Antonella Fabiani

Cooperazione e Soccorso

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Le problematiche dell’emergenza sbarchi. L’impegno del Centro nazionale di coordinamento per una sempre maggiore sinergia tra le forze di polizia. A parlarne il direttore del Servizio immigrazione Vittorio Pisani

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ncessante e senza fine. L’arrivo dei migranti alle porte del Vecchio Continente non accenna a fermarsi. Uomini donne bambini affollati su barconi spesso fatiscenti in un’impasto di dolore e speranza. Disposti ad affrontare un lungo, faticoso viaggio per sfuggire alla guerra o alla fame o solamente per la speranza di un futuro per se stessi e i propri figli. Un processo enorme e inarrestabile che, alla nostra Europa ricca e tecnologizzata, può apparire estraneo e difficile da comprendere. Un fenomeno complesso che al di là di atteggiamenti di rifiuto o di solidarietà, riguarda migliaia di persone nel Mediterraneo. 170mila sono stati gli arrivi registrati lo scorso anno sulle nostre coste. Un flusso inarrestabile continuato anche quest’anno (al 20 giugno sono 58.885 i migranti sbarcati) che trovano soccorso e accoglienza grazie al grande sforzo da parte delle forze di polizia del nostro Paese. Marina Militare, Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza sono le forze presenti in mare oltre che per svolgere i loro specifici compiti istituzionali anche per esercitare un’azione di contrasto all’immigrazione clandestina. Mentre è al ministero dell’Interno e in particolare alla Direzione centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere diretta dal prefetto Giovanni Pinto, che è affidata la responsabilità politica del coordinamento dell’attività di contrasto all’immigrazione clandestina in mare, dai valichi di frontiera terrestre aerea e marittima . 

È presso questa Direzione che viene gestito il flusso informativo relativo all’immigrazione clandestina, attraverso il Centro nazionale di coordinamento dove lavorano in sinergia personale della Polizia di Stato, della Capitaneria di Porto, Arma dei Carabinieri , Guardia di Finanza e Marina Militare. Qui la polizia compila il report degli eventi di sbarco nel Mediterraneo in modo da avere il quadro della situazione di dove sono state recuperate le imbarcazioni anche con la specifica della distanza dalla costa.

Il soccorso prima di tutto

«Si tratta di un sistema complesso – spiega Vittorio Pisani, direttore del Servizio immigrazione – quando parliamo di un intervento in mare d’immigrazione clandestina entro le 12 miglia, e cioè entro le acque territoriali, il coordinamento operativo degli assetti spetta alla Guardia di Finanza. Oltre quel limite, invece, il comando e il coordinamento spetta alla Marina Militare che svolge le funzioni di polizia in alto mare». 

«In realtà oggi l’evento puro di “immigrazione clandestina” non accade o accade raramente, e cioè quello di una barca di migranti che cerca  di arrivare via mare in territorio italiano senza farsi scoprire. Quello a cui oggi assistiamo invece – continua il dirigente – è l’attività di salvataggio in mare.  Fare un respingimento oggi per tutte le imbarcazioni che partono dalla Libia in pratica non è possibile, perché non si possono respingere gli stranieri che provengono da un Paese che non garantisce i diritti umani. I migranti questo lo sanno e non si nascondono, e dopo aver percorso con barconi fatiscenti 30 o 50 miglia chiamano la Capitaneria di porto chiedendo di essere soccorsi perché senza viveri, senza benzina e senza giubbotti di salvataggio». Ai migranti, infatti, gli scafisti prima di partire danno un telefono satellitare con il numero della Capitaneria di porto già memorizzato. È compito di questa inviare le coordinate dell’imbarcazione all’assetto più vicino che potrà appartenere alla Marina Militare, alla Guardia di Finanza o anche alla stessa Capitaneria di un Paese europeo che soccorre i migranti che saranno condotti in un porto indicato dal ministero dell’Interno. «È importante conoscere le differenze. Il salvataggio di una vita umana in mare ha la precedenza sul reato d’immigrazione clandestina – spiega Vittorio Pisani – quindi è la Capitaneria di porto che assume il coordinamento dell’evento, mentre nel caso si tratti di immigrazione clandestina pura è la Guardia di Finanza a intervenire

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04/05/2020