a cura di Susanna Carraro

Big Data

CONDIVIDI

dalm 04-30

FRANCIA
Webdrone è il nome di una piccola società di Parigi, dove un piccolo gruppo di esperti ed ex cybergendarmi passa il tempo a investigare per conto di clienti danarosi, vittime, in particolare, di contraffazioni o di campagne denigratorie in Rete. Lavora con l’aiuto di un drone virtuale, un sofisticato algoritmo che sulla base di informazioni che attinge da Internet permette di materializzare reti organizzate; il programma cerca nelle pagine indicizzate e non, e nella darknet, raggiungibile da questi esperti che ne conoscono le vie d’accesso. Inserendo alcuni elementi d’indagine, pseudonimi o avatar, il sistema identifica tutte le tracce digitali nei vari strati del Web e sulle reti sociali. A far ricorso a tali servizi non sono soltanto magnati del lusso o dell’industria farmaceutica ma anche magistrati, che se ne servono per l’effettuazione di perizie. Ma molte sono le tecnologie d’indagine che si vanno sviluppando in Francia: polizia e gendarmeria ricorrono al riconoscimento facciale, pratica assolutamente legale nelle inchieste penali o qualora sia in pericolo la sicurezza nazionale. Le forze dell’ordine utilizzano il Traitement d’antécédents judiciaires (Taj) che contiene le schede di oltre 19 milioni di persone, vittime o indagate nell’ambito di inchieste e denunce, con 8 milioni di foto ad esse già associate. A breve, inoltre, il ministero dell’Interno conta di poter consultare lo Schedario dei ricercati (comprendente anche gli schedati S, pericolosi per la sicurezza dello Stato) partendo da una semplice foto, anche scattata nell’ambito di un controllo stradale o alla frontiera. Dopo gli attentati del 2015, di fronte all’emergenza terrorismo, l’intelligence francese si è dotata di strumenti sino ad allora inaccessibili: la Direzione generale per la sicurezza interna (Dgsi) ha acquistato le licenze della società americana Palantir, gigante del big data, i cui software Foundry e Gotham si sono rivelati particolarmente efficienti. Foundry, più utilizzato dalle grandi società private, consente di individuare in tempo record pezzi di ricambio di aerei o di auto, mentre Gotham disegna una mappatura delle reti criminali e terroristiche, estraendo tutti i dati digitali possibili, stilando per ogni sospetto una scheda concernente la sua vita e l’ambiente che gli è prossimo. Sono molto contrastanti le opinioni circa l’efficacia dell’intelligenza artificiale applicata alla gestione della giustizia e dell’ordine pubblico e il dibattito in Francia è soltanto all’inizio. C’è chi teme che una dipendenza troppo marcata dalle macchine possa determinare una deresponsabilizzazione degli inquirenti e che computer, occhio elettronico o algoritmi non sostituiranno mai il buon vecchio fiuto di poliziotto, né l’esperienza sul campo. Ma la rivoluzione digitale è iniziata e anche le forze dell’ordine devono mettersi al passo coi tempi. 
Le Figaro

REGNO UNITO
Misure contro il terrorismo

Con una decisione senza precedenti, il ministero dell’Interno britannico ha annunciato che introdurrà una legge che obbligherà i proprietari di spazi aperti al pubblico e gli eventuali operatori a mettere in atto misure di prevenzione contro atti terroristici. Tra le novità previste, una maggiore sicurezza dei luoghi fisici, l’obbligo di formazione del personale in materia di piani di emergenza nel caso di attentati, esercitazioni obbligatorie sul comportamento da seguire in caso di attacco. Attualmente non esiste alcuna legge che preveda l’attuazione obbligatoria di misure antiterrorismo, oltre a quelle in materia di salute e sicurezza pubblica. Secondo il ministro per la Sicurezza britannico Brokenshire, la nuova legge – che dovrebbe prendere il nome di Protect Duty, dovere di protezione – contribuirà ad aumentare la sicurezza dei cittadini, pur senza mettere eccessiva pressione alle imprese, sulla base di un principio di proporzionalità. In primavera sarà avviata una consultazione pubblica in merito alla nuova legge, per conoscere il parere degli imprenditori e del settore pubblico sulla portata di tale dovere di protezione e sulle relative modalità di applicazione. 
The Independent

FRANCIA
Polizia ambientale

Per garantire l’attuazione della sua politica di salvataggio della biodiversità, il presidente Macron conta sui poteri della polizia ambientale, di cui potenzierà le competenze. È stata creata il 1 gennaio scorso ed è collegata all’Ufficio francese della biodiversità (Ofb), organismo pubblico nato dalla fusione tra l’Agenzia per la biodiversità (Afb) – competente anche per il controllo e la manutenzione dei corsi d’acqua – e l’Ufficio nazionale caccia e fauna selvaggia (Oncfs), che svolgeva principalmente azioni di contrasto al bracconaggio e ai traffici illegali di specie protette. I due enti lavoreranno ora insieme in missioni di polizia in senso stretto, prevenzione e informazione: dei 2.800 agenti del nuovo Ofb, 1.900 svolgeranno la funzione di ispettori dell’ambiente con competenze in materia di polizia giudiziaria, quindi constatazione di infrazioni, indagine, identificazione dei responsabili. Ogni dipartimento sarà dotato di 15 – 25 ispettori, fra guardiacaccia e ispettori della polizia fluviale provenienti dai due ex organismi, ma con obiettivi comuni, «guidati dallo stesso amore per la natura e per la conservazione della biodiversità», secondo le parole dello stesso presidente. La prossima tappa dovrebbe essere la creazione di una fattispecie di reato di “ostacolo rurale”, cara a cacciatori e agricoltori, affinché sia regolato il legale esercizio della caccia e siano impedite azioni violente nei confronti di agricoltori che lavorano nei propri terreni. 
Le Figaro

GERMANIA
Conta la prima impressione

L’arma più efficace della polizia è la parola, ma solo se l’interlocutore è pronto ad ascoltare. Uno studio dell’Accademia di polizia della Renania-Palatinato mostra che quando i poliziotti sono visibilmente tatuati la loro azione perde efficacia: sono percepiti come meno competenti e meno affidabili. L’autorevolezza della divisa diminuisce, mentre aumenta il livello di rischio nell’attività operativa dove, soprattutto nella rapidità dell’azione, è la prima impressione quella che conta. È un calo d’immagine significativo, riscontrabile sia nei giovani che negli anziani di entrambi i sessi, comprese le persone a loro volta tatuate. Anche piercing o lobi dilatati suscitano una reazione negativa. Ma se la polizia tedesca decidesse di ammettere tra le sue file solo candidati non tatuati, il reclutamento diventerebbe complicato, dal momento che circa il 40% dei tedeschi fra i 20 e i 29 anni ha tatuaggi su varie parti del corpo. 
Der Spiegel

09/04/2020