto familiare potrebbero cadere vittime di violenza domestica o altri abusi, favoriti dalla convivenza forzata in famiglia. Al riguardo, anche se il reato di maltrattamenti contro familiari o conviventi fa registrare una significativa riduzione, lo scenario potrebbe essere più grave di quello che appare, poiché i dati potrebbero essere influenzati dalla difficoltà per le vittime nel contattare, agevolmente, le forze di polizia e i Centri antiviolenza. Abbiamo quindi aumentato il livello di allerta tra gli operatori di polizia, in modo che gli indicatori di pericolo possano essere identificati immediatamente, anche durante una conversazione telefonica in cui la vittima potrebbe non essere in grado di parlare liberamente. Stiamo anche utilizzando YOUPOL, un’app nata per segnalare gli episodi di bullismo e di cyberbullismo, ma che oggi offre la possibilità di segnalare episodi di maltrattamenti in famiglia, geolocalizzare la posizione del segnalante e trasmettere i dati alla questura più vicina per la gestione dell’intervento.
Come valutare i disordini nelle carceri osservati in Italia?
L’emergenza Covid-19 rappresenta un evento ancora più traumatico per la popolazione carceraria, non solo per gli spazi ma per le nuove misure, più restrittive, in materia di colloqui con i familiari a tutela della salute. Questa è la chiave per interpretare le proteste e i disordini osservati all’inizio di marzo in numerosi carceri italiani (contenuti in alcune città e che portano a focolai violenti in altre). Ancora una volta, la situazione ha richiesto a tutte le autorità statali e ai componenti della polizia di combinare il rigore con la lucidità e consapevolezza della delicata situazione in cui si sono verificati questi incidenti. Al momento, la situazione è sotto controllo ed è in atto un attento monitoraggio per intercettare nuovi segni di protesta. Sono state prese misure per conciliare la protezione della salute dei detenuti e il rispetto dei loro diritti, comprese le visite familiari.
Cosa si prospetta per l’attività della polizia nel post Covid-19?
Nello scenario post emergenziale siamo chiamati a gestire gli effetti del disagio sociale dovuto all’inevitabile recessione, tutelare le realtà finanziarie ed industriali di interesse strategico, sostenere il rilancio dell’economia e garantire la piena efficienza del sistema imprenditoriale nell’ambito di percorsi di trasparenza e di legalità. Per fare ciò abbiamo iniziato ad agire subito, senza aspettare il superamento della fase dell’emergenza.
Per la polizia, questo si traduce in sei punti di azione:
1 - Proteggere le infrastrutture critiche (servizi pubblici, comunicazioni, ecc.), in particolare dalle cyber-minacce. Le restrizioni sui movimenti dei singoli per il contenimento del Covid-19 non costituiscono un deterrente contro i reati informatici.
2 - Prevenire la penetrazione silenziosa delle organizzazioni di tipo mafioso nelle catene di approvvigionamento, anche attraverso la corruzione, mentre l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media è distratta dall’emergenza. Questo richiederà un’intensa attività di condivisione delle informazioni e degli sforzi investigativi della forze di polizia e dei servizi di intelligence.
3 - Evitare che il deficit di liquidità, che in questo momento emergenziale può interessare imprenditori e intere categorie di cittadini, possa essere finanziato dalle organizzazioni criminali, che attraverso lo strumento dell’usura o l’acquisizione delle stesse attività, vadano a inquinare e a strozzare l’economia. In questo senso è fondamentale l’intervento pubblico di sostegno al reddito delle persone fisiche e alle imprese, direzione verso la quale il nostro Governo si sta già orientando.
4 - Garantire che i flussi di denaro destinati a rilanciare l’economia, fiaccata dalla crisi soprattutto nella fase post emergenziale, transitino nei legittimi circuiti economico-finanziari, tracciati e “controllati” proprio per evitare che possano di fatto essere immessi, anche solo in minima parte, nella disponibilità delle mafie.
5 - Evitare qualsiasi penetrazione criminale nei principali lavori pubblici. Dedichiamo a questo una speciale attenzione, combinando il monitoraggio centrale a livello nazionale a poteri speciali per i rappresentanti delle autorità locali nel contesto degli appalti pubblici.
6 - Supportare il processo di digitalizzazione del Paese, accelerato dall’emergenza. Le nuove tecnologie di monitoraggio attivo e telemedicina ricadono tra le iniziative che il Paese sta promuovendo per contrastare la diffusione del Covid-19. L’esperienza della polizia sarà preziosa nella prevenzione dello sfruttamento criminale di ogni vulnerabilità e sarà di supporto alla protezione dei dati personali di un enorme numero di cittadini.