a cura di Liviana Lotti*, Salvatore Cacace**, Daniele Casali** e Claudio Ferrazzi**

Lo sbarco dei Droni

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Modelli, vademecum e sanzioni

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PREMESSA

Un popolo di poeti, santi, navigatori e... aviatori. Ebbene sì, agli italiani pare decisamente che piaccia volare, ma non da passeggeri, bensì da piloti. Infatti, secondo gli ultimi dati, sembra che l’Italia sia il secondo Paese al mondo per la presenza di aeromobili a pilotaggio remoto, in parole povere di “droni”. Usati per diletto (suggestive riprese e foto aeree o anche solo per far divertire i più piccoli) o per lavoro, i droni oramai sono una vera e propria realtà del nostro Paese. Quel che mancava, fino a oggi, era una legislazione dedicata che ne regolamentasse il corretto utilizzo e che ne sanzionasse l’uso scorretto, così come è successo lo scorso 23 giugno quando una di queste macchine è andata a schiantarsi contro una delle guglie del Duomo di Milano: madonnina salva e incauti piloti denunciati.

Di questo, e di molto altro, si è parlato alla seconda edizione del “Roma drone expo&show”, fiera nazionale dedicata interamente al mondo degli Aeromobili a pilotaggio remoto (Apr) dal 29 al 31 maggio scorso, presso l’aeroporto dell’Urbe.

Gli Apr stanno rivoluzionando il mondo dell’aviazione, delle innovazioni e i nuovi campi di utilizzo aumentano ogni giorno di più.

La Polizia di Stato ha partecipato all’evento con lo stand di Poliziamoderna, media partner dell’evento, dove è stato esposto suggestivamente vicino alla Lamborghini della polizia stradale, il drone con i colori di istituto ricevuto dal Reparto Volo a titolo gratuito. I due mezzi hanno suscitato la curiosità dei visitatori e hanno rappresentato la continuità della presenza della Polizia di Stato su strada e in volo… a breve grazie alla specifica competenza ed esperienza nel Reparto volo. 

Gli oltre 60 espositori hanno messo in mostra più di 200 droni nella splendida cornice dell’aeroporto storico della Capitale.

La scelta della location non poteva essere più azzeccata. I droni o Apr sono infatti da considerarsi dei veri e propri aeromobili al pari dei più convenzionali elicotteri e aeroplani.

Il drone rappresenta uno strumento prezioso per nuove professioni hi-tech legate ad esempio a rilievi fotografici ad alta risoluzione, ricostruzioni tridimensionali del territorio o altri tipi di scansioni più complesse, ma è anche una nuova possibilità per professionisti nello svolgere lavori già esistenti.

Agricoltori, giornalisti, operatori video, geometri, ingegneri edili e aerospaziali e, ancora, organizzazioni di primo soccorso, forze dell’ordine e militari, solo per citarne alcuni, stanno scoprendo come utilizzare al meglio questa nuova tecnologia per migliorare le loro attività.

Nel suggestivo hangar del Corpo Forestale dello Stato si sono svolti incontri e talk con importanti personalità del settore. Ad aprire l’evento e introdurre gli ospiti ci ha pensato Luciano Castro, presidente dell’associazione culturale Ifimedia e organizzatore (nella foto sopra, il primo a destra, al tavolo dei relatori accanto al generale Magro e al direttore dell’Enac Alessandro Cardi). 

Il primo a prendere la parola è stato il generale Paolo Magro, sottocapo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, che ha sottolineato l’importanza dell’impiego strategico dei droni leggeri e del loro utilizzo in ambito di sorveglianza a bassa quota.

È stata poi la volta di Alessandro Cardi, direttore dell’Enac, il quale ha posto l’accento sull’importanza del nuovo regolamento, redatto anche grazie ai feedback dei professionisti di questo nuovo settore, che vedrà la luce nel corso dell’estate. Una seconda stesura volta a semplificare le procedure e il lavoro degli specialisti di questo settore senza trascurare la sicurezza delle persone. La volontà dell’Ente nazionale per l’aviazione civile è quella di spingere alla regolarizzazione chi oggi opera in abusivismo. Proprio gli operatori “non in regola” rappresentano oltre che un problema economico anche un problema di sicurezza. Il nuovo regolamento prevede una classificazione degli Apr su parametri quali affidabilità, peso e caratteristiche tecniche, oltreché una omologazione dei piloti. Il concetto di base delle nuove autorizzazioni sarà la valutazione di pericolosità della situazione che si vuole affrontare e, in base a questa, mezzo e pilota potranno essere scelti ed autorizzati. Un nuovo sistema formativo e nuove certificazioni faranno la loro comparsa nei centri di addestramento autorizzati al fine di formare gli operatori del settore.

Francesco Bardanzellu, direttore del Corpo Forestale dello Stato, ha poi preso la parola e ha evidenziato come gli Apr saranno utilissimi per il controllo del territorio e il monitoraggio degli incendi oltreché della loro prevenzione.

Anche Luciana De Fino, fondatrice dell’azienda Airdroni e portavoce del Forum permanente delle associazioni di droni, ha mostrato come l’Italia stia svolgendo un ruolo importante in questo nuovo e ricco settore commerciale posizionandosi al terzo posto sia come export che come import.

 Passeggiando tra gli espositori ci avviciniamo allo spazio dedicato alla Croce Rossa di Bologna dove intervistiamo il comandante Giuseppe Mariggiò che ci spiega come l’utilizzo dei droni sarà in futuro molto utile per la scansione del territorio in situazioni critiche, quali ad esempio terremoti e alluvioni o in scenari dove si sospetti l’uso di armi batteriologiche, intervenendo repentinamente per visionare la zona dall’alto prima che sopraggiungano gli operatori umani con i mezzi di soccorso anche nel caso in cui la zona non sia sicura.

La Croce Rossa ha sperimentato in tal senso un progetto pilota con due operatori già abilitati al volo, in una partnership tecnologica con il gruppo Finmeccanica che ha realizzato anche un drone ad hoc, IDS Hero (nella foto a fianco) che può volare fino a 100 km di distanza dal controllore, con autonomia di ben 5 ore e capace di trasportare fino a 50kg di peso. 

Tornando agli stand incontriamo anche il mondo accademico e ci avviciniamo allo spazio dell’università La Sapienza di Roma che presenta il progetto Flourish per l’impiego di droni in ambito agricolo fino all’automazione completa (o quasi) della gestione della coltivazione. La soluzione si compone di un drone in volo e un robot più grande a terra che lavorano all’unisono: il drone si alza in volo ad intervalli regolari “pattugliando” la coltivazione, raccogliendo una grande quantità di immagini e segnalando in corso di ricognizione al “fratello maggiore”, ogni anomalia rilevata e gli interventi da apportare a terra che saranno effettuati grazie ad un braccio meccanico. Al termine della ricognizione il drone in volo potrà atterrare sull’altro dispositivo e ricaricarsi: un sistema completamente autosufficiente e automatizzato di “vigilanza verde” sul campo!

C’è ancora il mondo universitario con lo stand della Link Campus University che promuove, per prima in questo ambito, un vero e proprio corso universitario di formazione e addestramento all’utilizzo dei Sapr laddove eravamo abituati ad incontrare scuole di abilitazione al volo. Il direttore generale, Paolo Russo, ci illustra le motivazioni che hanno portato l’università a investire in modo innovativo in questo contesto formativo, consapevoli della complessità e professionalità che bisogna trasferire ad un operatore per concedergli l’abilitazione necessaria in linea con quanto richiesto dal regolamento e dalle linee guida di Enac. Il corso ha una durata di 180 ore e rilascia 30 crediti formativi universitari: un percorso all’avanguardia di alto livello con competenze universitarie, quindi, che segue dinamicamente le regolamentazioni e può creare nuove professionalità pronte a rispondere ad un mercato del lavoro che anche in questa direzione porta nuove prospettive.

1. Le interviste

1a. Istituto Massimo – Making Drones

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04/05/2020