Maurizio Costanzo
Per il bene di tutti
Abbiamo sperato fino alla fine che la diffusione del coronavirus non fosse ufficialmente considerata “pandemia” da parte dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, sia perché avrebbe significato una minore propagazione del virus e sia perché, diciamoci la verità, è un termine a cui non siamo abituati e che fa paura. La dichiarazione di pandemia, rispetto all’epidemia non fa diventare il Covid-19 più letale rispetto ad altri virus ma sottolinea la velocità e la facilità con cui si diffonde. Tutti gli Stati, a partire dalla Cina, ne sono interessati e tutti seguendo le direttive dell’Oms hanno dovuto mettere in atto appositi piani pandemici per rispondere in modo adeguato all’elevata richiesta di terapie, in molti casi, di carattere urgente, nei confronti degli infetti. In breve tempo c’è stata la necessità di rendere disponibili, nelle varie strutture ospedaliere, più posti letto e in particolare nel reparto di terapia intensiva. Abbiamo imparato a conoscere molti elementi che caratterizzano il Coronavirus, tra cui i sintomi con cui si manifesta: principalmente febbre e affaticamento delle vie respiratorie che nei casi più gravi può trasformarsi in polmonite ed essere letale. L’Italia, è stato, dopo la Cina, il Paese più colpito, e se ancora oggi, il numero maggiore di infettati si riconduce a specifiche zone del Nord, ahimè sta espandendosi in modo importante in altre zone d’Italia. L’Oms ha messo in evidenza, che per combattere la diffusione del virus, non sarebbe stato sufficiente solo il coinvolgimento del settore sanitario ma ogni singolo individuo avrebbe dovuto dimostrare una grande responsabilità: modificare repentinamente e radicalmente il proprio stile di vita, cercando di non uscire di casa se non per questione di estrema urgenza. Dopo pochissimo tempo dalla sua comparsa, i nostri scienziati sono riusciti ad “isolare” il virus, ossia averne a disposizione la sua struttura per poterlo studiare e di conseguenza trovare al più presto un vaccino. È quasi certo che tale virus, provenga dal mondo animale e che, chissà per quale motivo, ha fatto quello che gli scienziati chiamano il salto di specie. Tutte le comunità scientifiche del mondo sono al lavoro per trovare un vaccino che, comunque, richiederebbe diversi mesi di sperimentazione. Attualmente invito tutti ad attenersi scrupolosamente alle indicazioni dell’Oms e dei rispettivi governi. Uscire il meno possibile poiché l’obiettivo primario è certamente quello del contenimento dei contagi. È uno sforzo che tutti noi siamo chiamati a sopportare non solo per il nostro bene ma per il bene dell’intera umanità. ϖ